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Inquinamento da PFAS, i sindaci fanno fronte comune per avere risposte da ARPAV e Ministero dell'Ambiente

Di Matteo Moschini Giovedi 26 Novembre 2015 alle 12:48 | 0 commenti

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Sono sei i comuni nel vicentino che hanno sottoscritto due lettere per chiedere notizie e poter garantire un pronto intervento in tema di inquinamento della acque. "Un modo di applicare il principio di precauzione" spiega l'assessore Antonio Dalla Pozza "e per intervenire in maniera tempestiva per garantire la sicurezza dei nostri cittadini". Una lettera ad ARPAV e una al Ministero dell'Ambiente con la richiesta urgente di far avere alle amministrazioni un approfondimento forte e serio sulla presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nelle acque distribuite nei comuni di Vicenza, Altavilla, Creazzo, Monteviale, Sovizzo e Sossano.

In particolare i Comuni chiedono ad ARPAV e al Ministero di verificare la concentrazione dei PFAS nelle zone "colpite", di capire quanto esteso sia il perimetro della contaminazione, e, considerato che la causa inquinante è stata perlopiù circoscritta, in alcuni documenti ufficiali, alla Miteni S.p.A., di verificare le responsabilità della stessa in modo da poter intraprendere azioni legali per ottenere il risarcimento delle spese sostenute da Acque Vicentine per far fronte all'emergenza.

"L'acqua dei rubinetti è al sicuro", continua l'assessore Dalla Pozza "perché Acque Vicentine è intervenuta tempestivamente con filtri a carboni attivi e con la chiusura dei pozzi laddove necessario (come il pozzo degli Scaligeri). Ma sono tutte manovre costose, che vanno a pesare sulle case dei Comuni, che sono soci di Acque Vicentine, e in fin dei conti di chi paga la bolletta.
Non vogliamo creare allarmismi, ma solo garantire in maniera preventiva la sicurezza della cittadinanza. Le concentrazioni di PFAS sono ancora inferiori al limite stabilito per legge, ma vogliamo capire quanto sia ragionato questo limite, e se sia il caso di ridiscuterlo. Alcune fonti degne di attenzione come il medico Vincenzo Cordiano sostengono che l'inquinamento ha già contaminato la catena alimentare. Sono informazioni non confermate, ma che hanno bisogno dell'intervento di specialisti. Noi amministratori abbiamo il dovere di rispondere alle domande dei cittadini, ma non abbiamo le competenze per analizzare una questione tecnica così complessa e delicata, ed è proprio per questo che esigiamo l'intervento di chi di dovere."

 

Ulteriori dettagli nel comunicato ufficiale:

Gli amministratori dei territori alle prese con l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche si fanno parte attiva per controllare e gestire il danno ambientale legato al rilascio di PFAS: obiettivo, prevenire ulteriori pregiudizi ambientali ed effetti nocivi per la salute umana e nuovi deterioramenti a servizi essenziali quali l’approvvigionamento idro-potabile. A questo scopo, i sindaci hanno sottoscritto il testo di due importanti lettere, indirizzate rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, e all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto (ARPAV). A firmare le note i Comuni di Vicenza, Altavilla Vicentina, Creazzo, Monteviale, Noventa Vicentina, Sossano, Sovizzo e il consiglio di Bacino “Bacchiglione”. I contenuti sono stati presentati questa mattina alla presenza dei rappresentanti dei diversi enti e del presidente di Acque Vicentine Angelo Guzzo.

«Abbiamo deciso di mettere in campo un’azione forte e decisa per chiedere che ci vengano forniti con la massima trasparenza tutti i dati disponibili e per sollecitare le azioni di prevenzione e ripristino necessarie - ha sottolineato l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana del Comune di Vicenza

La forte presa di posizione dei sindaci si affianca alle iniziative già avviate dai gestori del servizio idrico integrato Acque Vicentine e Centro Veneto Servizi: in particolare, un’azione congiunta nei confronti dei soggetti inquinatori, in applicazione del principio “chi inquina paga”, per ottenere il risarcimento dei danni, ovvero le somme spese dai gestori per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua di buona qualità ai cittadini. Sindaci e gestori del servizio idrico integrato insomma fanno squadra, affiancati nella loro azione anche dal Consiglio di Bacino ATO Bacchiglione, nella convinzione che un’azione coordinata sia più efficace per raggiungere l’obiettivo.

Cosa chiedono i Comuni al Ministero

Per evitare ulteriori rischi alla salute e all’ambiente, i Comuni sollecitano al Ministero azioni che permettano di incidere concretamente sulla rimozione della fonte contaminante. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, ha poteri molto precisi in presenza di un danno ambientale accertato: può ordinare all'operatore responsabile del danno di adottare tutte le misure di ripristino necessarie o, se il responsabile non viene individuato, provvedere direttamente a tali misure. L’adozione di misure di prevenzione, unitamente a quelle di ripristino, rappresenta un atto dovuto e non derogabile. I Sindaci chiedono quindi al Ministero di agire entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Inoltre, al Ministero i Sindaci chiedono di chiarire se i valori soglia determinati dall’Istituto superiore della sanità per la concentrazione di sostanze perfluoro alchiliche nelle acque destinate al consumo umano e nelle altre matrici ambientali debbano essere assunti a parametro normativo di riferimento per l’avvio delle procedure di bonifica.

Cosa chiedono i Comuni all’ARPAV

All’Arpav invece i Sindaci chiedono di fare chiarezza sull’inquinamento da PFAS e le sue cause, anche per poter valutare i presupposti di eventuali ulteriori iniziative a tutela della salute e dell’ambiente.

La richiesta è quindi di comunicare quali siano le concentrazioni di PFAS  nei terreni, nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali dei territori comunali e di definire il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale. Inoltre, i Comuni chiedono ad Arpav di stabilire se esista effettivamente un nesso causale tra il rilascio di tali sostanze nell’ambiente e l’attività della società Miteni Spa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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