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La Fondazione Roi torna a finanziare l'arte a S. Corona, da statuto... più o meno. Bulgarini più sicuro, noi meno. In attesa delle udienze per il milione di euro chiesto dall'ex Zonin al nostro direttore: per il reato di informazione?

Di Sara Todisco Domenica 9 Ottobre 2016 alle 18:55 | 0 commenti

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E' stata riaperta al pubblico venerdì scorso 7 ottobre, nella chiesa di Santa Corona, la Cappella del Rosario completamente restaurata grazie alla Fondazione Roi. Una Fondazione il cui fondatore fu  Giuseppe Roi, grande amante dell'arte vicentina tanto da volerle dedicare dei fondi per il finanziamento, acquisto, restauro di opere d'arte e allestimento di mostre. Grande passione del marchese era Palazzo Chiericati, come ha confermato nella presentazione del restauro della Cappella del Rosario il sindaco Achille Variati, ricordando con piacere ed orgoglio un uomo, Roi, che "profeticamente", gli suggeriva Marino Breganze de Capnist, ancora vicepresidente della Fondazione Roi (e Presidente di Banca Nuova del Gruppo Banca Popolare di Vicenza) nonostante tutte le "vicissitudini" che riguardano il suo faro, Gianni Zonin, "affermò che avrebbe portato avanti il suo finanziamento per la cultura e l'arte anche dopo la sua morte. E così è stato".

Certo all'epoca del suo lascito non avrebbe forse immaginato il coinvolgimento nella tragica vicenda della Banca Popolare di Vicenza, che ha portato ad un notevole impoverimento dell'Onlus a causa della mala gestio di Gianni Zonin come dimostrano i conti della Fondazione Roi, quelli da noi commentati e che emergeranno ancora meglio durante le udienze in cui il nostro direttore Giovanni Coviello dovrà "difendersi" dalla richiesta monstre di un milione di euro di danni per aver "scoperchiato" il vaso.

Il "Cavaliere del Lavoro", infatti, che fu presidente della Fondazione Roi, appunto, e della Banca Popolare di Vicenza, non evitò che finissero entrambe nel baratro ma stando ben attento di non finire lui stesso con loro. Eppure sin da piccoli ci insegnava Peter Pan che un bravo capitano affonda sempre insieme alla sua nave. Non la guarda affondare scappando in un altro mare calmo, magari a Panarea...
Di sicuro e invece resta molto nobile, nonostante le "offese" successive alle sue volontà, il sentimento con cui il marchese intraprese il progetto della Fondazione, un impegno senza scopo di lucro nella promozione dell'arte e della cultura.

Fondazione che "in particolare" cita dettagliatamente il suo statuto all'articolo 2 "ha lo scopo di favorire il Museo Civico di Vicenza nel perseguimento delle proprie finalità: la Fondazione pertanto potrà finanziare, in tutto o in parte, l'acquisto di opere, il loro restauro, gli allestimenti di mostre ed esposizioni organizzate dal Museo e la conservazione, gli allestimenti espositivi di Palazzo Chiericati e delle sedi museali vicentine. La Fondazione non potrà svolgere attività diverse da quelle sopra descritte e da quelle ad esse direttamente connesse accessorie per natura a quelle statuarie in quanto integrative delle stesse".
Leggendo il testo dello statuto ci sorge il dubbio della legittimità del coinvolgimento della Fondazione Roi nel restauro delle opere di Santa Corona, una chiesa di fatto e non un museo, ma ci viene in... "soccorso" Jacopo Bulgarini d'Elci, vicesindaco nonché assessore alla Crescita, che evidenzia come "rilevante" il passaggio generico dello statuto, precedente a quello specifico da noi riportato,  per cui "il finanziamento da parte della Fondazione Roi riguarda l'arte e la cultura con particolare attenzione, sì, a Palazzo Chiericati e Musei Civici ma anche all'arte e alla cultura vicentina più genericamente, come cita l'inizio dell'articolo 2 del suo statuto", che vi riportiamo qui per completezza lasciando a voi valutare se il vice sindaco interpreta o meno in maniera estensiva il punto che il più specifico passaggio successivo fa intendere come generico: "La fondazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di soli­darietà sociale nel campo della promozione della cultura e dell'arte per la quale sono riconosciuti apporti economici da parte dell'amministrazione centrale dello stato".

Lo stesso Bulgarini, per la verità, criticò la volontà di intervento della Fondazione Roi in ambito sanitario perché in quel caso invece "il suo intervento non era per niente pertinente con lo scopo della Fondazione".
Detto, per chiarezza, che ben venga l'intervento "culturale" della Roi e che in questo caso si può badare più alla sostanza che al dettaglio ma le interpretazioni larghe ci spaventano perchè fu in base a quelle che nacquero le "scivolate" off topic e ben più graci della Fondazione Roi, tra cui quella di destinare decine di milioni, circa 30, alla sottoscrizione dello 0,5% del capitale poi azzerato della BPVi, in palese conflitto di interessi tra chi "vendeva" le azioni (la Banca con Zonin presidente) e la Fondazione con presidente... Zonin e con il "nostro" Marino Breganze e Annalisa Lombardo in Cda (dove questi uktimi due ancora siedono) come membri nella  quota maggioritaria destinata alla Popolare di Vicenza.

Ricorderete, poi, l'acquisto per 2,5 milioni di euro dell'ex cinema Corso per poi trasformarlo, forse, in appartamenti di pregio (di grande apporto...culturale naturalmente) da parte dell'Onlus che VicenzaPiù documentò per prima beccandosi la "denuncia milionaria", per manifesta indipendenza?, e sentendo ben poco a sua difesa se non la voce sommessa di pochi consiglieri coraggiosi, di fatto due del M5S, e, anche se tardiva, una manifestazione di solidarierà di maniera del vicensindaco Bulgarini, poi zittito da quel sistema che lui, da solo, aveva avuto l'ardire di mettere in discussione denunciando in Sala Bernarda la connivenza dei poteri dominanti da tempo a Palazzo Trissino.
Vedere il male dove non c'è non è nostra intenzione, ma dubitare è un'arte che il vicentino deve imparare per sopravvivere in una terra di volpi travestite di onestà. Come la fidata banca del popolo di Vicenza, che era travestita di territorialità che ma che agì come una volpe.
O una Fondazione che torna ad operare, per lo più, secondo il suo scopo testamentario e statutario ma solo ora dopo gli anni targati Zonin, che per suo conto e a spese nostre e della Roi ha completato il suo mandato notificando una denuncia milionarie a Giovanni Coviello direttore di VicenzaPiù, quotidiano online indipendente per diffamazione (informazione?).
In una città in cui sindaco e amministrazione comunale non potevano al contempo essere membri di ‘questo e quello' e presidenti ‘di qua e di là' e non essere al corrente della verità economica (e morale) dei crolli che Vicenza ha subito nell'ultimo anno.

Vicensa, versi gli oci!  


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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