Intervista a Mattia Stella: tra paura, diversità, rispetto e... lobby gay
Lunedi 4 Gennaio 2016 alle 19:00 | 0 commenti
L’intervista a Mattia Stella, presidente di Arcigay Vicenza parla, in prima battuta, di un sentimento dilagante al giorno d’oggi: la paura. Nello specifico, la paura verso il diverso. Subito si chiede a Stella perché tanta chiusura e diffidenza nei confronti degli immigrati e dei profughi. “Questa paura nasce nei momenti di difficoltà in cui le persone si sentono sotto attacco. In questi momenti duri la gente tende a rinchiudersi nelle poche certezze che ha. E quelle certezze non sono di solito l’accoglienza verso qualsiasi tipo di diversità . Si deve imparare ad accogliere la diversità come un fatto quotidiano.â€
Oltretutto, ricorda Mattia Stella, il Veneto ha una lunga relazione con lo “stranieroâ€. La Repubblica di Venezia, la Serenissima, commerciava e aveva intensi rapporti economici (e culturali) con il Medio Oriente e con i paesi arabi. “Non dobbiamo lasciarci trascinare dal populismo facileâ€, questo il consiglio.
Passando ad altri temi scottanti di questo fine 2015, arriva la domanda sul clima (che, a Vicenza, è diventato motivo d’allarme). “Il rispetto dell’ambiente è il rispetto per noi stessiâ€, risponde al nostro microfono Stella. “L’accogliere l’ambiente è anche un esercizio che possiamo fare nel saper accogliere tutto quello che non è esattamente come noi.â€
Trattando, però, le cose che riguardano da vicino Mattia Stella e, soprattutto la sua carica, si parla della condizione degli omosessuali, considerati troppo spesso “diversiâ€. Papa Francesco addirittura ha detto di non poterli giudicare. Stella crede che con Papa Francesco le cose stiano cominciando a cambiare, virando verso un’apertura. Però, gli viene obiettato che anche il Papa a volte è frenato, possa essere per le sue idee o per il potere enorme dell’istituzione chiesa. “La speranza è che questa voglia di cambiamento che emerge dal basso riesca ad avere una spinta tale da poter fare in modo che giunga anche in alto.†La Chiesa d’altronde ha sempre avuto molta influenza nella vita dei cittadini, soprattutto in quella dei vicentini. Il presidente di Arcigay, però, non critica questo aspetto, quanto la politica e i politici che non riescono ad avere un’idea e un’identità proprie.
E, alla fine, si discute della parola che da sempre fa vociferare: gay. Collegandosi alla politica appena citata, sembra che quando un politico debba insultare un altro, la parola adatta sia per l’appunto gay. Come se esistesse una lobby gay. Stella le trova invenzioni senza alcun tipo di riscontro e commenta ironico: "Se esistesse mi piacerebbe farne parte...".
Sono alcuni dei temi di quest’intervista che tratta argomenti sempre attuali come l’immigrazione e l’omosessualità . Quest’ultima che troppo spesso viene definita esibizionista. “Ho l’impressione che si rimanga più colpiti e più offesi se a comparire in pubblico siano delle persone omosessuali, magari in modo che può essere ritenuto succinto, quando invece magari se lo facessero delle persone eterosessuali potrebbe essere giudicato in modo diverso.†Alla domanda “Lei lo farebbe?†Mattia Stella risponde: “Probabilmente sì. Uno dei miei eroi è Harvey Milk, il primo politico omosessuale dichiarato negli Stati Uniti, che diceva una cosa molto bella: ognuno di noi dovrebbe celebrare quotidianamente la sua diversità .†Una diversità che va incoraggiata e non scoraggiata dal giudizio altrui, aggiunge Stella.
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