FdS: le dichiarazioni di Verdini, l'esempio di una classe dirigente
Sabato 4 Dicembre 2010 alle 11:48 | 0 commenti
Giorgio Langella, FdS - Verdini, coordinatore del PdL, ha dichiarato che, delle prerogative del capo dello Stato, "ce ne freghiamo politicamente". Ha usato espressioni care al ventennio fascista per affermare qualcosa di enorme gravità . Il "signor" Verdini ed, evidentemente, il partito del quale è coordinatore "se ne fregano" del presidente della Repubblica e del suo ruolo istituzionale. Siamo al delirio di una classe dirigente vecchia e decadente, di un'oligarchia il cui unico obiettivo è quello di restare ancorata ai posti del potere. A questa gente non importa nulla del paese e della democrazia. A lorsignori interessa unicamente occupare le "careghe" e, grazie a ciò, guadagnare quanto più possibile.
Ma chi è Verdini? Denis Verdini è quel "signore" che nel febbraio del 2010 viene indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione riguardo ad irregolarità a lui imputabili su alcuni appalti a Firenze e a la Maddalena sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8 (poi tenuto a L'Aquila). Denis Verdini è quel "signore" che è indagato dalla Procura di Roma in un'inchiesta su un (presunto) comitato d'affari che avrebbe gestito appalti pubblici in maniera illecita. Denis Verdini è quel "signore" costretto a dare le dimissioni da presidente e consigliere della sua Banca (il Credito Cooperativo Fiorentino) a causa dello scandalo P3 che lo vede coinvolto per corruzione e violazione della "Legge Anselmi" sulle società segrete, dopo che la Banca d'Italia aveva proposto al ministero dell'Economia "la sottoposizione dell'azienda alla procedura di amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni normative".
Proprio una "brava persona". Un esponente di quel degrado morale e politico verso il quale ci stanno precipitando i partiti di governo (PdL e Lega) che stanno devastando l'Italia. Gente che non esita ad ottenere interessi personali e arricchimenti illeciti grazie alla posizione di potere che occupano. Gente che ci sta "regalando" una corruzione dilagante (stimata in 70 miliardi di euro ogni anno), un'evasione fiscale di oltre 120 miliardi di euro ogni anno, una disoccupazione crescente, disastri ambientali dovuti all'incuria del territorio, la distruzione della scuola e della sanità pubbliche. Questa gente si permette di fregarsene del ruolo del Presidente della Repubblica? Mandiamoli a casa prima possibile anche se, forse, è troppo tardi.
Giorgio Langella
Partito dei Comunisti Italiani - Federazione della sinistra di Vicenza
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