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Gianni Giglioli: una memoria su caso Aim Bonifiche, Carlo Valle, Gruppo Maltauro ...

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 7 Dicembre 2010 alle 15:33 | 0 commenti

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Dopo i due ‘pezzi' di ieri sul caso vede Gianni Giglioli 'collegato' ad Aim (in particolare Aim Bonifiche), pubblichiamo su espressa autorizzazione del dr. Giglioli la seguente ulteriore memoria autografa. Seguiranno altri capitoli inclusi gli approfondimenti ora affidati ai nostri collaboratori

di Gianni Giglioli

La richiesta di rinvio a giudizio ha preceduto di pochi giorni la presentazione di una memoria determinante nel chiarire ogni dubbio sulla correttezza del mio ruolo quale consulente in AIM.
Peccato che il Procuratore non abbia potuto leggerla in tempo.

Riassumo per punti:
L'operazione immobiliare in Laveno si era conclusa tra i tre associati con la restituzione del capitale investito e di una quota di utile. Un altro imprenditore è intervenuto sostituendoci.
Una verifica della Guardia di Finanza ha verificato la circostanza.
Dopo alcuni mesi dalla chiusura dell'operazione Laveno, fui chiamato in AIM per "trattare" con Ecoveneta il prezzo di cessione del 45% della società AIMECO.
Il mio interlocutore principale fu il Dott. Simonetto, Amministratore Delegato della Maltauro che controlla Ecoveneta.
Non Carlo Valle, bensì i rappresentanti del Gruppo Maltauro.
La decisione di acquistare la quota di AIMECO, posseduta da Ecoveneta era già stata assunta prima di conferirmi l'incarico. Così anche il prezzo, anche se solo verbalmente.
Tutta la documentazione valutativa, mi fu fornita dal Dott. Vianello, fui accompagnato nella visita all'impianto ed in ogni incontro con la controparte, dal direttore o dai consiglieri di AIM.
In particolare nell'ultimo e conclusivo incontro di fine dicembre, mi fu chiesto di chiudere l'accordo al meglio degli oltre 400.000 euro indicati a voce. Non fu semplice perché il Dott. Sandro Bordin minacciava le dimissioni se non avessi concluso l'accordo nella notte.
Arrivato all'obiettivo di 1 euro, che pareva un risultato impossibile ai consiglieri presenti, nonché al direttore, dichiarai (e di ciò esiste prova agli atti) che "per un euro, io avrei ceduto la quota di AIM in AIMECO ad Ecoveneta"
Ribadisco che la decisione di acquistare la quota era già stata assunta ed il prezzo definito.
Pagare 1 euro, anziché 400.000 fu il massimo che mi fu concesso di fare.
Non poco per un professionista privo di potere decisionale.
Successivamente il Consiglio di Amministrazione di AIMECO decise di dar seguito a quanto suggerito dagli avvocati. Non da me.
Il parere fu espresso settimane prima del mio primo incarico e senza alcun mio contributo.
Ossia di acquistare la piattaforma di Marghera.
Al riguardo, faccio presente che:
La rinunzia all'arbitrato contro Carlo Valle era già stata assunta con conforme suggerimento degli avvocati e senza opposizione del direttore;
Che il prezzo di acquisto della piattaforma era già stato fissato anni prima nel contratto di affitto d'azienda tra Servizi Costieri ed Ecoveneta;
Così anche le condizioni, modalità di pagamento e garanzie sullo smaltimento e bonifica del sito.
Non condividevo la decisione di acquisto, perché non mi risultava essere supportata da un concreto progetto industriale e, prima di iniziare a redigere la bozza di preliminare di acquisto, oggetto di un ulteriore separato incarico, accompagnai un esperto industriale del settore in AIM.
Questi, come risulta agli atti, spiegò le ragioni che inducevano, lui e me, a suggerire la rinunzia all'acquisto della piattaforma, perché il "mercato" dello smaltimento dei tossici e nocivi richiede professionalità che non si intravvedevano in AIM.
La raccomandazione fu inutile e mi fu chiesto di redigere la bozza di preliminare che, di fatto, era un riassunto degli accordi già assunti nel contratto di affitto d'azienda tra Servizi Costieri (Carlo Valle) ed Ecoveneta (Maltauro).
Ancora una volta, Carlo Valle non fu mia controparte.
Non ebbi nulla da trattare, perché prezzo, condizioni, garanzie, erano già state definite con Ecoveneta.
Ancora una volta non avrei potuto in alcun modo favorire l'acquisto.
Anzi, dopo aver cercato di contrastarlo in contrapposizione al parere dei legali, ottenni la soddisfazione di far risparmiare ad AIM altri 400.000 euro circa (lo riconosce Bruno Carta e gli altri consiglieri nelle loro dichiarazioni) sostenendo che lo smaltimento dei rifiuti avrebbe comportato un costo più elevato rispetto a quanto previsto, e ciò in forza di una perizia agli atti di AIM.
Carlo Valle non ne voleva sapere, deducendo che gran parte dei rifiuti non erano suoi.
Non potendo, allora, dimostrarlo, alla fine accettò una decurtazione del prezzo.
Oggi, alla luce del ricorso di AIM contro Ecoveneta si deve riconoscere che Carlo Valle aveva buone ragioni per opporsi alla riduzione del prezzo perché oltre 5.000 tonnellate di veleni, ad insaputa di tutti, (questo è un punto che la Procura avrà certamente chiarito) erano stati stoccati ed occultati da Ecoveneta nella piattaforma di Marghera.
Sulla perizia, da me redatta, di stima del compendio immobiliare, mi limito a constatare che il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, il Revisore, nella relazione al bilancio del 2009 (4 anni dopo la mia valutazione) confermano la congruità della stessa.
La novità è il recente ricorso di AIM contro Ecoveneta, da cui si ricava (parole di AIM)
Che fu doloso il trasferimento del contratto d'affitto d'azienda da Ecoveneta ad AIMECO il giorno dopo che l'attività della piattaforma di Marghera gestita da Ecoveneta fu bloccata dai NAS per operazioni di Ecoveneta illegittime, confermate da sentenza penale del Tribunale di Venezia.
Fu in quel momento (molto prima del mio primo incarico) che fu compiuto l'atto dannoso di trasferimento di metà dei costi di gestione di un'azienda sequestrata (quindi inattiva) da Ecoveneta ad AIM.
Questa circostanza la contestai al Procuratore Salvarani nel corso dell'interrogatorio.
Da quell'atto derivarono tutti i guai di AIM.
Chi allora dirigeva AIM (Consiglieri, Direttori, Sindaci e Revisori) non hanno avuto nulla da recriminare?
Perché hanno subito un danno provocato unilateralmente ed ingiustamente da Ecoveneta? (lo scrive AIM nel suo ricorso).
Non Carlo Valle, ma Ecoveneta e gli allora Amministratori, Dirigenti, Sindaci, controllori e controllanti, dovrebbero rispondere a queste domande che io posi per iscritto da assessore.
Come si concilia la richiesta di responsabilità di AIM contro Ecoveneta per i danni subiti in conseguenza di questo atto doloso con la chiamata a responsabilità di Amministratori, sindaci, revisori che sono stati nominati successivamente?
Come si può imputare il danno dello smaltimento dei rifiuti totalmente a Carlo Valle quando ben 5.000 tonnellate sono occultate dell'attività illegale di Ecoveneta?
Carlo Valle avrebbe diritto alla restituzione della decurtazione del prezzo da me ingiustamente, per lui, provocato?
A prescindere dalle altre possibili responsabilità penali o civili di Carlo Valle, è doveroso fare il distinguo tra le diverse responsabilità e chiamare per nome fatti e persone senza ambiguità.
Chi ha sbagliato per atti od omissioni comprovate, paghi chi fu da tali fatti ingiustamente danneggiato ed offeso.
Questo è il compito della giustizia in cui confido. Negli uomini un po' meno.
Una chiosa. Come avrei potuto, se fossi stato complice di Giuseppe Rossi in una truffa, essere l'attore della sua defenestrazione da Presidente di AIM e poi aver affossato il progetto che la stampa designa "piano Borra", evitando un danno irreversibile per AIM che si sarebbe creato un concorrente privato nel gas?
Infine, alcune domande.
Ho trattato, redatto e assistito AIM nella trattativa con Stabila; l'accordo firmato dalle parti prevedeva l'incasso di una somma che copriva tutte le spese sostenute per Marghera.
Anzi con un avanzo positivo.
Inoltre Stabila avrebbe assicurato una gestione industriale "subito" (nel 2005).
Chi ha deciso di non adempiere?
Chi ha bruciato questa opportunità?
Chi ha trasformato una operazione deliberata, un contratto concluso, altamente profittevole in un mucchietto di carta straccia trasformando un affare lucroso in un buco nero provocato non dall'acquisto di un immobile che vale per quel che è, ma dalla ignavia di chi non ha fatto nulla per attuare il piano industriale da condividere con Stabila?
Perché lasciar andare alla deriva la barca, dando corda alle lamentazioni, anzichè rimboccare le maniche e remare?
In conclusione, il Dott. Giglioli
non è intervenuto nell'accordo di affitto d'azienda tra Servizi Costieri ed Ecoveneta;
non è intervenuto nel trasferimento dell'affitto d'azienda da Ecoveneta ad AIMECO;
ha scoraggiato l'opzione di acquisto della piattaforma di Marghera, in contrasto con la scelta della rinunzia all'arbitrio;
ha fatto risparmiare ad AIM 400.000 euro riaprendo una trattativa (data per conclusa) con Ecoveneta;
ha fatto risparmiare oltre 400.000 euro ad AIM nella trattativa già conclusa (e scritta) nell'accordo tra Servizi Costieri ed Ecoveneta con corrispondente danno per Carlo Valle;
ha definito un accordo con Stabila che avrebbe fatto lucrare alcuni milioni di plusvalore ad AIM dalla piattaforma di Marghera;
ha evitato che AIM Gas venisse smantellata dal "progetto Borra";
ha denunciato alla Procura per primo (come persona informata dei fatti) l'abuso di Ecoveneta nel trasferimento di affitto di una azienda sequestrata;
ha sollevato la suddetta questione da assessore (assieme ad altre inerenti la cattiva gestione della piattaforma nei 5 anni trascorsi).
In che modo, in quale circostanza il Dott. Giglioli può aver procurato vantaggio a chicchessia, se non ad AIM?
Se è fondata la pretesa di AIM nel ricorso contro Ecoveneta, altri soggetti hanno perpetrato il danno e, (parole di AIM) con dolo.
Infine, il bilancio AIM 2009 conferma la correttezza stima fatta dal Dott. Giglioli sull'area di Marghera per cui il danno non è forse imputabile a chi non ha saputo gestirla con un progetto imprenditoriale?
C'era quello con Stabila, uno di Bruno Carta e uno del Dott. Sandro Bordin.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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