Flussi migratori, famiglie, integrazione: alcuni falsi miti sfatati dagli studi demografici. Almeno a Vicenza
Venerdi 22 Gennaio 2016 alle 13:19 | 3 commenti
Capire com'è composta la popolazione e studiare la demografia può dare un quadro molto più chiaro sulle reali condizioni della popolazione di un territorio, ed è, stando alle parole dell'assessore alla semplificazione e innovazione Filippo Zanetti, "un valido strumento per calibrare le politiche e le proposte amministrative da portare avanti". Il bilancio per la città di Vicenza del 2015 non solo ci ricorda la falsità di certi miti, ma svela alcune novità importanti.
Tre su tutte: alla faccia dell'invasione, per la prima volta si registra un calo notevole degli stranieri in città ; alla faccia della non integrazione, i dati di natalità degli stranieri si stanno uniformando a quelli degli italiani; alla faccia del Family Day, meno di un terzo delle famiglie residenti nel comune è composto da 3 o più persone.
Gli stranieri e i flussi migratori
Molti dati, a dire il vero, sono in linea con quelli degli anni scorsi, e quasi tutti sono in linea con la tendenza nazionale. La popolazione di Vicenza è in calo, anche se non drastico. In generale il 2015 è stato un anno con molti più decessi, anche a livello nazionale. La vera novità è che per la prima volta ad andare in flessione è il dato della presenza degli stranieri. Se ne vanno molti di più, ne arrivano meno, e soprattutto fanno meno figli, in sostanza adeguandosi ai tassi di natalità della popolazione italiana. Quest'anno saldo positivo per l'arrivo di italiani (oltre 2mila nuovi residenti a fronte di 1632 partenze), mentre sono in calo gli stranieri (meno di 1500 arrivi e oltre 2mila partenze). Sarà curioso vedere i dati il prossimo anno, per capire che effetto ha avuto l'ondata migratoria in corso da quest'estate, che però è già in parte inclusa nei dati di quest'anno.
Un altro dato rilevante e parzialmente inaspettato è la provenienza degli stranieri. La stragrande maggioranza dei 17768 stranieri residenti in città non proviene da paesi esotici o distanti dall'Europa, infatti, ma dal vicino Est, dai Balcani (soprattutto dalla Serbia) e da Romania e Moldavia. Il dato congiunto (Balcani, Romania e Moldavia) mostra che circa il 48% degli stranieri residenti a Vicenza provengono da queste zone. Per andare fuori da continente bisogna far riferimento a nuclei sotto le mille unità , come quelli di Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Marocco e Cina.
"Il fatto che questo dato sia in qualche modo stupefacente" commenta Zanetti, "ci dà un'idea di quanto sia realmente predisposta all'accoglienza la nostra città . Molti cittadini stranieri sono permettamente integrati nel tessuto sociale".
Famiglie e matrimoni
Dati "bizzarri" anche per le famiglie. Il Comune ne registra oltre 51mila, ma di queste ben 21299 sono composte da una sola persona. Non solo vedovi e vedove, ma anche single di mezz'età . Solo una famiglia su tre è composta da 3 o più persone, un dato che tuttavia non considera soltanto le coppie con figli, ma tiene conto di una serie di casi. Per dare un'idea della frequenza di famiglie "tradizionali" si può segnalare che le famiglie composte da 3 persone (idealmente padre, madre e un figlio) rappresentano il 6% del totale. In crescita i matrimoni, ma in crescita anche i divorsi (o meglio, i residenti divorziati). Da qualche anno, poi, i matrimoni civili sono preferiti a quelli religiosi, con una netta inversione di rotta rispetto ai dati di solo 15 anni fa.
Età e genereÂ
Alcuni dati forse "noti e risaputi": nascono più maschi che femmine, ma le seconde hanno un'aspettativa di vita di 6 anni più lunga, fatto che porta la popolazione femminile ad essere superiore a quella maschile. Età media intorno ai 45 anni, dato che rende Vicenza il capoluogo di provincia più giovane del Veneto. A cui si aggiunge il dato sull'Indice di vecchiaia, che calcola la quantità di over 65 su quella degli under 14. Vicenza registra un 177 (il che significa 177 "anziani" per ogni 100 giovani), staccando al ribasso di oltre 20 punti tutti gli altri capoluoghi del Veneto, che non scendono sotto la soglia del 200 (almeno due anziani per ogni giovane).
Insomma, il futuro della città , almeno per qualche altro anno, è assicurato.Â
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Forse qui qualcuno che sta provando a non ripetere gli errori del passato c'è, e va sostenuto: asili, sgravi per le famiglie con minori, sostengo all'istruzione, all'imprenditoria e all'innovazione, parchi, ciclabili e cultura sono le priorità per chi vuole costruire il domani e permettere di non rimanere schiacciati dal fardello del passato. Tutto il resto è noia.