La resa dei conti, per la base Usa paga Vicenza
Martedi 27 Luglio 2010 alle 15:28 | 0 commenti
La scena che mi ha più di tutte lasciato un senso di soddisfazione nell'affaire "nuova base" è stata quella offerta dall' faccia di Prodi mentre veniva magistralmente "incarnato" dalla signora Cinzia Bottene a Trento nel palco della piazza due o tre anni fa Vignetta Happy Caps).
Impagabile, impareggiabile e insostituibile Cinzia, ridusse il grand'uomo alle dimensioni di un agnellino da latte in cerca delle poppe della madre.
Ma la faccia, "quella" faccia! C'era di che scompisciarsi per una settimana. Quando la signora Bottene, completato il suo dignitoso ma soprattutto serio discorso, scese dal palco e si allontanò, il pover'uomo, ripreso fiato e coraggio e atteggiata "quella faccia" a ridicola serietà , ebbe l'ardire di pronunciare in toni maschi, quasi di mussoliniana memoria, "E noi la base la faremo, eccome che la faremo!".
Ho sempre osteggiato la nuova base, ma ho anche sempre saputo che la base sarebbe stata portata a termine, volenti o nolenti i Vicentini. La diatriba senza esclusione di colpi tra i (perlomeno) 24.000 del NO e i (sicuri) 2 (Cattaneo e Giometto) del SI', si affievolisce e si perde ora che le costruzioni della base sono alte, nella consapevolezza che i problemi di Vicenza, quelli che, facile profeta, avevo previsto fin dall'inizio, ci rendono fratelli nella disgrazia. E sì, perché adesso è chiaro quello che allora solo si sussurrava, e cioè che gli allacciamenti (allora 5/6 milioni, ora 10), se li prenderanno sulla schiena i Vicentini, sia i SI' che i NO. Con in più il non trascurabile problema che, invece di vedere all'orizzonte i tanto declamati e promessi nuovi posti di lavoro, probabilmente andranno perduti anche quelli che ci sono ora. Per i schei, meglio non parlarne, forse ci sarà da attendere un altro po'.
"I Americani porta schei", diceva la Lega, quelli stessi che qualche anno prima avevano dichiarato "Paroni a casa nostra".
"Gli amici Americani non vengono col fucile, portano lavoro e soldi", aggiungeva il loro capo di governo. Questa era un po' più dura da credere, in quanto perfino le Sue televisioni ci fecero vedere a tempo debito i marines che andavano in missione di pace a portare aiuti ad Haiti armati come neanche in Afghanistan e in Iraq.
Ora siamo alla resa dei conti, e i conti li pagheremo tutti. Dieci milioni di euro solo per gli allacciamenti. Ma poi siamo sicuri che sia finita? Vorrebbero gentilmente l'ing. Fazioli e il dott. Variati farci dare un'occhiata alle tariffe di quei beni preziosi che noi paghiamo come fossero di oro zecchino e che verranno forniti alla nuova base (come alle altre quattro, del resto)? Non dovremo pagare in parte anche quelli, magari diciamo la differenza che c'è tra il prezzo di listino e un prezzo simbolico o meglio, politico?
Così, dopo che le AIM sono state finanziariamente bombardate dagli ex amministratori, probabilmente ora non riusciranno a resistere all'impegno nascondendo le carte, ma saranno costrette, loro malgrado, ad uscire allo scoperto e aumentare i prezzi delle bollette. Sarà allora chiaro a tutti dove sta l'inganno di questa nuova base: esattamente dove stava per le altre quattro, pagate sempre da noi.
Quello che mi fa imbufalire, oltre a quanto detto, è il fatto che in nessun paese del mondo si fanno pagare le spese dirette delle basi straniere ai cittadini che le ospitano. E oltretutto questo mi fa pensare che in un modo o nell'altro ci cavino dalle tasche anche quel benedetto 41% di compartecipazione alle spese generali.
Però dopotutto questo potrebbe essere definito come un federalismo sui generis, con buona pace della Lega. Penso che sia giusto così. Che diamine, siamo nel ricco nord est, gavemo i schei, dove dovrebbe andarli a cercare lo staterello delle banane che ci rappresenta, a Catania? NO, a Catania si regalano 200 milioni in un sol colpo, per accomodare i conti dell'amico (di Lui) sindaco della città etnea. Oppure potrebbe andare a raccattarli a Napoli? No, a Napoli si danno i miliardi che servono a portare le immondizie in Germania, quelle immondizie che tutte le città d'Italia smaltiscono senza tante storie, ma che Bassolino e la Russo Jervolino, nonostante l'assunzione dei duemila impiegati ad hoc, non sono stati capaci di risolvere. Neanche il Napoleone della Protezione Civile è riuscito nell'impresa, troppo fumo e poco arrosto.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.