L'11 settembre di quarant'anni fa
Martedi 10 Settembre 2013 alle 15:19 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI Vicenza - L'11 settembre 1973 a Santiago e in tutto il Cile si scatenò l'inferno. Sono trascorsi quarant'anni da quando il generale Pinochet con l'appoggio degli Stati Uniti (allora era segretario di Stato Henry Kissinger) fece un colpo di stato contro il socialista Allende il legittimo governo cileno. Erano mesi che si stava preparando quest'azione che mirava alla cancellazione di quello che gli Stati Uniti consideravano un “pericoloso†esperimento socialista in quell'America latina che consideravano loro proprietà .
Oggi è bene ricordare le responsabilità statunitensi e la brutalità del fascismo di Pinochet. Lo vogliamo fare con le parole di una lettera. La lettera che viene letta nell’episodio diretto dal regista inglese Ken Loach che è parte del film “11 settembre 2001†dedicato all'attacco terroristico alle torri gemelle di New York (questo è il link al video http://www.youtube.com/watch?v=H6n4fDtubPo).
Care madri, cari padri e persone care di coloro che sono morte l’11 Settembre a New York, sono cileno, vivo a Londra e vorrei dirvi che forse abbiamo qualcosa in comune: i vostri cari furono assassinati come lo furono i miei; abbiamo anche la data in comune, l’11 Settembre, martedì 11 Settembre. Nel 1970 ci furono le elezioni, io avevo 18 anni e votavo per la prima volta; avevamo un bellissimo sogno, costruire una società in cui tutti potessero condividere il frutto del proprio lavoro e le ricchezze del paese. Così quel Settembre del 1970 andammo tutti a votare e vincemmo! C’era il latte e la scuola per i figli, terre incolte vennero distribuite ai contadini senza terra, le miniere di rame e carbone e le principali industrie divennero proprietà di tutti noi. Per la prima volta nella loro vita le persone avevano una dignità . Ma non sapevano quanto questo fosse pericoloso. Il vostro segretario di stato Henry Kissinger disse: “Non vedo come si possa stare fermi a guardare un paese che cade nelle mani dei comunisti grazie all’irresponsabilità del suo stesso popoloâ€: le nostre scelte democratiche, i nostri voti non erano rilevanti, il mercato ed i profitti sono più importanti della democrazia; da quel momento in poi il nostro dolore, il vostro dolore furono legalizzati. Il vostro presidente Nixon affermò che avrebbe fatto crollare la nostra economia, la CIA ricevette istruzioni di attivarsi per organizzare un’insurrezione militare, un colpo di stato; oltre 10.000.000 dollari furono stanziati per sbarazzarsi del nostro presidente Allende.
Amici, i vostri leader decisero di distruggerci: provocarono uno sciopero dei trasporti che finì quasi per paralizzare la nostra economia, bloccarono gli scambi delle merci nel nostro paese creando il caos, si unirono a quanti nel nostro paese non avevano accettato la nostra vittoria. I vostri dollari foraggiavano gruppi neofascisti che portavano la violenza nelle strade e mettevano bombe nelle fabbriche e nelle centrali elettriche. Incredibilmente la cosa non funzionò: nelle elezioni amministrative il consenso popolare addirittura aumentò. E cosa fecero gli Stati Uniti?!? “L’11 Settembre i nemici della libertà hanno compiuto un atto di guerra contro il nostro paese e la notte è calata su un mondo diverso, un mondo dove la libertà stessa è sotto attacco†(George W.Bush): L’11 Settembre i nemici della libertà compirono un atto di guerra contro il nostro paese. Alle prime luci dell’alba truppe corazzate avanzarono contro il nostro palazzo presidenziale, Allende e i suoi ministri consiglieri erano all’interno. Allende non fuggì mentre il palazzo della “Moneda†veniva bombardato: “Loro hanno la forza, potranno farci schiavi ma i progressi sociali non si arrestano né con il crimine, né con la forza, la storia è nostra ed è fatta dal popolo. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!. Fu assassinato. Martedì, anche noi accadde un martedì, l’11 Settembre del 1973, un giorno che cambiò le nostre vite per sempre.
Mi spararono a un ginocchio e poi mi sbatterono la testa contro l’asfalto lurido della strada, me la sbatterono non so quante volte, finché non persi conoscenza. Un giorno in prigione mi issai sulle sbarre della finestra e vidi fuori un amico che veniva trascinato per le braccia, gli avevano spezzato le ossa, sanguinava dalle orecchie, poi lo assassinarono. Sapevamo dei campi di tortura comandati da ufficiali addestrati nelle scuole militari americane, sapemmo di quelli sbudellati, gettati dagli elicotteri in volo, di quelli torturati davanti ai loro figli e alle loro mogli; sapete cosa facevano? Collegavano fili elettrici ai genitali, mettevano topi nelle vagine delle donne, addestravano i cani a stuprare le donne. E poi sapemmo della carovana della morte, del generale che andava di città in città ordinando esecuzioni a caso, 30.000 persone furono assassinate, 30.000. Il vostro ambasciatore in Cile protestò per le torture, ma Kissinger replicò: “Ditegli di non mettersi a fare lezioni di scienze politicheâ€. Il generale Pinochet che aveva guidato il colpo di stato accolse ridendo il segretario di stato che si era congratulato con lui per il lavoro fatto.
S. Agostino diceva: “La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio: sdegno per le cose come sono, e coraggio per cambiarleâ€.
Ci sembra, questa, la maniera migliore di conservare la memoria di due fatti che hanno cambiato la storia di popoli interi. Due fatti che hanno prodotto terrore e vittime. E conseguenze disastrose. Due storie non sempre ricordate nella maniera migliore. Ricordiamole. Senza enfasi, senza retorica. Semplicemente. Con la giusta rabbia. E continuiamo a farlo ogni giorno, secondo le possibilità di ognuno ma con tutta la forza necessaria perché non possano ripetersi tali tragedie. Ognuno secondo le proprie sensibilità . Con il digiuno, con la preghiera, con la lotta. Facciamolo per la Pace. Contro la guerra che certi governi vogliono imporre ai popoli. Contro le manipolazioni dell'informazione, contro la creazione di prove che permettano di iniziare nuove guerre in nome di una “civiltà †fasulla che è, poi, quella che mette al primo posto il profitto e la convenienza di parte.
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