La dignità del minatore: a Morena Martini scrive lo studente Costantino
Giovedi 15 Settembre 2011 alle 22:34 | 0 commenti
 
				
		Prc FdS - Questa è la lettera aperta dello studente e compagno Costantino, con preghiera di pubblicazione sul Suo quotidiano.
La dignità del minatore
Le dichiarazioni rilasciate dall'assessore provinciale Morena Martini confermano il trend di una certa classe politica che sta contribuendo notevolmente a regalarci un' Italia da ricostruire totalmente.
Il ruolo delle istituzioni (è bene ricordarlo benchè chi ricopre determinati incarichi dovrebbe saperlo) consiste nel dare una risposta alle domande dei cittadini. La maleducazione dell'assessore è dettata da una crisi agorafobica che sintetizza le posizioni del principale partito al Governo, del quale la stessa Morena Martina si ritiene sostenitrice (nella foto d'archivio un ragazzo minatore, n.d.r.).
Nonostante le sistematiche accuse di faziosità, di strumentalizzazione e  di ignoranza, i giovani impegnati nel ridare dignità alla propria  comunità continueranno a mobilitarsi per proporre delle soluzioni ai  problemi di giovani e meno giovani, di studenti e non studenti.  Schierarsi non è un reato: va riconosciuta la generosità di chi, sin  dalla propria adolescenza, utilizza il proprio tempo libero per  contribuire a migliorare il futuro dei propri coetanei.
L'assessore,  non conoscendo le regole della democrazia, utilizza un vocabolario preso  in prestito dalle curve da stadio per offendere l'operato di alcuni  studenti. Invitare qualcuno a "lavorare in miniera" non è un'offesa, ma  il contesto della reazione suona come un'evidente denigrazione della  professione del minatore: come se lavorare in miniera fosse meno degno  di essere uno studente, come se i minatori fossero delle belve da  ammaestrare e, per definizione, disposte a tutto. La direzione  intrapresa dall'assessore (ma il governo è sulla medesima lunghezza  d'onda) è quella che porta verso la frammentazione della comunità in  cittadini più degni (probabilmente con la tessera del Popolo della  Libertà) e cittadini meno degni (composta da minatori e studenti  dissidenti e strumentalizzati). Sembra quasi una nostalgica  riproposizione dei campi di lavoro delle peggiori dittature, un modello  di società che reincarna la divisione in caste.
L'assessore si  dimentica di essere rappresentante di un territorio e non riconosce la  politica come un gioco delle parti: dovrebbe schierarsi dalla parte dei  propri cittadini, che saranno vittime della macelleria sociale voluta  dall'attuale Governo. Non schierarsi dalla parte della propria comunità  significa essere complici e artefici del fallimento italiano.
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