Manifestazione nazionale dei metalmeccanici FIOM, Ferron: le ragioni della protesta
Martedi 7 Febbraio 2012 alle 22:23 | 0 commenti
La FIOM vicentina ha spiegato oggi le ragioni della protesta dei metalmeccanici della Cgil che stanno organizzando una manifestazione nazionale, slittata dall'11 febbraio al 18 per i problemi meteo che hanno messo in ginocchio gran parte dell'Italia tra cui Roma sede della protesta. Erano presenti alla conferenza stampa il segretario generale della FIOM Vicentina, Maurizio Ferron, Marina Bergamin, segretaria generale della camera del lavoro e altri componenti della segreteria dei metalmeccanici berici (nella foto Ferron con Bergamin).
 ffrontati i temi caldi della politica sindacale e del lavoro: dalla critica alle politiche sociali ed economiche del governo, alla questione dell'art. 18, passando per il problema della precarietà superabile con il contratto nazionale unico e condiviso.
Si è parlato anche di estensione degli ammortizzatori sociali e della necessaria riscrittura delle regole di rappresentanza e democrazia sul luogo di lavoro.
La partenza del corteo, quindi, è programmata in piazza della Repubblica, con conclusioni in piazza San Giovanni. Lo ha annunciato a livello nazionale il leader delle tute blu Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che alle ragioni per cui è scattata la protesta ("tutte riconfermate a partire dallo scontro con Fiat") si aggiunge il tema di più stretta attualità dell'articolo 18. Esplicito il titolo della manifestazione: democrazia al lavoro. "C'è un attacco alla democrazia, al lavoro e nel paese, c'è un attacco ai diritti e sopratutto un problema a creare nuovi posti di lavoro", aggiunge Landini guardando non solo alla Fiat e al contratto firmato da Fim e Uilm fuori da quello nazionale, ma anche all'art.8 della manovra dello scorso luglio con cui l'esecutivo Berlusconi sancì la possibilità di derogare ai contratti e in questo senso "legato a filo doppio con il tentativo di mettere mano all'articolo 18".
Un attacco, dice ancora Landini, reso evidente anche dalla riforma delle pensioni varata dal governo Monti. "Il sistema contributivo è una follia sopratutto per i precari", ribadisce il sindacalista, ricordando quale sia il rischio per gli esodati: "Oggi 70-80 mila lavoratori che avevano stretto accordi per l'accompagnamento alla pensione rischiano di restare senza lavoro né ammortizzatori sociali con la possibilità che si apra ai licenziamenti come dimostra la volontà di mettere mano all'articolo 18".
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