La Borsa Italiana fa richiesta a BPVi: deve cambiare tre membri del cda. E Unicredit conferma possibile rinvio aumento di capitale
Giovedi 31 Marzo 2016 alle 09:29 | 0 commenti
Popolare di Vicenza, Borsa Italiana chiede di sostituire tre consiglieri. Mentre restano aperti gli interrogativi sui mercati intorno alla garanzia di Unicredit sull’aumento di capitale da 1,5 miliardi. Nella corsa ad ostacoli che entro metà aprile dovrà chiudere ricapitalizzazione e quotazione in Borsa, spunta un nuovo nodo per Bpvi. Stavolta la richiesta viene da Borsa Italiana e riguarda la sostituzione di tre dei 18 consiglieri del cda. Richiesta per aumentare il tasso di competenza specifica del board di quella che si appresta a diventare una società quotata, pare il senso della richiesta.
Giunta sul tavolo del consiglio martedì scorso, alla vigilia dell’assemblea dei soci che ha approvato sabato il bilancio 2015 e respinto l’azione di responsabilità , in un clima già teso di fronte alle richieste dai quattro interlocutori in campo sulla strada della quotazione - Bce, Banca d’Italia, Consob e Borsa Italiana - magari in contraddizione tra loro. Ad esempio, quest’ultima, rispetto all’indicazione di Bce di un board chiamato a rimanere comunque fino alla quotazione.
Ma tant’è. L’indicazione dovrebbe approdare in consiglio già domani, anche se potrebbe servire qualche giorno in più per definire l’identikit sia dei consiglieri uscenti che entranti. In un’operazione, secondo alcune letture, che avrebbe anche l’effetto di rafforzare il numero nel board dei più decisamente favorevoli al nuovo corso del presidente Stefano Dolcetta e dell’amministratore delegato Francesco Iorio, consegnando la maggioranza al nuovo corso. E chiudendo così le tensioni degli ultimi tempi, accese intorno alla mozione consiliare con cui un lotto di consiglieri aveva chiesto un pronunciamento in loro difesa da parte di Dolcetta e Iorio, che mettesse in luce la lealtà dell’ultimo anno, e sfociata invece sabato nell’assemblea in cui la richiesta di azione di responsabilità è stata sì bocciata, ma con «appena» il 62% del capitale, rispetto ad un bilancio passato con il 90%.
Proprio sulla bocciatura dell’azione di responsabilità , l’avvocato Renato Bertelle, che sabato l’aveva proposta, ha annunciato ieri che la sua associazione deciderà se impugnare la delibera che ha respinto l’azione. Bertelle ritiene inficiato da «illegittimità e annullabilità » il voto perché Dolcetta, è la tesi, avrebbe solo proposto e non fatto approvare l’azione, su cui non è stata aperta la discussione. Bertelle contesta poi la registrazione degli astenuti.
Intanto ieri sui mercati ha tenuto banco la questione delle garanzie agli aumenti di capitale di Bpvi e Veneto Banca, prestati da Unicredit e Intesa. Rilanciata da un articolo del Financial Times, che riprendeva quanto già uscito la scorsa settimana. Ovvero dei tentativi di Unicredit di condividere il peso della garanzia sull’aumento di Vicenza, chiamando in causa Cassa depositi e prestiti, di fronte a un mercato che potrebbe chiedere un forte impegno. Dubbi entrati anche nell’assemblea di sabato. «Credo che Unicredit terrà fede a quanto concordato», aveva detto Iorio. Ieri il Financial Times ha aggiunto che Unicredit avrebbe contattato il governo per avere un aiuto a convincere investitori istituzionali ad essere della partita. Su questo, ieri sera, attraverso un portavoce interpellato dall’agenzia Ansa, Unicredit «ha smentito di aver contattato il governo italiano». Ma ha aggiunto che «in relazione alla quotazione della Banca popolare di Vicenza, Unicredit sta valutando se esistono le condizioni per realizzare l’operazione nei tempi previsti». Una dichiarazione che non pare spazzare via tutti i dubbi.
Sul fronte di Veneto Banca, segnali più convinti sono venuti invece dall’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che si è detto «fiducioso» sull’aumento di capitale di Montebelluna, per il quale è capofila del consorzio di garanzia, e non intende tirarsi indietro: «Le condizioni saranno quelle di mercato e quindi sarà realizzato ai prezzi di mercato di quel momento. Noi abbiamo un contratto con Veneto Banca e rispetteremo quel contratto. L’operazione dovrebbe essere lanciata nei prossimi mesi e quindi la possibilità di poter completare con successo il consorzio di garanzia dipenderà da quali saranno le condizioni di mercato. In ogni caso non vedo nessun problema».
Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto
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