Ironia della storia: Dominique Strauss Khan tra realtà e intrigo
Martedi 24 Maggio 2011 alle 10:14 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Luc Thibault e pubblichiamo
Tempo fa Dominique Strauss Khan andava in Tunisia ad incontrare Ben Alì per dichiarare al mondo che la politica economica della Tunisia era la migliore del Maghreb! Da poco Ben Ali è fuggito in Arabia Saudita e Strauss Khan è finito dentro!
Il direttore del Fondo Monetario Internazionale e candidato socialista in pectore alle Presidenziali francesi, Dominique Strauss Khan, poco prima di partire per l’Europa, dove avrebbe incontrato Angela Merkel per parlare del debito greco, avrebbe cercato di violentare una cameriera dell’albergo in cui era ospitato.
Poi sarebbe andato via in fretta e furia – sembra dimenticando anche il cellulare in albergo - per prendere l’aereo. Ma la polizia di New York, prontamente informata dalla direzione dell’albergo, avrebbe addirittura bloccato il decollo per salire sull’aereo ed arrestare l’illustre passeggero. Ovviamente questo ha una serie di ricadute a catena, sull’euro, sulla battaglia per le presidenziali in Francia, sugli assetti nel Fmi ecc.
Premettiamo che la cosa non ci dispiace nemmeno un poco: l’idea che il candidato socialista francese potesse essere uno dei guru della finanza internazionale, che marcia in auto da 100.000 euro e che fa vita da satrapo, è una cosa che ripugna profondamente, per cui il fatto che si tolga di mezzo non ci addolora affatto. Detto questo, resta da capire come è andata davvero e cosa stia succedendo.
Facciamo due ipotesi:
-è tutto vero: DSK è un vecchio maiale affetto da satiriasi senile (in Italia abbiamo qualche competenza in materia) che ha perso la testa. E qui ci sarebbe da chiedersi se i nostri anziani governanti non stiano impazzendo tutti e perché
- non è vero niente: qualcuno gli ha organizzato un trappolone per stenderlo. E qui c’è da chiedersi chi e per quali fini
I maggiori sospetti potrebbero riguardare nell’ordine:
a - Sarkozy che tramite i suoi servizi, si sarebbe così sbarazzato di quello che lui individua come il suo più pericoloso concorrente
b - gli ambienti di Wall Street – magari per il tramite della Kroll - per una manovra speculativa sull’euro
c- l’amministrazione americana per favorire Sarkozy o altro candidato di maggiore gradimento per l’Eliseo e/o per accentuare le difficoltà della Ue, nel quadro delle guerre valutarie in atto.
La trappola sarebbe stata di relativa semplicità : notoriamente a DSK le donne piacciono un po’ troppo (c’è addirittura un libro sull’argomento) e questo gioca a rendere credibile l’accusa. Gli oggetti lasciati in albergo – cellulare incluso - potrebbero essergli stati sottratti prima, proprio per accreditare l’idea di una fuga precipitosa. Magari lo si è indotto ad anticipare il volo con una telefonata – magari falsa - che ne richiedeva l’arrivo anticipato o la ragazza (inviata allo scopo) lo ha provocato, salvo poi fuggire dopo il primo graffio.
Insomma, la cosa reggerebbe.
Ovviamente le notizie sono ancora troppo scarse, ma inducono a qualche perplessità il comportamento della direzione dell’albergo e quello della polizia di New York.
Che la direzione di un albergo di super super lusso possa essersene infischiata di chi fosse l’illustre ospite e aver chiamato subito la polizia è cosa lodevole, ma non proprio credibile. La reazione tipo della direzione di un albergo di quel livello sarebbe stata piuttosto quella di soffocare lo scandalo, magari prender tempo e consentire a cotanto personaggio di prendere il volo. Anche per evitare una pubblicità sfavorevole per lo stesso albergo. Anche la polizia è stata zelantissima: DSK, come presidente del Fmi, gode di immunità diplomatica. Vero è che in caso si flagranza di reato l’immunità non si applica e la fuga è data come continuità del fatto, però la questione era almeno dubbia e questi sono arrivati a bloccare il decollo.
Insomma l’odore di bruciato c’è, anche se quello arso sul rogo è uno che se lo merita. A noi interessa capire che sta succedendo e la sensazione è che l’episodio possa spiegarsi nel quadro del nuovo asse Usa-Francia-Inghilterra appena emerso per il caso libico. Forse un favore di Obama all’amico Nicholas.
Certo è che le regole del "fair play" che una volta reggevano il gioco diplomatico sono andate a farsi benedire!
Luc Thibault
Delegato USB Greta Alto Vicentino
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