Gheddafi annuncia il cessate il fuoco in Libia, ma ribelli smentiscono: la guerra non si ferma
Venerdi 18 Marzo 2011 alle 22:21 | 0 commenti
Rassegna.it - Il regime dichiara l'immediato cessate il fuoco, in rispetto della risoluzione Onu. Ma i ribelli smentiscono: "E' un bluff, annuncio non importante". La Ue esamina i dettagli della situazione. E si continua a combattere nella città di Misurata
Gheddafi annuncia il cessate il fuoco in Libia, ma per i ribelli è un bluff. Questa l'evoluzione della situazione nel paese, dopo la risoluzione Onu di oggi (18 marzo) che ha autorizzato il ricorso alla forza per proteggere i civili.
Le forze fedeli a Muhammar Gheddafi hanno annunciato la sospensione delle operazioni militari, in linea con la decisione delle Nazioni Unite che ha imposto la no fly zone. L'"immediato cessate il fuoco" è stato reso noto dal ministro degli Esteri libico, Mousa Koussa, conversando con i giornalisti a Tripoli.
I ribelli, però, smentiscono il dittatore. l comandante degli insorti libici, Khalifa Heftir, ha dichiarato che il cessate-il-fuoco annunciato "non è importante" per l'opposizione, definendolo un "bluff".
L'Unione europea sta esaminando i dettagli della tregua. Lo afferma il ministro degli Esteri, Catherine Ashton, annunciando che le istituzioni comunitarie intendono capirne il "significato".
In effetti, si continua a combattere in alcune zone del paese, come la città di Misurata. A quanto si apprende, qui è di 25 morti il bilancio delle vittime degli scontri tra le brigate fedeli a Gheddafi e i ribelli. Lo riferiscono fonti mediche alla tv satellitare al-Arabiya. Insieme all'altra emittente al-Jazeera, entrambe confermano che gli attacchi delle truppe di Gheddafi sulla città della Tripolitania proseguono nonostante il cessate il fuoco annunciato dal governo.
In questo senso arrivano molte testimonianze. La Cnn ha diffuso la dichiarazione di un residente di Misurata, secondo il quale la città è in fiamme in seguito ad un bombardamento delle forze di Gheddafi. 'In Libia non c'é alcun cessate il fuoco, ci stanno bombardando in questo preciso momento, la città è in fiamme' ha detto l'uomo, chiedendo 'disperatamente' aiuto.
Stamani con dieci voti a favore, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha imposto alla Libia la no fly zone e autorizzato il ricorso alla forza contro le truppe di Muammar Gheddafi per proteggere i civili, spianando la via ad attacchi aerei. Alla notizia, arrivata la notte del 17 marzo, esplosioni di gioia a Bengasi, roccaforte degli insorti, minacciata in precedenza dal raìs che aveva detto: "Stiamo arrivando e non avremo pietà ". La risoluzione 1973 è una minaccia all'unità della Libia, ha denunciato il viceministro degli esteri Kaaim, aggiungendo che Tripoli è pronta a un cessate il fuoco. 'Speriamo che l'Italia si tenga fuori da questa iniziativa', ha detto fra l'altro.
L'Unione europea, con un comunicato congiunto della rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton e del presidente permanente, Herman Van Rompuy, si dice pronta "a mettere in pratica" la risoluzione. La Francia ha auspicato immediati raid aerei e anche le forze britanniche potrebbero entrare in azione già oggi.
La Germania, astenutasi in Consiglio di sicurezza a causa 'dei considerevoli pericoli e rischi', ha invece annunciato che non parteciperà ad azioni militari. Nel voto di ieri sera, la Germania si è astenuta assieme a Russia, Cina, India e Brasile. In nottata il presidente Obama ha chiamato il premier britannico Cameron e il presidente francese Sarkozy per coordinare una strategia comune.
Il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon ha definito la risoluzione di portata "storica". Questa, ha spiegato, sancisce il principio della protezione internazionale della popolazione civile. Ha quindi aggiunto che "tutti gli stati membri dell'Onu" devono contribuire alla sua applicazione e che "le autorità libiche devono cessare immediatamente ogni ostilità contro la popolazione civile".
E l'Italia è pronta a partecipare con mezzi, basi e uomini per la soluzione della crisi. Questa l'indicazione che emerge dal Consiglio dei ministri straordinario di oggi. L'Italia si mette a disposizione della comunità internazionale per garantire il rispetto della risoluzione Onu. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha confermato che il nostro paese mostrerà "attiva partecipazione che comprende l'uso delle basi".
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