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Forno crematoio a Noventa Vicentina, M5S: speculazione finanziaria?

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 12 Settembre 2016 alle 15:14 | 0 commenti

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Di seguito la posizione del Movimento 5 Stelle Veneto in merito alla realizzazione del forno crematorio di Noventa Vicentina. A seguire l'interrogazione a risposta scritta depositata in Regione Veneto dal consigliere Manuel Brusco

Il progetto di costruzione di un forno crematorio a Noventa Vicentina è stato oggetto di un'interrogazione regionale depositata dal consigliere regionale dei Movimento 5 Stelle Manuel Brusco, su impulso della consigliere comunale di Noventa Vicentina Maria Pia Dall'Armellina.

Nello specifico i rappresentanti pentastellati interrogano la Giunta regionale veneta per capire in che modo, questo impianto di incenerimento si inserisca nella programmazione regionale e come si intende normare non solo il singolo impianto ma la sostenibilità dello stesso all'interno dell'intero contesto regionale, visto l'indubbio impatto ecologico e sulla salute dei cittadini che i forni crematori hanno.

La proposta di realizzare un impianto di cremazione che comprende 2 forni crematori e una "casa funeraria" per un investimento di oltre 7 milioni di euro tramite progetto di finanza, è stata presentata dallo "Studium Engineering" con sede a Padova. Progetto che andrebbe ad aggiungersi a quelli già esistenti a Vicenza a 37 km di distanza, a Padova a 42 km di distanza e a Verona a 45 km di distanza.
"Ci si chiede da quale area dovrebbe provenire l'utenza, considerato che il fabbisogno di Padova, Vicenza e Verona per un esercizio utile non è soddisfatto solo dai residenti in città che risultano insufficienti ma da province limitrofe tra cui il basso veronese padovano e vicentino, geograficamente contigue a Noventa Vicentina" - afferma la consigliere comunale M5S Dall'Armellina, anche a fronte del fatto che la Regione Veneto non è dotata di studi approfonditi e da un piano di creazione di bacini di utenza per questi inceneritori.Il consigliere regionale Brusco pone l'attenzione, invece, su quella che potrebbe essere una vera e propria speculazione finanziaria: "questi impianti sono proposti a diversi comuni di altrettante province attraverso la modalità della finanza di progetto, prospettando alle amministrazioni locali lauti canoni mensili di concessione nonostante sia ben chiaro che non vi è il fabbisogno necessario a far lavorare a ciclo continuo queste strutture".

Ecco l'interrogazione:

Premesso che:
Con delibera del consiglio comunale del 20/07/2016 n. 31, l'amministrazione del comune di Noventa Vicentina ha approvato la proposta di project financing per la realizzazione di un impianto di cremazione e "casa funeraria" ai sensi dell'art. 183 comma 15 del dlgs 50/16, adozione della variante urbanistica ai sensi della lr11/04 e dell'art. 9 del dlgs 327/10;
tale proposta, presentata dallo "Studium engineering" con sede a Padova in via San Crispino, 82, prevede la realizzazione in project financing di un impianto di cremazione che comprenda 2 forni crematori e "casa funeraria", con un investimento pari a € 7.243.323,70;
Premesso altresì che:
- in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l'installazione degli impianti di cremazione. Il D.P.R. 203/88 stabilisce solo dei limiti specifici in relazione alla localizzazione dell'impianto ed alla tecnologia adottata lasciando il compito di regolamentare le emissioni alla Regione o alla Provincia. Gli impianti di cremazione sono assimilati, pertanto, sotto il profilo legislativo, agli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali secondo le disposizioni del D.M 503/97 e del Ministero della Sanità relativamente all'incenerimento di rifiuti organici (materiale specifico ad alto e basso rischio BSE). Questa precisazione serve a richiamare alla memoria tutte le problematiche connesse alla gestione di questi impianti di incenerimento nella storia italiana a partire dagli anni '80;
- la convenzione di Stoccolma del 14 ottobre 2004, adottata con decisione del Consiglio dall'Unione europea, introduce per gli inquinanti organici persistenti il principio di precauzione e mira a garantire l'eliminazione sicura di tali sostanze, nonché le riduzioni nella relativa produzione e uso. Inoltre nell'allegato C della suddetta convenzione nella parte 3 indicante le categorie di fonti, al punto g viene esplicitamente indicato il forno crematorio quale struttura produttrice di sostanze come le policlorodibenzo-p-diossine. Si ricorda che tali sostanze chimiche presentano determinate proprietà tossiche che resistono alla degradazione. Infatti si accumulano negli organismi viventi, vengono trasportati dall'aria, dall'acqua e dalle specie migratorie e sono accumulate negli ecosistemi terrestri e acquatici;
- la realizzazione di un forno crematorio richiede perciò una ponderata indagine preliminare per valutare con obiettività l'esigenza di conciliare le disposizioni legislative in materia di salvaguardia dell'ambiente con la richiesta di un servizio alternativo alle classiche tumulazioni o inumazioni.
Considerato che:
- il comune di Noventa Vicentina conta attualmente 8.996 abitanti. Nello studio di fattibilità presentato con la proposta si rilevano alcune incongruenze, segnalate anche in sede di Consiglio comunale:
a pagina 11 della relazione illustrativa nella stima del bacino di utenza di circa 110 km non si tiene in adeguato conto della presenza di un forno crematorio a Vicenza a 37 km di distanza, a Padova a 42 km di distanza e a Verona a 45 km di distanza. Ci si chiede dunque da quale area dovrebbe provenire l'utenza, considerato che il fabbisogno di Padova, Vicenza e Verona per un esercizio utile non è soddisfatto solo dai residenti in città che risultano insufficienti ma da province limitrofe tra cui il basso veronese padovano e vicentino, geograficamente contigue a Noventa Vicentina;
- è da segnalare poi un esercizio ottimale di un forno crematorio, che scongiuri la produzione di diossine, si verifica in presenza di un regime costante di contenuto di ossigeno superiore al 6% in camera di post-combustione e la permanenza dei fumi a una temperatura di 850°C, e che tale condizione viene a mancare con un uso discontinuo del forno,- la stima delle circa 2130 cremazioni annue ipotizzate nel progetto appare insufficiente se paragonata ad esempio ai forni crematori di Padova che ne fanno circa 4500 all'anno sempre con 2 forni. In sostanza un forno crematorio inquina poco se funziona in modo continuo e perciò si rileva che il regime di utenza stimato non possa garantire il corretto ed ecosostenibile funzionamento dello stesso senza pensare ai costi di preriscaldo per garantire le temperature minime di 850°C necessari per abbattere la diossina prodotta nei fumi e non per ultimo il mantenimento delle superfici in refrattario con cui è costituito il forno;
- inoltre lo stesso progetto è stato proposto anche a un comune, Cervarese S Croce, ubicato a circa 30 km da Noventa Vicentina: in pratica i due impianti avrebbero lo stesso bacino di utenza.
Ritenuto che:
- anche nelle altre province venete appare allo scrivente che il servizio di cremazione sia proposto, con una certa leggerezza, da soggetti privati, con le modalità della finanza di progetto, che interloquiscono con i Comuni e prospettano loro dei lauti canoni mensili di concessione di un servizio in cambio della messa a disposizione di una porzione di territorio utile a ubicare l'impianto, con inevitabili "macabre battaglie" fra comuni e province vicine per conquistare un congruo numero di salme atto a garantire un ottimale funzionamento degli impianti.

Vista la legge 30 marzo 2001, n. 130 (Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri) la quale, all'articolo 6, prevede che le Regioni elaborino piani regionali di coordinamento per la realizzazione di crematori da parte dei comuni, anche in associazione tra di essi, tenendo conto
della popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale, prevedendo, di norma, la realizzazione di almeno un crematorio per regione.
Il sottoscritto consigliere interroga la Giunta regionale per sapere:
1) se la Giunta regionale e gli uffici competenti sono a conoscenza delle specifiche del progetto di realizzazione dell'impianto di cremazione a Noventa Vicentina, come questo si inserisca nella programmazione regionale e se intenda richiedere al Comune di Noventa Vicentina approfondimenti sul caso;
2) come la Regione ha finora attuato l'articolo 6 della legge 30 marzo 2001, n. 130 e come intenda attuarlo in futuro e se valuterà la promozione di vincoli più stringenti, soprattutto di distanza fra un impianto e l'altro, in considerazione della necessità di normare non solo il singolo forno crematorio ma la sostenibilità dello stesso all'interno dell'intero contesto regionale, visto l'indubbio impatto ecologico e sulla salute dei cittadini che questi impianti hanno.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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