Gli opinionisti epistolari ZoZO e il trio Lescano
Mercoledi 9 Novembre 2011 alle 10:18 | 0 commenti
 
				
		Da qualche tempo, complice forse la crisi della carta stampata che non permette nuovi costi dopo i recenti pre pensionamenti, Il Giornale di Vicenza ospita nella sua rubrica delle lettere, pensiamo gratis anche se con qualche disagio nella "redazione ufficiale", si mormora in Via Fermi, un ex senatore nonché ex editorialista (de La Domenica di Vicenza da cui fu "espulso" prima di approdare da noi che gli abbiamo fatto da viatico per un Corriere del Veneto, poi non più accogliente). Ma l'Uomo, forte della sua esperienza di "navigato" politico della prima repubblica, non si sente ex nel leggere (e a volte condizionare) i fatti locali.
Dopo il suo botta e risposta sull'Aim con Alberto Zocca, un altro "vecchio compagno di ... gioco", oggi il senatore ha calato la sua opinione sulle mosse del trio vicentino Variati-Dal Lago-Sartori, sempre più in sintonia, ci fa capire, e sempre nella rubrica epistolare che staziona accanto a quella dei defunti, che forse le fa "televisivamente" da traino.
Ma, visto che quello che scrive Zoso è, come sempre, interessante, che sia solo una sua opinione al 100% o un messaggio che Il Tavor di Vicenza sembra si possa consentire di diffondere, per ora, solo nelle lettere, e visto che i due vecchi ZoZo a noi danno appuntamenti che poi mancano, approfittiamo delle loro lettere per conoscerli meglio e farli conoscere meglio ai nostri lettori.
Con una sola avvertenza e una sola preoccupata domanda.
La prima: quando dicono di diffidare dell'attuale politica e le lanciano messaggi che sanno di "garbate minacce" gli ZoZo non dimentichino che loro ne sono stati i padri fondatori.
La seconda (ma la risposta si può cercare anche nell'avvertenza): come mai loro oggi "sottintendono" anche quello che da tempo denunciamo noi? O meglio per chi (e non "perché") lo fanno, visto che il loro non è un dibattito su opinioni politiche, ma un vero e proprio avvertimento su malefatte vere o presunte? Quelle che noi denunciamo con i rischi connessi, perché corroborate da nostri scritti precisi, e che loro, invece, pur essendo "vecchi senza più problemi", agitano senza prendersene la responsabilità , bravi come sono a vestirle di parole (avvertimenti?).
Signori ZoZo, quello che conoscete, e lo conoscete vicini come siete alle "fonti", non limitatevi a farlo supporre agli addetti al settore annidati tra chi legge le lettere a pagina 70 o giù di lì.
Ma, se spendete in simbolici francobolli per senso civico, denunciatelo con le carte e/o le testimonianze nel luogo che "dovrebbe" essere il più adatto.
Quale? Anche per questo attendiamo le vostre opinioni.
Grazie Â
La lettera di Giuliano Zoso
Variati restò solo. Fortissimo. Sulla carta
E Variati restò solo. In  rapida sequenza le due dame della politica vicentina se ne sono andate  dal Consiglio comunale. Simul stabant, simul cadunt, si potrebbe dire.
Manuela  Dal Lago ha gettato la spugna. Ha finalmente e astutamente, come del  resto le fu consigliato, tolto di mezzo la sua candidatura nel 2013.  Gettando sì nella costernazione tutti quelli che speravano nella sua  “lista civica”, i reduci da tutte le battaglie e da tutte le bandiere,  che stanno precipitosamente tentando di ritornare a casa; ma togliendo  alla coppia di fatto (politica, s´intende) Variati - Sartori il miglior  sostegno e un comodissimo alibi.
Sottraendosi, per altro, a una prova  votata a sicura sconfitta. Lia Sartori, dal canto suo, non aspettava  altro. Estromessa rozzamente da capogruppo, assente dai Consigli  comunali, ignorata dai suoi, corpo estraneo, ormai, in una compagine in  perenne convulsione, ha tolto il disturbo, consapevole che il suo  rapporto con Variati non dipende, anzi, non è mai dipeso dai numeri in  Consiglio comunale.
Del resto, la pressoché assoluta indifferenza con  cui ha assistito alla cavalcata di Berlato nei pascoli che furono di  Forza Italia, la debole reazione di fronte alle migliaia di tessere che  il suo antagonista morbosamente collezionava, dimostrano che persino  l´interesse è scemato. L´interesse, per lo meno, per un certo tipo di  lotta politica. 
E Variati, così, restò solo. Più forte?  Apparentemente fortissimo. Ha una maggioranza amplissima. Ha fagocitato  il Centro e i Civici. I consiglieri del Pdl sono come falene intorno  alla lampada. Il loro capogruppo non aspetta altro che gli cantino:  “Aggiungi un posto a tavola…” E, nell´attesa, si presta a operazioni  “unitarie” che puzzano lontano un miglio.
Il drappello della Lega, senza i due deputati e con un partito in gravi difficoltà, non impensierisce più nessuno.
Fortissimo,  Variati. Sulla carta. Più debole, nei fatti. Perché l´anno e mezzo che  separa dalle elezioni è il più pericoloso. Perché arriveranno alla  decisione finale le scelte urbanistiche, alcune delle quali veramente  spericolate. Perché la macchina amministrativa, in gangli che sono  vitali, rivelerà l´incuria in cui è stata lasciata. Perché, nel morso  della crisi, la teatralità in cui il sindaco è maestro e allievo  insieme, mostrerà la corda.
Ma soprattutto perché nulla impedirà più  che il centrodestra si presenti alle elezioni unito, compatto, e magari  con un candidato allettante. È vero, il sindaco uscente è sempre il  favorito. Ma è, pur sempre, istituzione. E, nel caso di Variati, è la  politica, una politica che viene da molto lontano. Istituzioni e  politica, di questi tempi, non godono di grande fascino.
Il fenomeno  Renzi, il più eclatante di una tendenza diffusa, potrebbe essere un  campanello d´allarme e diventare un incubo, per Variati. E portarci, nel  2013, a un confronto vero, un confronto nel quale aver avuto in mano  tutto il Consiglio comunale da punto di forza diventerebbe ostacolo.
Giuliano Zoso
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