Giornata della Memoria, Canilli: non si possono omettere le colpe del fascismo
Lunedi 27 Gennaio 2014 alle 14:28 | 0 commenti
Nicola Canilli, Segretario provinciale Italia dei Valori - In Italia parlando di Giornata della Memoria non si può omettere di affrontare il legame tra Shoah e fascismo, specie quando dopo settant'anni purtroppo troviamo ancora una cultura fascista nei comportamenti e nelle idee di molti.
A tal riguardo Montanelli affermava: "Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello" e ultimamente pure a sinistra si subisce fin troppo questo fascino di diventare destra nella forma e nei contenuti. Tutto ciò perché in Italia non ci siamo mai chiesti a sufficienza come e perchè abbiamo potuto far nascere e appoggiare un regime e le sue leggi razziali. Parlando di razzismo e intolleranza, il tema non possiamo assolutamente permetterci di lasciarlo astratto nel passato: quello che è accaduto va analizzato e attualizzato ai fatti d’oggi. Inoltre il revisionismo sul fascismo e su chi ha scelto di essere fascista non ha portato e non porta alla pacificazione nazionale ma mette sullo stesso piano morale il carnefice e la vittima, col risultato di portare all'oblio e di non far comprendere il significato della scelta per la libertà fatta da molti Italiani a costo della loro vita. Pasolini diceva: "Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità , come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società ". Questo è il fascismo di oggi, mai sradicato. L’abbiamo trovato anche sabato a Bassano del Grappa a sfilare e a versare odio a due giorni dalla Giornata della Memoria, lo troviamo in politica, lo troviamo sempre così presente perchè fa parte ancora oggi del DNA di troppa Italia, di troppi italiani. Quante assurdità sentiamo o leggiamo in concomitanza di ricorrenze e manifestazioni a tema? Non transigiamo quindi sul revisionismo scientificamente qualunquista in atto, non cancelliamo la storia di sacrifici che sta alla base della libertà di noi tutti e dei diritti di noi tutti. L'egoismo è la piccolezza della società odierna, cavalcata e fomentata fin troppo negli ultimi due decenni. Ci vorrà nuovamente tempo per disintossicarci, saranno necessarie quindi consapevolezza e costanza. Per uscire dalla crisi non serve scaricare le colpe sui più deboli come abbiamo fatto in passato, come c’è chi sta facendo oggi e come per comodità si fa troppo spesso. Non basterà nemmeno che siano invece i veri artefici di tale situazione, magari, almeno per una volta, a pagare. Bisognerà invece più di tutto ripartire da una educazione civica, etica, morale e partecipativa, consolidare una società dove i cancri trovino difficile attecchire e un tale risultato lo si raggiunge attraverso la consapevolezza e la forza d'unione che ricorrenze come oggi possono contribuire ad infondere e trasmettere quotidianamente.
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