Giornata della Memoria: attuali razzismo, xenofobia e discriminazione contro il "diverso"
Giovedi 27 Gennaio 2011 alle 09:51 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella (Prc, Fds)Â epubblichiamo. Tutti possono scriverci a [email protected] )
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di sterminio nazista di Auschwitz scoprendo l'orrore. Grazie all'incubo della memoria dei sopravvissuti, come fu definito da Primo Levi, l'umanità ha potuto conoscere il genocidio sistematico perpetuato, in nome di una folle teoria razziale, nei confronti di milioni di persone "colpevoli" di non appartenere alla "razza superiore" o perché considerate "diverse".
Questa barbarie ebbe origine in nazioni "civili", culturalmente ed economicamente evolute. L'Italia fascista fu protagonista di questa persecuzione verso chi era considerato asociale, di razza inferiore o diverso. Furono emanate leggi razziali che impedivano la vita agli ebrei e li costrinsero alla deportazione, furono istituiti campi di concentramento e di sterminio anche in Italia e nei territori che erano stati "conquistati" dai fascisti. Dovremmo sempre ricordare cosa successe nel campo di Fossoli, in quello di Bolzano, nel campo di sterminio della Risiera di San Sabba a Trieste, in quelli in territorio jugoslavo, in Friuli, in Africa. Le responsabilità del regime fascista furono enormi ed è bene tenerlo sempre presente.
Tutto successe un poco alla volta, silenziosamente. Senza quasi rendersene conto i nostri padri si trovarono coinvolti nello sterminio di milioni di persone.
Anche se è impossibile conoscerne il numero esatto, le stime indicano in circa sei milioni le vittime ebree e in circa cinque milioni i civili uccisi perché zingari, serbi, politici oppositori del nazifascismo, omosessuali, testimoni di Geova, disabili o perché genericamente ritenuti "antisociali".
La nostra Costituzione, nata dalla Resistenza, è chiara e ripudia qualsiasi forma di discriminazione. Nell'articolo terzo, infatti, è scritto: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
Oggi stiamo vivendo un periodo storico nel quale la memoria tende a perdere significato. Fatti di razzismo, xenofobia e discriminazione contro il "diverso" sono all'ordine del giorno. Sono sentimenti di odio che fanno breccia lentamente nelle menti e che si consolidano nell'opinione pubblica, trasformando l'accoglienza in respingimento e odio. Non possiamo restare indifferenti a questa progressiva cancellazione dei principi costituzionali e dell'umanità . Il silenzio produce mostri. Dobbiamo denunciare con forza ogni episodio di discriminazione, ogni violenza verso il "diverso", ogni razzismo. Dobbiamo coltivare la memoria di quello che è successo perché non possa accadere mai più, in nessuna forma.
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