La Maltauro ha lavorato gratis per Gheddafi? Merita riconoscenza a Vicenza!
Domenica 27 Febbraio 2011 alle 12:53 | 1 commenti
Si rimprovera al premier Berlusconi, che su queste pagine non sempre riceve attestati di simpatia (dai contributi che arrivano, soprattutto), di aver privilegiato rispetto a quelli generali i suoi interessi personali e aziendali nei rapporti con molti stati esteri, in primis la Russia di Putin e la Libia del dittatore (perché lo chiamano leader?) Muammar Gheddafi.
Dicevano i romani "pecunia non olet" (il denaro non ... puzza"), ma Berlusconi è, almeno, in buona compagnia. Se è stato accondiscendente con gli Usa (gli amerikani col k di una volta?) per la seconda base Usa a Vicenza (Wikileaks canta) gli appalti sono andati a Coop (anche loro una volta?) rosse. Se il gas e il petrolio russo non gli sono dispiaciuti, non è che aziende vicentine (la Socotherm, ad esempio) o a guida vicentina (l'Eni del manager vicentino Scaroni) siano state più selettive di lui nel fare affari, diretti o indiretti con l'ex capo del Kgb, ora non si sa quanto politico e quanto magnate (in romanesco: fa rima con chi "magna").
Dulcis in fundo, lo leggiamo sul Gdv di oggi, "è stata la Maltauro nel 1982 a costruire Bab al Aziziya", il bunker da cui il Rais lancia i suoi (speriamo) ultimi ordini di sterminio, come fece un ben noto ospite di un altro bunker nel 1945. Quel dittatore che solo pochi mesi fa è stato abbracciato e riverito da B., dall'Italia che dovrebbe rappresentare e da tante hostess (strano, tutte belle), colpite, sulla via del parco romano in cui Gheddafi era attendato, da improvvisi bagliori di conversione all'Islam (tutto fatturato, pensiamo, però)!
"È furbo - precisa il Gdv -, Muhammar Abu Minyar al-Qadhdhafi, Gheddafi per noi. Perché i suoi bunker li fa costruire da ditte diverse di Paesi diversi così nessuno sa cosa fanno gli altri: l'impianto elettrico ai tedeschi, l'aria condizionata ai francesi e il cemento agli italiani. In particolare alla Maltauro di Vicenza, che in Libia lavora da decenni e al Colonnello ha edificato caserme, ospedali, cliniche e ville. Comprese le mura di cemento del bunker nella caserma di Bab al Aziziya a Tripoli dove il rais libico si è chiuso in queste ore forse in attesa dell'ultima battaglia. Così, dopo i progetti del rifugio antiatomico dell'imprenditore di Torri di Quartesolo Alessandro Rossi finiti nelle mani di Saddam Hussein nei primi anni '80, ora c'è il bunker vicentino ... O almeno lo abbiamo cominciato noi nel 1990 - dice il manager Giuliano Ghioni era uno dei responsabili tecnici della Maltauro -, poi lo hanno finito i polacchi" perché "I libici non pagavano" (e Berlusconi, comunque, si inchinava a Gheddafi!).
La Maltauro nel paese nordafricano si presentava come Zelma (50% Maltauro, 50% della Del Favero di Trento) e ha costruito moltissimo, sempre dal Gdv: "Organizzavano tutto i militari libici. Abbiamo fatto 60 hangar a Taruna, 80 chilometri da Tripoli. Nel '90 una clinica, poi un ospedale da 600 posti. E la villa del figlio Sayf al Islam, quello che adesso sta parlando in tv, era il 2004. Ma in quell'anno anche un'altra residenza per Gheddafi a Jufra, nel deserto a sud di Sirte. C'era tutto, anche la sala convegni. Ma non ci ha mai abitato: la sera andava a dormire nella tenda accanto ...". Difficile operare in Libia, continua il Gdv, Dopo i lavori, come omaggio, si tengono gru, bulldozer e caterpillar. Tornavano scornate tutte le ditte del mondo. Eppure (sempre non pagata?) "quando costruiscono l'ospedale, la Zelma-Maltauro propone di fornire anche la manutenzione, come falegnami, elettricisti. «Invece un ufficiale libico prende tutto in mano lui. Siamo tornati nel 2000: l'ospedale è in totale abbandono». Non difende Gheddafi, Giuliano Ghioni. Ma sul futuro della Libia è perplesso: «Li conosco. Dovesse sparire il rais si rischia lo sfacelo, con migliaia di famiglie che vorranno spartirsi il petrolio. La rivolta contro la corruzione? La sfruttavano tutti, nessuno escluso»".
Così la cronaca dettagliata del GdV. Chi legge dovrebbe aver quindi capito che la Maltauro ha lavorato per decenni per Gheddafi senza essere pagata, ma che, nonostante tutto, ci ha sempre riprovato. Perché? Perché, in fondo, come dice Ghioni, senza il rais c'è solo sfacelo visto che la corruzione c'è sempre stata a 360°?
Cerchiamo ditte filantropiche che per evitare il peggio lavorano gratis? Il Gdv ne ha indicata almeno una a cui affidarsi. E se ha fatto questo per un Gheddafi, cattivo ma non troppo (e ... gratis!), volete che non faccia di più per i progetti in corso e di suo interesse a Vicenza.
Ecco perché, finalmente lo abbiamo capito, le sue azioni negli appalti e nelle lottizzazioni in salsa berica (e nell'affaire Ecoveneta) hanno trovato appoggio e riconoscente simpatia nei bunker nostrani, quelli della politica.
A destra come a sinistra. Tanto poi anche loro non pagheranno, non sappiamo se la Maltauro o la gestione della cosa pubblica, diciamo, confusa visto che abbiamo chiesto, inascoltati, delle spiegazioni.Â
Almeno sul caso Ecoveneta! Della Maltauro ma "regalata" (anche questa?) all'Aim.
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