Il villino Roi fatiscente, specchio della Fondazione?
Giovedi 28 Luglio 2016 alle 16:35 | 0 commenti
Il villino a Tonezza del Cimone in cui trascorreva le vacanze la famiglia del marchese Giuseppe Roi, diventato fino a pochi anni fa struttura che ospitava nei mesi estivi e invernali colonie di ragazzi delle parrocchie, si trova oggi in uno stato di abbandono e degrado che fa esaltare la fatiscenza dell'imponente edificio. Lungo via Rumor, poco distante dalla casa dell'ex presidente del Consiglio Mariano Rumor, la visione dalla strada non è per nulla edificante e a rischio atti di vandalismo, come avvenuto con l'incendio subito recentemente dalla vecchia stalliera (foto sotto) che l'ha fatta diventare un rudere insieme agli oggetti contenuti al suo interno.
Il marchese Giuseppe Roi, pronipote di Antonio Fogazzaro (anch'egli spesso ospite del villino Roi tra le montagne tonezzane tanto da decantarle in Piccolo Mondo Antico, una delle sue opere letterarie più famose), se fosse ancora vivo non sarebbe di certo contento dello stato in cui si trova la splendida residenza della sua famiglia, donata alle Acli cattoliche e succedutasi poi nelle mani di diversi proprietari.
E probabilmente il marchese non sta riposando in pace negli ultimi tempi anche a causa della situazione della Fondazione Roi da lui creata per "supportare" il Museo Chiericati e dalla quale l'ex presidente Gianni Zonin da poco si è dimesso, dopo aver chiesto un risarcimento danni da un milione di euro al nostro direttore Giovanni Coviello per i suoi articoli che su VicenzaPiù hanno in passato denunciato quanto poi "ufficializzato" dai conti ufficiali.
Tra appelli dei cittadini e dibattiti in Consiglio comunale sullo stato patrimoniale e i fini culturali sotto la guida di Zonin, ex presidente di quella Banca Popolare di Vicenza alla quale era legata per statuto, la fondazione è finita anche sulle cronache di diversi media locali e nazionali, con tanto di incisivo titolone sul quotidiano la Repubblica "Vicenza in rovina, Fondazione Roi è l'ultima vittima".
La speranza, però, è che Vicenza riesca a tagliare i ponti con il passato per salvare città e fondazione.
E non diventare lo "specchio" del villino Roi.
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