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I dimenticati

Di Giorgio Langella Mercoledi 27 Aprile 2011 alle 22:07 | 0 commenti

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Vorrei fare una considerazione su una notizia che ha scosso l'opinione pubblica: la norte di Pietro Ferrero. La morte di un giovane imprenditore con interessi molteplici è certamente una cattiva notizia. Una morte improvvisa, poi, scuote le coscienze, muove alla commozione. Ferrero era, da quel che riportano gli organi di informazione, una bella persona.
La moltissima gente (e parlo di quella comune) che ha partecipato al suo funerale è la dimostrazione di un apprezzamento vasto, di una stima profonda.

Ma una cosa vorrei rimarcare. I lavoratori che muoiono sul lavoro o che contraggono gravi malattie perché lavorano in ambienti insicuri, sono quasi sempre soli. Non parlo dei fatti "eclatanti" tipo ThyssenKrupp, quelli che scuotono l'opinione pubblica. Quelli che hanno risonanza per qualche giorno. Parlo dei tantissimi morti anonimi. Dei lavoratori della Marlane-Marzotto, ad esempio. Parlo di quelli relegati nelle pieghe della cronaca. In quelle brevi notizie nascoste che si fa fatica a trovare. Parlo dei tanti lavoratori morti sul lavoro e nel lavoro che non hanno né nome né volto.

Ai funerali di Pietro Ferrero sono andate le massime autorità (forse è giusto), dai lavoratori (quelli che faticano ogni ora di ogni giorno) vanno i parenti, i colleghi ... e tutto si ferma là (e questo è profondamente ingiusto, irrimediabilmente sbagliato). C'è qualcosa che non va in una società che è sempre più legata alla fama e all'apparire.

Ecco, in una giornata come questa che ha visto una grande commozione per la morte improvvisa di Pietro Ferrero, vorrei che ci fermassimo un attimo a ricordare tutti i lavoratori che hanno perso la vita perché il lavoro è diventato sempre meno sicuro e sempre più difficile e faticoso. Non chiedo neppure un minuto. Basta un attimo per non dimenticare che in Italia esistono i "meno uguali". E questi sono i lavoratori che sono sempre più precari. Sono quelli a cui si chiede di lavorare anche il 1° maggio perché qualcun altro deve guadagnare. Sono quelli a cui i grandi ricchi (padroni e dirigenti) chiedono sacrifici altrimenti chiuderanno le fabbriche. Sono gli stessi che hanno liberato l'Italia dal nazifascismo. Sono quelli che, con il loro continuo sacrificio, hanno fatto nascere la nostra Costituzione.

Sono i dimenticati.

Leggi tutti gli articoli su: Pdci, Giorgio Langella, Fds, Morti sul lavoro, Pietro Ferrero

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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