Langella a Bombassei: passato Berlusconi, no alla dittatura della Confindustria
Sabato 4 Giugno 2011 alle 22:45 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS - Dice Bombassei: "Le scelte di Confindustria sono ispirate all'unico criterio di creare le migliori condizioni perchè le aziende possano essere competitive oggi, nell'attuale contesto globale. Per questo nel 2009 abbiamo firmato il Protocollo sui livelli contrattuali al costo di una non facile rottura con la Cgil. Per questo diciamo da tempo che laddove, come nel caso della Fiat, vi sia un contratto aziendale che ha il consenso della maggioranza dei lavoratori, tale contratto deve essere considerato valido per tutti e deve poter sostituire il Ccnl".
In pratica il "signor" vicepresidente di Confindustria dichiara che il contratto nazionale di lavoro non esiste più. Lorsignori vogliono che la costituzione e le leggi si fermino fuori dai cancelli delle fabbriche. Vogliono mettere sotto ricatto i lavoratori (o accettate quello che vogliamo o vi togliamo il lavoro). Questo è il risultato di anni di permissivismo nei confronti dell'arroganza dei padroni. E' stato loro permesso troppo. Ora si "sentono in dovere" di far pagare la crisi ai lavoratori. Chiediamo loro perché in Italia i ricchi sono sempre più ricchi e i lavoratori sono sempre più poveri. Chiediamo loro se la precarietà che hanno voluto ha migliorato le condizioni di vita dei cittadini o ha ingrossato solo i loro conti in banca.
Chiediamo loro se pagano tutte le tasse che devono o se fanno di tutto per evadere il fisco. Ci dicano lorsignori cosa pretendono. Ci hanno regalato la crisi e adesso pretendono che siano i lavoratori a pagarla.
Ci dica Bombassei cosa vogliono fare. Qual è il loro vero progetto. Noi abbiamo un'idea ben precisa. A lorsignori interessano solo i profitti. Per averli si dovranno cancellare i diritti dei lavoratori, tagliare i servizi, risparmiare sulla sicurezza nei posti di lavoro, diminuire i salari reali? A lorsignori non importa, basta mantenere i propri privilegi.
Possiamo accettare tutto questo? Non credo. Ribelliamoci.
Non permettiamo che, passato Berlusconi, ci venga imposta la dittatura della confindustria.
Giorgio Langella
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