Il Pd alle grandi manovre, Variati nel mirino
Lunedi 10 Maggio 2010 alle 14:43 | 0 commenti
Le grandi manovre sono cominciate. Obiettivo: il congresso cittadino in calendario a giugno e, più in prospettiva, la capacità di influire sulla scena politica comunale nei prossimi anni. Stasera torna a riunirsi il direttivo cittadino del Partito Democratico: in discussione, tra le altre cose, ci sarà anche un ordine del giorno (di cui si era già parlato a fine aprile ma su cui non si era votato, n.d.r.) con il quale l'ex consigliere della circoscrizione 3 Stefano Romani, vista la débacle delle ultime regionali, chiede le dimissioni del segretario regionale Rosanna Filippin. A prima vista niente di strano: la Filippin ha dalla sua molte scusanti - è stata eletta tardi, e in pochissimo tempo ha dovuto fare i conti con una situazione disperata, tra l'altro senza ricevere nessun aiuto dai vertici nazionali, apparsi ondivaghi e indecisi come non mai - ma la sconfitta di fine marzo è stata pesantissima.
Che si discuta delle scelte fatte in campagna elettorale, dei candidati, e delle strategie del partito ci sta.
Questa volta, però, c'è dell'altro. Stando a quanto si racconta tra i democratici vicentini, l'atto d'accusa contro la Filippin, che nella geografia interna del Pd è della stessa corrente di Variati, sarebbe solo il primo passo di una battaglia di portata ben più ampia. Un po' come sta avvenendo a livello nazionale, infatti, l'analisi post elettorale fornisce alle varie anime del Pd lo spunto per rialzare la testa e provare a rimettere in discussione l'assetto del partito. A muoversi sono soprattutto gli scontenti; cioè, in una situazione come quella vicentina dove tutte le posizioni di spicco, a cominciare dalla poltrona di primo cittadino, sono occupate da esponenti della vecchia Margherita, gli ex Ds. Così in molti tengono d'occhio le mosse di un Claudio Rizzato, rimasto fuori alle ultime regionali a favore di due margheritini come Berlato Sella e Fracasso, o di un Ubaldo Alifuoco (considerato molto vicino proprio a Stefano Romani), che all'epoca delle comunali 2008 aveva proposto, uscendone sconfitto, una linea alternativa a quella di Variati, e che da allora è rimasto in secondo piano. La tattica potrebbe essere questa: chiamare a raccolta gli ex Ds contro lo strapotere degli ex Margherita, e provare a riprendersi il partito. O almeno a riconquistare qualche posizione di peso. E non è solo una questione di nomi e di correnti: in ballo c'è la possibilità di dettare al Pd una linea meno appiattita sulle posizioni del sindaco. In altre parole, di incidere sul governo della città .
Oggi, dunque, si discute della Filippin, ma tra qualche mese la posta in palio potrebbe essere ben diversa. Ecco perché, via sms e cellulari, è già partita la mobilitazione. Due anni fa Variati riuscì a portare tutto il partito dalla sua parte. Questa volta come andrà a finire?
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