I soci della BPVi manifestano il 21 luglio con "Noi che credevamo nella BPVi" e altre associazioni e Pierpaolo Baretta accetta il confronto. Luigi Ugone: mi hanno denunciato!
Sabato 22 Luglio 2017 alle 15:19 | 0 commenti
Vi proponiamo, dopo quello introdutivo di ieri, un docuvideo che registra fedelmente (pur se con qualche minimo stacco dovuto a problemi operativi e con gli ultimi minuti di immagini un po'... nebbiose, per un problema tecnico di cui ci scusiamo anche se sono totalmente fruibili in video e audio) la cronaca di ieri a fronte della "disattenzione" dei media tradizionali locali che hanno pubblicato ben poco a corredo di foto solo dell'inizio della protesta quando erano ancora pochi a Villa Lattes i soci della Banca Popolare di Vicenza, poi arrivati a centinaia, anche se sempre pochissimi rispetto ai "truffati" (definizone di Baretta), a "pressare" il sottosegretario all'Economia, il veneto Pierpaolo Baretta.
Il rapresentante del Governo e politico del Partito Democratico era stato chiamato a parlare a meno di 80 persone (la sala ne può ospitare 90 e le sedie vuote erano ben visibili) durante uno dei soliti convegni sulle fu banche popolari venete a dramma compiuto (quello di ieri era organizzato a Villa Lattes dal Circolo Fratelli Rosselli - Sezione Veneto in collaborazione col Pd provinciale)
Le frasi del convegno erano tutte già "dette", ridette e inutili nella sostanza, non ce ne voglia Veronica Cecconato, la segretaria provinciale "troppo fedele" a questo Pd morente, per cui non portava con sè nulla di nuovo ascoltarle e riferirle per l'ennesima volta come hanno invece diligentemente fatto alcuni nostri colleghi... tradizionali.
E anche il ritornello della mancata tutela dei soci da parte del decreto in via di approvazione anche al senato su BPVi e Veneto Banca e sulla loro liquidazione amministrativa coatta a favore della continuità operativa dei clienti e degli affari migliori, "donati" a un euro a Intesa Sanpaolo, veniva suonato e cantato di nuovo partendo dall'equivoco di base che assimila i risparmiatori soci di una cooperativa, come erano quelli che a decine di migliaia hanno sottoscritto le azioni BPVi e Veneto Banca fino al 2014, agli azionisti... Fiat come ha detto Baretta in uno dei pochi passagi per pochi intimi per giunta plaudenti da noi ascoltati: "lo Stato non può aiutare con i soldi dei cittadini degli azionsti, altrimenti anche gli azionisti Fiat (che non c'è più, ndr), ad esempio, potrebbero chiederlo se le loro azioni (comprate, quelle sì, in borsa e quindi ben coscienti del rischio dell'investimento, ndr) precipitasssero".
Noi, invece, abbiamo preferito seguire quello che doveva essere il back stage dell'evento, di cui forse i fratelli Rosselli potrebbero non essere orgogliosi, e che, invece, era il succo della giornata: la protesta della gente che chiedeva e alla fine ha ottenuto, anche, bisogna dirlo, grazie alla sensibiltà di Baretta: un confronto col sottosegretario.
E Baretta ha risposto, spesso in politichese, ma mai nascondendosi, alle domande dei soci e dei rappresentanti di associazioni che lo interrogavano con insistenza e talvolta con ripetitività e "demagogia" come ha detto il rappresentante del governo una delle poche volte in cui si è lasciato andare di fronte alle contestazioni "massive" di Luigi Ugone, protetto da un cancello e dalle Forze dell'ordine, prudentemente schierate e ben gestite, aiutate in ciò dalla civiltà dei manifestanti anche se non vuole che li si definisca così Luigi Ugone, il presidente di Noi che credevamo nella BPVi, identificato dai dirigenti della Questura e subito pronto a gridare al "suo popolo" di essere stato "denunciato" per l'ipotesi di "manifestazione non autorizzata" mentre quella di ieri era, dice, solo la presenza davanti a un incontro pubblico con impossibilità di entrare vista la scarsa capienza della sala.
Al di là di questa... scaramamuccia, di cui non si trova eco sui soliti media, che si guardano bene anche dal citare i nomi delle associazioni presenti e dei loro rappresentanti, il confronto è stato animato ma perfettamente ordinato così che lo stesso Baretta con ritrovata sensibilità ha chieso verso la fine dell'incontro confronto al dirigente della Digos presente, il dr. Nevio Di Vincenzo, di aprire il cancello prima chiuso.
Cancello che, invece, andava chiuso prima che scappassero i buoi responsabili di quella che lui stesso ha definito una truffa facendo il nome di Gianni Zonin ed estendendo le responsabilità anche ad altre situazioni locali: "prima della trasformazione in spa, che ha solo scoperto il coperchio sulla pentola, le cose andavano bene con Zonin?", ha chiesto PierPaolo Baretta più che ironicamente ai presenti tra cui il sindaco Achille Variati, che ricerca una verginità perduta per quelle situazioni di cui si fa fatica a pensare che fosse inconsapevole, se non altro per quanto gli abbiamo detto e scritto noi per anni!
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