Ancora sospesa la sorte delle ex lavoratrici di Bramasole. Ipab apre lo spiraglio ma "servirebbero 64 decreti ingiuntivi"
Mercoledi 20 Gennaio 2016 alle 20:30 | 0 commenti
Non è ancora chiara la situazione della controversia che affligge le lavoratrici (ex e non) del San Camillo e della cooperativa Bramasole, che da circa tre mesi non vedevano arrivare il proprio stipendio. Per alcune era la beffa aggiunta al danno, quello di essere state licenziate. Stamattina i vertici di Ipab hanno incontrato i sindacati e l'Amministrazione, e pare che uno spiraglio si sia aperto. Da un lato sono arrivate almeno 6 decreti ingiuntivi che obbligano Ipab al pagamento, dall'altra Bramasole si sarebbe offerta di contribuire al pagamento con 50mila euro (su una spesa totale che dovrebbe essere di 150mila euro, al netto di contributi e imposte).
Eppure il lieto fine non è ancora all'orizzonte, quantomeno non in maniera certa. Le voci che ci giungono da direzioni alterne raccontano situazioni differenti. Germano Raniero è molto più rilassato di quando lo si vedeva in prima fila alle occupazioni di San Camillo e Ipab, e presenta una situazione in via di risoluzione: "Sembra che si stia andando verso una soluzione. Il tribunale si è espresso, e Ipab ha fatto capire che provvederà a pagare le lavoratrici nei tempi previsti, cioè entro dieci giorni. Non sappiamo se arriveremo alla liquidazione totale, ma non dovremmo andare molto distanti. Perlomeno abbiamo potuto affrontare la riunione di questa mattina in un clima sereno, perché possiamo sperare che le lavoratrici avranno i soldi che spettano loro."
Un po' diversa la questione presentata dal direttore di Ipab Lucio Turra, che rimanda tutto alle decisioni del Consiglio di Amministrazione (in riunione in queste ore), e alle consulenze con i giudici. Per capire la situazione ci sarà bisogno di un doppio incontro, per capire le intenzioni del CdA, sentire il parere degli avvocati per poi ripassare dal CdA. Insomma, per avere le idee più chiare ci sarà da aspettare almeno venerdì. "Uno dei problemi riguarda le responsabilità personali che dobbiamo prenderci come dirigenti. I decreti ingiuntivi in questo senso ci sgraverebbero di questa responsabilità , ma capiamo che ottenere o aspettare che ne arrivino 64 è una vana speranza."
Possiamo dire che le lavoratrici possono nutrire la speranza di poter finalmente vedere i loro stipendi? "Purtroppo non ancora", secondo Turra, "e poi dobbiamo ricordarci che stiamo ancora spettando le valutazioni dell'Ulss sui fatto che hanno portato al commissariamento, che, ricordo, è un procesao non ancora concluso".
Insomma, la situazione dei lavoratori potrebbe addirittura peggiorare ancora.
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