I livelli essenziali di assistenza: la Regione, i Comuni e le persone con disabilità
Sabato 14 Settembre 2013 alle 18:16 | 0 commenti
Riceviamo da Vanni Poli e pubblichiamo - Finalmente si è mosso anche il sig. Sernagiotto, colui che fa l’assessore ai Servizi Sociali (sic!) della Regione Veneto. Egli, giustamente invitato dal Sindaco di Vicenza, ha conferito anche con i Capi gruppo del Consiglio Comunale, affermando tra le altre cose, a quanto mi si dice da fonte molto attendibile, che è in corso da parte della Regione una seria rivisitazione di tutta la problematica della disabilità e della non autosufficienza, con particolare riguardo ai cosiddetti L.E.A. (livelli essenziali di assistenza).
Anzi di più: egli avrebbe istituito una commissione o un gruppo di lavoro ad hoc (composto da psichiatri, psicologi ed altri “tecniciâ€) proprio per definire tali livelli e per dare finalmente una soluzione concreta al problema; solo successivamente, dice, si potrà parlare di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie.
Mi risulta che molti dei Capi gruppo del Consiglio Comunale si siano dichiarati soddisfatti dalle affermazioni del Sernagiotto ed anzi che gli abbiano anche chiesto di fare presto e di fornire le prime risultanze dei lavori di tale commissione (o come si chiama).
Occorre a questo punto che sia fatta veramente chiarezza sulla questione, perché non sempre è tutto oro ciò che luccica.
Innanzitutto mi sembra doveroso dare atto del fatto che l’Assessore regionale finalmente si è mosso verso un confronto con un Comune e che ha, comunque, assicurato che si adopererà per garantire che almeno fino alla fine dell’anno siano assicurati i fondi per risolvere il problema delle persone escluse dai Centri diurni ad opera della delibera Ulss approvata dalla Conferenza dei Sindaci e poi sospesa nei suoi effetti sino al 30 settembre.
Questa è una cosa positiva e significa che la voce delle famiglie si è fatta sentire in maniera efficace.
Resta però sul tappeto la questione principale, quella dei L.E.A. o dei L.E.A.S. (livelli essenziali di assistenza sociale).
Infatti è da qualche anno che le Associazioni delle famiglie delle persone con disabilità chiedono alla Regione che siano definiti i livelli di assistenza sociale avendo in risposta solo il silenzio. Ora l’Assessore finalmente conviene sulla necessità di individuarli, anche perché senza di essi continuerebbe il caos delle rette esistente nelle diverse aziende Ulss e monterebbe ulteriormente il malcontento.
Sorgono allora spontanee alcune domande: come e chi è chiamato a definire i L.E.A.? da quali figure è composta la Commissione di cui parla Sernagiotto? n quale misura sono state coinvolte le Associazioni dei familiari? sono esse rappresentative a livello regionale? con quale atto deliberativo è stata istituita tale Commissione? di essa fanno parte rappresentanti dei Comuni a cui compete una grossa parte della spesa? ha questa Commissione ricevuto un mandato specifico? cosa dice il Consiglio regionale a tale proposito?
Le risposte a tali domande, sicuramente imbarazzanti, noi le attendiamo con ansia, perché si tratta di definire, in pratica, il futuro di alcune migliaia di persone con disabilità presenti sul territorio regionale: non è cosa da poco.
A me risulta per certo che una commissione (o gruppo di lavoro) effettivamente esiste, che essa aveva il mandato dapprima di studiare modifiche alla legge regionale 22 sugli standard delle strutture per i disabili, successivamente, visto che la maggioranza dei componenti neppure conosceva tale legge, il mandato era quello di trovare alternative ai Centri Diurni, considerati fideisticamente obsoleti (in base a quali considerazioni non si sa), oggi pare che debba definire i L.E.A.
Questo è molto preoccupante, tanto più se i livelli di assistenza sociale saranno definiti da psichiatri e psicologi senza la partecipazione diretta ed efficace delle famiglie e delle loro Associazioni maggiormente rappresentative e senza il coinvolgimento dei Comuni: è preoccupante ed inaccettabile.
Chiediamo perciò che il Comune di Vicenza e la Conferenza dei Sindaci della nostra Ulss non prendano per oro colato tutte le affermazioni dell’Assessore regionale, ma pretendano che le sedi in cui si decide del futuro delle persone con disabilità siano aperte al contributo fattivo degli Enti Locali e delle Associazioni delle famiglie, per lo meno di quelle più rappresentative al livello regionale, la cui esperienza non può essere trascurata sulla base di un illusorio principio di innovazione.
In sostanza chiediamo di essere presenti affinché nessuno decida per noi e per i nostri familiari passando sopra le nostre teste.Accedi per inserire un commento
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