Inchieste | Quotidiano | Categorie: VicenzaPiù, Informazione, Dal settimanale

Fumogeno San Biagio

Di Marco Milioni Lunedi 30 Gennaio 2012 alle 15:18 | 0 commenti

ArticleImage

La prima udienza per il processo Aim segna un punto a favore di Gianni Giglioli. Così almeno sostiene l'ex assessore che chiede chiarezza e rilancia con un esposto contro Vianello, Hüllweck e Variati. Frattanto però dal passato riemergono i timori di una prescrizione studiata a tavolino

«In nessun modo ho partecipato alla decisione di acquistare le quote di Aimeco. In nessun modo ho partecipato alla decisione di acquistare il sito di Marghera. Questo è quanto emerso dalla prima udienza penale sul caso Aim». A parlare così ai microfoni di Vicenzapiu.com del 14 e del 16 gennaio è l'imputato Gianni Giglioli, commercialista, ex assessore alle municipalizzate del capoluogo berico (quì anche l'intervista dopo al seconda udienza, ndr).

Il passaggio in tribunale è quello di venerdì 13 gennaio 2012. Rispetto all'esito del quale lo stesso Giglioli si dichiara molto soddisfatto. Anche perché il detective incaricato dalla "pubblica accusa", il maresciallo delle fiamme gialle Emanuele Agugiaro, alla fine in aula ha in qualche modo dovuto concordare anche sulla corrispondenza della stima del sito di Marghera effettuata da Giglioli, con i valori dei terreni attigui. Stima che in passato aveva visto gli inquirenti molto più scettici tanto da inanellarla tra gli elementi a carico del consulente. Questo almeno è il pensiero dell'ex assessore.

Il dito puntato. Nel suo j'accuse Giglioli riprende un tema a lui caro e punta l'indice contro Dario Vianello, direttore generale di Aim e lo punta anche contro una pattuglia di amministratori ed ex a partire da Enrico Hüllweck già sindaco del capoluogo berico, sino all'attuale primo cittadino Achille Variati, senza dimenticare i presidenti della provincia che dai primi anni Duemila si sono succeduti a palazzo Nievo. Nei confronti di tutti la critica è la stessa: avrebbero dovuto informare l'autorità giudiziaria circa la reale provenienza dei rifiuti finiti a Marghera (Aim ed Ecoveneta) in modo tale che non fossero messe in mezzo persone «innocenti» a partire dal «sottoscritto».

L'esposto. L'ex assessore è così convinto di ciò che dice che «il 5 gennaio» ha presentato un dettagliato «esposto» alla procura di Vicenza. Nel mirino è così finito un pezzo del gotha del potere presente e passato che ha ruotato attorno a palazzo Trissino, alle municipalizzate e ai settori dell'imprenditorìa vicentina che con le spa pubbliche hanno uno stretto rapporto. Di più, l'imputato chiede al giudice di essere sentito quanto prima, magari sovvertendo l'ordine già calendarizzato, giacché il consulente fiscale è certo che la sua testimonianza getterà sul caso una luce completamente nuova.

Per vero non è la prima volta che Giglioli racconta la sua verità in questo modo, anche se le novità emerse durante l'ultima udienza penale hanno cambiato il quadro della vicenda, quanto meno sotto il profilo delle possibili interpretazioni. Per questo motivo chi scrive ha interpellato i soggetti chiamati in causa dal commercialista (comune, Aim e procura), per sentire quella che in gergo giornalistico si chiama l'altra campana. Al momento di repliche non ce ne sono però. Unica eccezione è il procuratore reggente Paolo Pecori che molto cortesemente ha fatto pervenire a VicenzaPiù una nota scritta nella quale sottolinea che rispetto alle dichiarazioni di Giglioli non ha nulla da osservare.

Lo scenario. Sullo sfondo comunque permane la questione generale del processo che vede tra i protagonisti non solo Giglioli, ma pure l'ex presidente di Aim Giuseppe Rossi e il geometra Carlo Valle. A palazzo Trissino le voci circolano sempre più velocemente. Si parla di un processo nato o finito su un binario morto visto che la prescrizione incombe e che probabilmente la giustizia farà fatica concludere sì e no il primo grado: una certezza secondo le indiscrezioni uscite dal vecchio consiglio di amministrazione di Aim, proprio quello guidato da Rossi.
E la qual cosa finisce per essere una sponda alle critiche rivolte in passato agli inquirenti dallo stesso Giglioli: a partire dall'ex procuratore Ivano Nelson Salvarani, visto che l'inchiesta Aim è stata per mesi, almeno sul piano mediatico, il biglietto da visita proprio dell'ex procuratore oggi a riposo.

La previsione. Sicché è in questo mosaico che vanno incastonate le tessere costituite dalle parole dell'ex consigliere comunale berico Emanuele Rivellino che nell'inverno di tre anni fa diramò un comunicato incendiario nei confronti di palazzo Negri (Lasberla.net del giorno 8 gennaio 2009). Un dispaccio che riletto oggi getta una strana luce sull'intera indagine: «Salvarani... si lamenterebbe con l'amministrazione comunale vicentina perché quest'ultima non fornirebbe la documentazione richiesta relativamente all'affaire Aim. Fa un po' compassione Salvarani; la sua sembra la lagnanza di un cittadino inerme contro istituzioni sorde e kafkiane. Ma lui non è il capo della procura della repubblica? Perché le carte che non gli danno non le fa sequestrare dalla polizia?». E ancora sempre nella stessa nota si legge: «... Ciò detto comunque occorre analizzare a mente fredda le parole del procuratore. Se queste sono vere significa che pezzi della amministrazione comunale stanno remando contro l'inchiesta, oppure ci sono gravissime sacche di inefficienza in seno alla macchina municipale tali da giustificare provvedimenti draconiani con nomi e cognomi. La giunta del Pd che dice al riguardo? Tutto bene madama la marchesa? Rifiuto di credere invece che tale battibecco sia una cortina fumogena buona solo a far guadagnare tempo a chi vede nella prescrizione e nella lentezza delle indagini una sorta di salvacondotto. Mi rifiuto categoricamente di credere a questo, sempre che i fatti non dicano in futuro il contrario». Rimane da capire se le parole di Salvarani fossero indirizzate solo a palazzo Trissino o anche agli uffici di San Biagio.

Frattanto sono passati ormai quasi cinque anni da quando l'affaire Aim è deflagrato sui media. Solo ora la giustizia sta celebrando le prime fasi del dibattimento in aula. Nel 2008 le schermaglie per le vicende giudiziarie della multiutility furono uno dei più crudi capitoli della campagna elettorale per le municipali. Il consigliere comunale Federico Formisano, uno dei big del Pd berico, arrivò e descrivere come «delinquenziale» la gestione di San Biagio così come fu cucinata dagli uomini del centrodestra. Ora però la prescrizione minaccia di ingoiare tutto rivomitando in un unico secchio eventuali colpevoli e innocenti; quelli illuminati dai fari dei media e quelli lasciati nell'oblìo. Volontariamente o meno. Col rischio che l'inchiesta e processo da fari si trasformino in fumogeni.

Da VicenzaPiù n. 227 in edicola


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network