I commenti al referendum di Laura Puppato e Roberto Ciambetti
Lunedi 5 Dicembre 2016 alle 01:37 | 3 commenti
Aggiorniamo qui i primi commenti locali dopo la nostra nota e dopo le considerazioni del Psi del Veneto
Referendum, Laura Puppato: "L'Italia perde una grande occasione"
"Credo che stanotte l'Italia abbia perso l'occasione di approvare una buona Riforma, che avrebbe messo in difficoltà burocrazia e vecchia politica, abituata a galleggiare, anziché a fare". Lo dice Laura Puppato, commentando i risultati al referendum.
"Nei dibattiti sono emerse tutte le positività della Riforma, ma purtroppo in molti hanno cercato di terrorizzare parlando di inesistenti rischi di dittatura o, come in Veneto, di commissariamento della sanità - ha aggiunto - certo non perde Renzi e il Governo che ottiene comunque un 40% contro un 60 che raggruppa elementi molto diversi che non riusciranno mai neppure a sedersi allo stesso tavolo. Politicamente questo risultato dimostra ancora una volta la debolezza degli avversari che, sconfitto Renzi, non avranno alcun progetto per governare il paese".
Referendum, Roberto Ciambetti
Da Padova a Bergamo a Vicenza, terre e popoli della Serenissima, terre del lavoro, hanno difeso la libertà e la democrazia. Il Vento del Nord soffia ancora: adesso si acceleri nella strada dell'autonomia per il Veneto.
Le élite sono state sconfitte un'altra volta e ora bisogna accelerare per cogliere l'autonomia del Veneto. L'affermazione del No mi pare chiaramente delineata e del resto nell'ultima settimana chi ha fatto campagna elettorale aveva avuto netta la percezione di questo risultato, nonostante la costante presenza del premier nelle televisioni, in palese violazione della Par Condicio, e il supporto dato al Sì dalla grande impresa e dalle principali testate giornaliste nazionali schierate a difesa del governo. Il dato elettorale è, per molti aspetti sorprendente: da una parte, con Renzi e l'Alta finanza, diplomazie e governi stranieri, i Presidenti di categoria e di sindacato che hanno pubblicamente sponsorizzato il Sì, dall'altra l'impegno quotidiano di migliaia di militanti che hanno cercato di spiegare le ragioni della Democrazia.
Non avete idea di quanti incontri pubblici abbia fatto sin dalla primavera scorsa trovando sempre persone attente, che volevano informarsi e capire. E' la vittoria della gente, di chi ogni giorno va a lavorare: Davide contro Golia. E Golia, nella sua arroganza, ha perso ancora. Non è un caso l'elevata partecipazione al voto di realtà come Padova,Bergamo e Vicenza: le terre e il popolo della Serenissima come sono trainanti nell'economia sono stati determinanti nella difesa della libertà , quasi a volerci ricordare che lavoro e democrazia sono inscindibili e che veramente la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e non sulle bugie o l'assistenzialismo. Il vento del Nord soffia ancora. I cittadini non sono caduti nel tranello e non hanno creduto alla fola della strada del cambiamento attraverso il centralismo e una politica assistenzialista asservita al mondo della finanza, delle Agenzie di rating, delle banche e dei fondi esteri, a iniziare da quelli wahabiti: i cittadini hanno capito il gattopardismo renziano: cambiar tutto per non cambiare nulla. Il fronte del No è riuscito a spiegare le ragioni della nostra preoccupazione e del pericolo che quella strada avrebbe portato. Personalmente penso che davanti a questa affermazione diventi ancor più urgente e importante il Referendum sull'autonomia del Veneto, perché dobbiamo difendere e mantenere il nostro modello socio-economico, dobbiamo difendere la nostra sanità di eccellenza che ha costi medi inferiori a quelli medi italiani, dobbiamo conquistare la nostra autonomia e tenere dunque nel territorio gran parte delle imposte che versiamo allo stato. Detto ciò, dal voto emergono almeno una serie di elementi oggettivi che non possiamo trascurare: è evidente che lo scenario politico esce terremotato da questa consultazione, per cui nelle prossime settimane, e forse già tra pochi giorni, assisteremo a fratture e scomposizioni di forze politiche e alleanze, nonché all'avvicinamento inedito di alcune forze politiche, o, meglio, dei loro leader, all'allontanamento e separazione di altre. Per alcune forze politiche è facile prevedere notti da lunghi coltelli e vendette incrociate. Lo scenario, insomma, è complesso e tutto lascia presagire un periodo di assestamento confuso con ferite che lasciano il segno mentre la stessa vita istituzionale potrebbe essere profondamente condizionata e avvelenata da questa situazione in eveluzione. Infine da ultimo, ma non per ultimo, mi preoccupano le cambiali che Renzi ha firmato e distribuito a destra e manca, a Nord e Sud, e mi chiedo con quali soldi verranno pagati questi impegni pur sapendo che il governo andrà a cercare i soldi nel portafogli di chi lavora ed è onesto, nelle Regioni che hanno i conti a posto confermando ancora una volta che in questa Italia ad essere onesti e virtuosi non paga. Considerato che il Veneto è in testa alla classifica per fedeltà fiscale, presenta cioè un tasso di evasione fiscale tra i minori in Italia, è chiaro che il Veneto, che come Regione è la più virtuosa d'Italia con la migliore sanità offerta al prezzo inferiore alla media nazionale, sarà nell'obiettivo del governo e questo non può non preoccuparmi e farmi tornare alla considerazione iniziale: non basta vincere il Referendum contro la svolta reazionaria e centralista di Renzi, bisogna procedere a tappe forzate verso l'affermazione dell'autonomia del Veneto.
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