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Il club dei 100 milioni, chi mette "oro" in bottiglia: Zonin è sesta

Di Rassegna Stampa Lunedi 16 Marzo 2015 alle 10:34 | 0 commenti

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Brindisi a Mario Draghi! La prossima parità tra euro e dollaro, tra gli effetti più immediati della manovra varata dal presidente della Bce, è musica divina per i vignaioli italiani che tanto contano sulle esportazioni, principale driver di crescita dell’intero mercato vitivinicolo nazionale. Il 2014 ha confermato la regola.

Il valore dell’export è cresciuto superando i 5 miliardi, mentre il mercato domestico ha tenuto botta, chiudendo i conti con il segno positivo, nonostante le permanenti difficoltà, calo dei consumi in testa. Superbig Il consuntivo finale, i pro e i contro dell’ultimo esercizio e soprattutto le prospettive 2015 di questa industria, bandiera del made in Italy nel mondo, emergeranno con chiarezza dalla classifica delle maggiori aziende vitivinicole italiane che sarà pubblicata su CorrierEconomia , nelle prossime settimane. E’ uno spaccato interessante dell’intero mercato che raccoglie sotto lo stesso tetto cooperative, aziende familiari, società commerciali. La raccolta dati dell’ultimo bilancio è in dirittura d’arrivo e il numero di aziende protagoniste della graduatoria 2014 si avvicina quest’anno a quota 100. La tabella in alto anticipa qualche dato delle 14 superbig del mercato: le aziende con un giro d’affari superiore ai 100 milioni. Il vertice è dominato ancora una volta da due cooperative, che appaiono al momento irraggiungibili. Prima, con oltre 500 milioni, è l’emiliana Cantine riunite Civ, di Compagine (Reggio Emilia). Leader nella produzione di Lambrusco e vini frizzanti, la coop presieduta da Corrado Casoli guarda tutti dall’alto al basso grazie al contributo decisivo del controllato Gruppo italiano vini, di gran lunga il maggiore singolo protagonista del mercato, con più di 300 milioni di consolidato. Il secondo posto assoluto spetta alla Caviro di Faenza (Ravenna) con oltre 230 milioni nella sola divisione vino (il consolidato cresce considerando anche distilleria e energia). Guidata da Sergio Dagnino, Caviro è numero uno per volumi, big nella grande distribuzione nell’area dei vini quotidiani e ha potenziato il suo portafoglio con prodotti di pregio. Il terzo posto sul podio tocca ancora a una coop: è il gruppo trentino Mezzacorona presieduto da Luca Rigotti che consolida la sua posizione in vetta, con una crescita del fatturato al di sopra della media registrata dal gruppo di testa. Meno di 2 milioni separano Mezzacorona dal gruppo Antinori, al quarto posto con 169,5 milioni. E’ la più grande realtà privata del mercato, produttrice di etichette celebri. Appartiene da nove secoli alla famiglia fiorentina dei marchesi Antinori, proprietaria della maggiore estensione di vigneti: ben 2.670 ettari. Il quinto posto è della piemontese Fratelli Martini di Gianni Martini, grande azienda vinificatrice e imbottigliatrice, seguita, a distanza di pochi spiccioli, dalla Zonin 1821. E’ questo il nuovo logo della storica cantina veneta di proprietà della famiglia Zonin, tra le più note in Italia nella produzione di vino, titolare di 1.900 ettari di vigne. Al settimo posto riecco una grande coop trentina che marcia di buona lena: è la Cavit di Ravina guidata da Enrico Zanoni. Calici in Borsa E’ quindi la volta del polo vino della Campari affidato alle cure di Sascha Cumia, managing director wines dal 1° marzo. La flessione del fatturato si deve al differente perimetro operativo, a seguito della vendita di Odessa Sparkling wine. Al nono posto ecco la grossa novità nella fascia dei big: l’Italian wine brands (Iwb) è il primo gruppo vinicolo italiano quotato in Borsa (sul mercato Aim). Ammessa al listino a gennaio 2015, è una holding di taglio industriale con in pancia due aziende operanti in differenti aree di business: la piemontese Giordano vini, unica impresa attiva nella vendita diretta che nel 2013 era presente in classifica con poco più di 100 milioni, e la Provinco Italia di Rovereto, azienda che lavora esclusivamente all’estero nel canale della grande distribuzione con circa 38,9 milioni di ricavi nel 2013. Presieduta da Mario Resca, la Iwb ha progetti di crescita ambiziosi, con nuove acquisizioni. Al decimo e undicesimo posto altre due aziende venete a vocazione industriale e forte impegno export: Casa vinicola Botter ed Enoitalia, guidate rispettivamente dalle famiglie Botter e Pizzolo. Santa Margherita guadagna un posto e sale a quota 12, mettendo a segno il maggiore incremento del fatturato tra i big. Di proprietà di Gaetano Marzotto e dei suoi fratelli attraverso la holding Zignago, è tra le realtà più solide e più pronte a crescere. L’olimpo del vino si chiude con due coop: il romagnolo Gruppo Cevico presieduto da Ruenza Santandrea e la Cantina di Soave diretta da Bruno Trentini.
di Anna Di Martino dal Corriere Economia

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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