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Il tribunale di Venezia cambia orientamento e le baciate BPVi e Veneto Banca sono di sicuro legittime? Tonino De Silvestri: non è vero. Scrivete al direttore a [email protected]

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 1 Settembre 2016 alle 23:14 | 0 commenti

«Le possibili tutele per i soci traditi della Banca Popolare di Vicenza: intervista all'avv. Tonino De Silvestri, già magistrato di Cassazione. Scrivete al direttore a [email protected]»: è questo il titolo che davamo ieri, 31 agosto, alla nostra intervista per VicenzaPiùTv all'avv. Tonino De Silvestri, già magistrato di Cassazione e noto pm della procura di Vicenza che "provò" ad indagare su Gianni Zonin a cavallo dei primi anni 2000 con gli esiti ben noti e riassunti da Giovanna Faggionato su Lettera 43 facendo riferimento anche a nostre "denunce". E lì sottolineavamo che «proprio perchè noi la storia l'abbiamo scritta mentre si svolgeva oggi ci preoccupiamo non solo di completarla anche con le inchieste in corso e di seguire gli incerti sviluppi attuali della nuova gestione della BPVi, targata Gianni Mion, Salvatore Bragantini e Francesco Iorio, ma cerchiamo di trasferire da tempo i consigli che possano aiutarli ai soci traditi dalla Banca...». Non tutti i 118.000 i possessori di azioni della Banca Popolare di Vicenza (ma lo stesso vale per gli oltre 80.000 di Veneto Banca) possono avere pretese perchè, scrivevamo, «molto diverse sono le singole posizioni, alcune delle quali non difendibili o addirittura "privilegiate"». 

«Ma i numeri dei beffati - aggiungevamo - sono grandi: se solo di capitale il buco supera i 6 miliardi di euro (le azioni valevano virtualmente 62,50 euro e oggi, ancora illiquide, sono a libro a 10 centesimi!) e se il danno "indotto" è almento 4 volte il buco, sono, per esempio, ben 48.000 gli azionisti che, lo ha detto Banca d'Italia, i cui MiFID ("Markets in Financial Instruments Directive", i profili che consentono di essere valutati come "possibili investori") sono stati compliati in maniera irregolare...».

Dopo aver quindi chiesto all'avv. De Silvestri di «illustrarci, con parole chiare e comprensibili ai più la scaletta delle possibili tutele per i soci traditi della Banca Popolare di Vicenza (ma anche da Veneto Banca e da altri istituti in cui si fossero verificati fatti analoghi) per cinque tipologie base (1- contratti conclusi fuori dalla banca; 2 - difetto di sottoscrizione dei contratti; 3 - operazioni baciate totali e parziali; 4 - violazione dei doveri informativi; 5 - scavalcati)», oggi proviamo a chiarire con l'ex magistrato di Cassazione che è falso nei contenuti o, a dir poco, fuorviante il titolo comparso sul GdV il 12 agosto scorso sulle "baciate" («Il tribunale delle imprese. Operazioni baciate, il giudice respinge il ricorso dei clienti. Il nuovo orientamento dà l'ok alla richiesta di rientro dai fidi. »).

Seguito nei giorni successivi da una "esaltazione" della ovvia posizione difensiva in altre vertenze analoghe sulla legittimità delle stese baciate della BPVi (e non, tecnicamente, del Fondo Atlante come si vuol gabellare per individuare "fuori" da Via Btg. Framarin i possibili "cattivi") sotto il titolo del 12 agosto si affernava che «Il tribunale cambia orientamento sulle "baciate". Nell'aprile scorso il tribunale delle imprese di Venezia, con il giudice Marra, aveva dichiarato nulle le operazioni baciate, stoppando le banche Popolari (in quel caso era la BpVi) nella loro intenzione di rientrare dai passivi con la dichiarazione di sconfinamento. Una vittoria per tutti i risparmiatori quella ottenuta da un azionista a cui era stato chiesto di rientrare dal prestito di 9,3 milioni di euro; aveva presentato ricorso d'urgenza per farsi dichiarare nullo il contratto di fido in relazione alla sottoscrizione dell'aumento di capitale correlato. Quello che è chiamato "finanziamento baciato". Di recente, invece, il giudice Boccuni dello stesso tribunale ha respinto i ricorsi d'urgenza presentati da tre imprese clienti di BpVi e di Veneto Banca, in quanto non intravede il "periculum", cioè la prospettiva di un pregiudizio imminente e irreparabile per gli azionisti...».

Solo alla fine l'autore del pezzo, D. N., del giornale confindustriale si scosta, coraggiosamente, dalla linea editoriale e si avvicina di più alla cronaca corretta non emettendo lui "sentenze" sulla liceità o meno delle baciate e, soprattutto, sul "diverso orientamento" del Tribunale delle Imprese di Venezia. D.N., infatti conclude così: «La questione è complessa: se la banca chiede al cliente di rientrare dal fido, e quest'ultimo (indotto ad acquistare azioni con il meccanismo delle baciate) si oppone, l'istituto può far partire la segnalazione di sofferenza alla centrale rischi, creando problemi di accesso al credito per il debitore; e la banca può far partire un decreto ingiuntivo. Per il giudice, queste conseguenze non sono un «danno irreparabile», perché la società può presentare ricorso al decreto ingiuntivo. «La segnalazione con cui la banca ha comunicato lo sconfinamento dell'affidamento che contiene anche la contestazione del credito è dovuta per legge - scrive il giudice -, e non esprime apprezzamento circa l'affidabilità del debitore».

Nell'intervista che qui vi propone VicenzaPiùTv l'avv. Tonino De Silvestri, competente di certo più di noi, non sappiamo se anche se di D. N. e dei suoi referenti, ricostruisce giuridicamente tutta la vicenda tutta smentendo titolo e gran parte dell'articolo del collega e facendoci bene capire perchè l'ultima parte, fondamentale, è corretta e non dimostra alcun cambiamento di comportamento del Tribunale delel Imprese di Venezia.

Anzi...

 

P.S. Vi ricordiamo, infine, per eventuali domande o segnalazioni di casi, di non esitare a inviarle a questo nuovo indirizzo [email protected], un punto di contatto accessibile solo al direttore responsabile e ai collaboratori iscritti all'Ordine dei Giornalisti e, quindi, deontologicamente obbligati alla massima e totale riservatezza salvo autorizzazioni specifiche.

Ovviamente non saranno prese in considerazione segnalazioni di cui noi non possiamo verificare, per puro scopo di accertamento professionale, l'autore e le eventuali risposte se di interesse ampio verranno anche pubblicate oltre che inviate agli interessati, i primi componenti di quella Vicenza che noi vorremmo avesse più coraggio.  


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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