Europetinion e Giovanni Moro: democrazia digitale
Venerdi 25 Giugno 2010 alle 01:29 | 0 commenti
Può un convegno sulle E-petition, le petizioni informatiche per proporre leggi di iniziativa popolare, organizzato dal Comune nella splendida cornice di palazzo Leoni Montanari, concludersi con una citazione dell'ex pilota di Formula Uno Mario Andretti?
Sì, se il convegno si chiama "Esperienze di partecipazione civica e democrazia digitale, città europee a confronto" e l'ultima relazione è affidata all'entusiasmo di Kevin O'Malley, solare e stravagante componente del City Council di Bristol.
Svoltosi mercoledì scorso, a conclusione del "Meeting Europetition", organizzato dal 21 al 23 giugno, in occasione dell'ingresso di Vicenza come prima città italiana nel progetto Europetition (che già comprende città di Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Spagna e Svezia), il congresso rappresentava una proposta di straordinaria importanza nell'ambito dell'Iniziativa Cittadina Europea (Eci), espressamente prevista dal Trattato di Lisbona.
L'obbiettivo, nel lungo periodo, è quello di porre le basi di un Regolamento Europeo in grado di garantire l'uso della Petizione Europea, sottoscritta da almeno un milione di cittadini della Ue allo scopo di interpellare direttamente la Commissione Europea su un'iniziativa di comune interesse.
Ed è stato davvero un pomeriggio ricco di spunti quello aperto dalle parole dell'assessore all'Istruzione Alessandra Moretti, che ha esordito ricordando la grande tradizione di Vicenza nel campo della partecipazione civile.
"Basti pensare - ha detto il vicesindaco - allo storico consiglio dei 400, ospitato in Basilica Palladiana. O allo spirito critico, troppo per l'epoca, che fece spostare dalla nostra città a quella di Trento il famoso Concilio, a causa dell'eccessiva attenzione che i vicentini mostravano verso la dottrina non tradizionale. In tempi recenti, il movimento "No Dal Molin", con il referendum popolare sulla nuova base, ha rappresentato un mirabile esempio di petizione popolare. Pur intascando un esito negativo, ha lasciato importanti eredità in termini di associazionismo vivo e partecipato. L'Amministrazione cerca ora, con l'impegno in Europetition, di fornire un utile strumento di lavoro ai tanti movimenti presenti in città ".
L'assessore ai Servizi Informativi Tommaso Ruggeri ha sottolineato "l'importanza della presenza di Vicenza, unica città italiana coinvolta, in questa stimolante avventura".
Maurizio Talamo, docente di informatica dell'Università di Tor Vergata, Giovanni Moro, figlio dello statista Aldo, presidente di Fondaca (fondazione per la cittadinanza attiva), e docente di Sociologia dei fenomeni politici all'Università di Macerata e John O' Flaherty, coordinatore del progetto europeo E-Petition hanno successivamente fatto il punto sugli sviluppi del progetto sperimentale che da qualche mese, anche tramite il sito del Comune (www.comune.vicenza.it - sezione Primo piano), consente ai vicentini di accedervi.
Talamo ha sottolineato la necessità "avvicinare i cittadini comuni all'Europa, cosa resa più facile dalle tecnologie informatiche" e, conseguentemente, "di strutturare regole precise per la petizione popolare, dal numero delle firme (1.000.000, ndr) alla loro verifica, al fine di offrire l'opportunità ad ogni cittadino (o gruppo di cittadini) di intervenire nelle scelte dei governi locali, nazionali ed europei".
Di spessore l'intervento di Moro che, intervenendo sul tema dell'attivismo civico nelle politiche pubbliche, ha elogiato il progetto vicentino di collaborazione tra Comune e associazioni di cittadini (cui dedichiamo un capitolo a parte).
"Non è facile trovare - ha detto il sociologo - un approccio così legato alla realtà , a schemi empirici, staccato da ideologie. È un buon tentativo di colmare la situazione di deficit democratico in cui versiamo in Europa, con i cittadini spesso privati delle informazioni sui loro diritti, sugli interlocutori politici cui rivolgersi. Le amministrazioni considerano spesso la partecipazione popolare con molti preconcetti, badando più al proprio programma di governo che alle reali necessità dei cittadini".
Entrando nello specifico di E-Petition, Moro ha parlato di un ottimo strumento per la diffusione di iniziative popolari, rilevando nel contempo la necessità che le stesse trovino un riscontro concreto, se non si vuol abbattere la già scarsa fiducia dei cittadini nelle istituzioni. "In Italia - ha ricordato - le proposte di legge di iniziativa popolare previste dalla Costituzione sono state migliaia, in 60 anni. Ma solo un paio sono state discusse in Parlamento (l'ultima volta sulla confisca dei beni derivanti da attività mafiosa, ndr)".
Nocciolo del problema, secondo Moro, è come dare un esito alla richiesta che parte dalla base, dai cittadini. A questo proposito ha citato l'esempio della Gronda di Genova, il progetto di potenziamento della rete autostradale intorno alla città . "In quel caso - ha detto il professore - il dibattito pubblico ha permesso di trovare soluzioni altrimenti inutilizzate, consentendo un maggior rispetto ambientale, la riduzione dell'inquinamento acustico e quella degli espropri, ridotti da 400 a 90".
L'iniziativa popolare, ha concluso Moro, deve sollecitare la politica a mettere sotto la lente d'ingrandimento un problema di interesse generale, per poi tradurre in pratica quella sollecitazione.
Il coordinatore di E-Petition O'Flaherty ha proseguito sulla strada percorsa da Moro, sottolineando come la parte offline del progetto sia più importante di quella online.
"Il miglioramento delle e-tecnologie - ha ricordato - possono solo invogliare i cittadini ad una maggiore partecipazione. In un'epoca in cui la partecipazione al voto, e alla vita politica in generale, si fa sempre più scarsa, proporre l'e-government può essere uno strumento innovativo, ma che poi deve trovare applicazione pratiche fuori dal web".
Con Grethe Linde, del Dipartimento delle Comunicazioni di Malmoe e con il già citato O'Malley, del Comune di Bristol, invece, lo sguardo si è rivolto alle applicazioni di democrazia diretta utilizzate nelle loro città .
Dagli e-panel (bacheche online a disposizione degli abitanti), ai social-network trasformati in strumenti di sondaggio, alla raccolta firme online per le petizioni, per arrivare ai contenuti youtube o podcast disponibili al download, agli speciali cellulari, forniti dalle amministrazioni, che consentono ai cittadini di votare su importanti questioni quotidiane.
Il trascinante O'Malley ha stordito la platea con slogan e ripetuti inviti ad accettare i rischi che l'innovazione porta con sé, ricordando l'importanza di sollecitare i cittadini e di farli lavorare con l'amministrazione. "Per far questo - la sua tesi - bisogna riuscire a camminare insieme a loro, guardando sempre avanti, verso i nuovi strumenti di comunicazione che la gente comune userà sempre di più".
"If everything seems under control, you're just not going fast enough" (se tutto sembra sotto controllo, vuol dire che non stai andando abbastanza veloce), per dirla con le parole di Mario Andretti citate da O'Malley.
Se la politica non continuerà ad ascoltare i cittadini con tutti i mezzi possibili, loro si stancheranno di parlare e andranno a cercare un altro interlocutore.
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