Quotidiano | Rassegna stampa | Categorie: Banche

Banca Popolare di Vicenza Spa dovrà subito superare incroci pericolosi: Zonin, Marzotto, Fiera di Vicenza, Fondazione Roi, Cattolica... E non bastano più Paolo Rossi e Paolo Scaroni

Di Gianfri Bogart Domenica 6 Marzo 2016 alle 22:58 | 0 commenti

ArticleImage

La nuova Banca Popolare di Vicenza spa è nata sabato 5 marzo (passando) sulle spoglie di circa 118.000 soci soci che vedranno crollare il valore delle azioni che avevano dai 62,50 euro, che erano sicuri che valessero in base a documenti ufficiali firmati dall'ex presidente Gianni Zonin & c., all'euro o giù (difficile su) di lì che avranno alla quotazione in Borsa. Quelli che, per conservare almeno quell'euro, hanno dovuto votare Sì alla loro stessa eutanasia a Napoli li definirebbero "cornuti e mazziati", Giovanni Boccaccio li avrebbe chiamati "becchi e bastonati", mentre "battus et contents" li avrebbe apostrofati Jean de La Fontaine, tanto per rimanere... dentro la grande Europa della BCE a trazione Merkel col paggetto Hollande e col battitore libero Cameron.

Ma può ispirare fiducia in Borsa un istituto bancario e il suo Ad Francesco Iorio, che si definiscono nuovi e trasparenti, se non scioglieranno una serie di dubbi e non solo quelli pesanti riassunti nelle nostre dieci domande senza risposta, che a seguire riproponiamo* anche se le riduciamo a otto perchè abbiamo reso inutili, per noi, i due dubbi sui malfunzionamenti operativi dell'home banking aziendale chiudendo il relativo conto il 29 febbraio scorso?

Quanti altri clienti faranno ancora come noi se la digitalizzazione dei servizi rimarrà inadeguata ai tempi e quanti dipendenti, molti di quelli che hanno costituito lo zoccolo duro dei Sì per la speranza, umana, di conservare il "posto di lavoro", verranno tagliat, quando gioco forza, la digitalizzazione dovrà essere spiunta per ridare efficienza a uan banca vecchia nella sua operatività e elefantiac a nelle sue eccessive filiali?

Tornando alla fiducia, Iorio dovrà mantenere le, tante, promesse fatte comprese quella, a Barbara Ceschi, la nipote del marchese Giuseppe Roi intervenuta in assemblea (nella foto), di far luce sull'ignoranza di quanto avessero deciso (l'acquisto di 29.000.000 di euro di azioni comprate, non si sa da chi e perchè, a 62,50 euro e dell'ex cinema Corso, rivelato in esclusiva, temeraria, da noi di VicenzaPiù) i 5 componenti del Cda della Fondazione Roi, presieduto dal Gianni Zonin e nominato per tre quinti dalla Banca di cui lui, Iorio, è Ad e per almeno un altro componente da un Comune di Vicenza, anch'esso, nelle parole del vice sindaco, "inconsapevole di tutto).

Ma per ispirare fiducia, sui conti presentati, la nuova banca spa dovrà spiegare anche i conflitti di interesse, magari solo "etici" ma ancora non sciolti, alcuni dei quali toccano ancora il nome di Matteo Marzotto, il "condannato", sia pure in primo grado per reati fiscali, che rimane in Cda nonostante anche i dubbi da noi sollevati sui finanziamenti concessi a società riconducibili alla sua famiglia e, ce lo ha ricordato oggi La Repubblica, e sull'esposizione consistente della Banca Popolare di Vicenza sui 40 milioni di debiti finanziari complessivi dellla Fiera di Vicenza stessa, di cui Matteo è ancora presidente...

Si dirà che le linee di fido (a Gianni Zonin e alla galassia intorno a Matteo Marzotto, ad esempio, come, forse, a Zigliotto, Zuccato & c., gli ultimi tre tra i tredici membri del Cda assenti eccellenti, e coraggiosi, all'assemblea della banca), non sono di competenza del Cda, ma i milioni concessi alla società presieduta da un membro del Cda lasciano l'amaro in bocca a tanti... tanto più che i dati esposti da La Repubblica sulla solvibilità della Fiera non sono tranquillizzanti e tanto più che anche altre partecipazioni, come quella in Cattolica, paiono sopravvalutate.

Leggete, gente, leggete (il pezzo** del quotidiano più letto in Italia pubblicato per voi sotto le nostre 8 domande) e speriamo che Iorio risponda in maniera convincente prima della quotazione in Borsa, se non ai nostri quesiti, almeno ai tanti dubbi di giornali nazionali molto più "quotati" del nostro.

Caro dr. Iorio, i testimonial "disinteressati" come Paolo Rossi e Paolo Scaroni, che si sono esibiti sulla stampa locale amica, sono serviti per i poveri "becchi e bastonati" in assemblea, ma non per gli smaliziati investitori a cui la banca verrà gentilmente offerta.

I fondi e gli uomini di finanza faranno di sicuro l'affare, ma il calciatore scommettitore, anche se comunque riscattatosi come grande goleador azzutto, e il manager condannato, anche se comunque ancora in auge per vendere la chimica di Eni, sembrano tanto, non ce ne vogliano, i testimonial giusti per la "vecchia" banca.

Ma non serviranno di certo loro a convincere a pagare per la "nuova" spa il prezzo ora giusto gente ben più smaliziata dei 118.000 soci il cui 81.95% dei presenti alle votazioni di sabato 5 marzo ha votato Sì ma piangendo, comunque, lacrime di sangue,  .

Serviranno solo, lei Iorio lo sa, dati chiari per non far scedere le azioni sotto quel già miserrimo euro che si pronostica (spera) che la Borsa assegnererà ai titoli.

 

* Le dieci domande meno due di VicenzaPiù
1 - Gianni Zonin e i suoi "possedimenti" non sono ancora "aggrediti" dalla Popolare di Vicenza per gli affidamenti concessi e garantiti dalle sue proprietà, che svanirebbero se dovesse con quelle risarcire i danni?
2 - nei documenti camerali visionati risultano partecipazioni o quote assunte in pegno di società apparentemente riconducibili ad ambienti vicini al dr. Matteo Marzotto, membro del Cda della BPVi, come ad esempio il 9,8% posseduto della Marzotto Società di intermediazione mobiliare spa (Marzotto SIM) e il 30% in pegno della Zignago Holding spa. Sono partecipazioni e pegni per finanziamenti compatibili con i sacrifici chiesti ai soci che in quelle partecipazioni e in quei pegni potrebbero vedere operazioni non esenti da conflitti di interessi?.
3 - per la chiusura delle filiali preventivate nel piano industriale quale era il valore patrimoniale iscritto a bilancio per le stesse filiali o, se non il dato non è disponibile o calcolabile, o mediamente il valore patrimoniale iscritto a bilancio per singola filiale di proprietà?
4 - destano preoccupazione i pegni al 100% di quote ad esempio di Grotto spa, Boscolo Hotels spa, Stroili Spa, Pittarosso, che, in molti casi, hanno conferito le loro quote in pegno anche ad altra primaria popolare veneta?
5 - Sono di sicuro attenzionate situazioni di quote in pegno di società in amministrazione straordinaria o in liquidazione che lascerebbero presumere difficoltà di recupero dei relativi crediti. Le chiediamo anche al riguardo se tali situazioni destano preoccupazione
6 - tra le partecipazioni della BPVi spicca, anche se finanziariamente marginale, quella nel Centro studi economici Nomisma, che fa riferimento all'ex premier Romano Prodi ed è presieduta dall'ex ministro Piero Gnudi. La partecipazione in Nomisma... ha motivazioni "politiche", essendo difficile immaginarne di reddituali, oppure era (è?) finalizzata a un migliore accesso ai suoi studi? In questa ultima ipotesi BPVi si è mai avvalsa e come degli scenari economici prospettati da Nomisma?
7 - l'autista personale dell'Ad Francesco Iorio è lo stesso che aveva a Brescia in UBI Banca e gli è stata concessa da BPVi oltre alla retribuzione da dìnuovo dipendente anche un'auto privata e una casa a Vicenza?
8 - dopo la condanna in primo grado di Matteo Marzotto a 10 mesi per il caso di mega "evasione fiscale" per la cessione di Valentino Fashion Group al fondo Permira il presidente di Fiera di Vicenza e Cuoa rimarrà ancora tra i membri del Cda della banca, ai quali, oltre alla competenza specifica richiesta dalle nuove norme, è richiesto il possesso di "requisiti di onorabilità"?

 

**Da Vicenza parte il riassetto del Nord Est: dalla nuova finanza alle grandi famiglie
di Marco Ferrando, Laura Galvagni, da La Repubblica
Sotto osservazione della Bce, di Consob e da tempo nel mirino della Procura. Eppure, nonostante ciò, Popolare Vicenza, complice un passato costruito anche sui meccanismi del capitalismo di relazione, resta uno snodo importante del crocevia finanziario veneto: dal credito alle assicurazioni, dalle infrastrutture alle fiere.
Fino a poco tempo fa è stata un tassello fondamentale per gli equilibri azionari di Save, l'aeroporto di Venezia (e Verona). Un equilibrio messo in discussione dall'improvvisa ascesa di Amber, un paio d'anni fa. Una presenza alla quale hanno fatto però da contraltare le azioni nel portafoglio della banca, da sempre schierata al fianco della storica compagine azionaria guidata da Enrico Marchi. Quel pacchetto, l'8,75% acquistato nell'autunno 2013, è stato dismesso nel dicembre scorso, con una plusvalenza di 16 milioni. A comprarlo è stata proprio Finint, la finanziaria di Marchi, che ha rinsaldato la presa su Save, che oggi controlla al 59,6%: il passaggio di mano si è concretizzato una volta ritrovata l'armonia tra i soci.
E a caccia di maggiore armonia sono anche gli azionisti della Fiera di Vicenza. La (ex) Popolare ha una quota di capitale marginale nell'ente, al di sotto dell'1%, però è uno dei creditori principali su un'esposizione complessiva nel 2014 di poco inferiore ai 40 milioni (i ricavi quello stesso anno sono stati di 31,2 milioni e l'ebitda di 5,2 milioni). Nel 2015 si è tentato il matrimonio con la Fiera di Verona ma le nozze sono poi saltate perché la società scaligera ha preferito abbandonare il progetto. Ora sembra tornato d'attualità il piano Borsa, e a sponsorizzarlo, tra gli altri, c'è l'attuale presidente, Matteo Marzotto, il cui mandato, tuttavia, scadrà con l'approvazione del bilancio 2015.
Marzotto, insieme alla famiglia Amenduni, è uno dei soci storici dell'istituto. Così come tra gli azionisti figura anche Cattolica. La quota è marginale, ha circa l'1% della Popolare come frutto di un investimento di poco inferiore ai 60 milioni tra la quota di aumento di capitale sottoscritta e le azioni acquistate. Allo stesso modo la banca è socia del gruppo assicurativo con una partecipazione, invece, assai rilevante: il 15%. Recentemente la Commissione che controlla i mercati ha acceso un faro sui rapporti tra la banca e la compagnia. Gli uomini di Vegas hanno chiesto conto del valore al quale la quota è iscritta in bilancio: 388 milioni di euro, poco meno di 15 euro a titolo contro i 6,4 euro cui tratta attualmente la società. La banca ha finora evitato di aggiustare il valore giustificando la propria decisione con la strategicità dell'investimento. D'altra parte, il pacchetto dà diritto all'istituto di esprimere il vice presidente e un sindaco. Non solo, Cattolica prevede anche che la società sia amministrata da un board composto da diciotto membri, dei quali fino a sei residenti nella Provincia di Verona, due residenti nella Provincia di Vicenza e i restanti residenti altrove. Insomma, il legame tra le due è certamente forte. Abbastanza da giustificare un prezzo di carico così elevato? Si vedrà cosa diranno i regolatori. Di certo, sarà in ogni caso importante capire come si muoverà la compagnia in occasione della maxi ricapitalizzazione di Vicenza.
Un passaggio, questo, chiave per capire chi e cosa è disposto a mettere sul tavolo nel riassetto della finanza nordestina: le grandi famiglie venete, già esposte sulla banca, è possibile che seguano l'aumento se non altro per difendere l'investimento effettuato negli anni passati, che con la quotazione è destinato a essere quasi interamente cancellato. Ma tutto dipenderà dalle condizioni, a partire dal prezzo, a cui verrà offerto l'aumento da 1,75 miliardi: nelle settimane scorse i contatti tra il management della banca e i soci storici (più qualcuno nuovo, come ad esempio l'ex di Eni Paolo Scaroni) ci sono stati, qualche apertura anche, ma i conti si faranno più avanti.
Diversamente, interverrà UniCredit. Che è garante dell'aumento e in Veneto ha radici profonde. Di cui è testimone vivente Fondazione CariVerona, che di UniCredit è primo socio italiano con il 3,5% ma punta a diversificare. Dove? Magari proprio in Popolare di Vicenza, visto che nel vicentino si estende la "giurisdizione" dell'ente presieduto fino a ieri da Paolo Biasi e dal 12 febbraio da Alessandro Mazzucco: «La Fondazione Cariverona continua a seguire con attenzione tutti gli sviluppi possibili nel turnaround intrapreso dalla Banca Popolare di Vicenza», ha ribadito l'ente giusto l'altroieri. Anche qui, è questione di condizioni: se saranno ritenuti interessanti, la Fondazione potrebbe essere in prima fila nel prossimo aumento della Vicenza andando a coprire fino a 100 milioni di euro. E quella mossa potrebbe essere propedeutica a una successiva intesa proprio sulla quota che la banca detiene in Cattolica con l'ingresso della Fondazione tra i principali soci.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network