Eppur si muove... Variati
Sabato 10 Marzo 2018 alle 17:51 | 0 commenti
La lunga militanza nel Partito della Democrazia Cristiana vicentina ha molto insegnato in tattica al sindaco Achile Variati, che ne ha dato ampia prova sempre e anche di recente, quando, convocati i possibili contendenti delle primarie di sinistra Otello Dalla Rosa e Giacomo Possamai ha di fatto imposto che vi fosse un terzo candidato, il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci. Non importava al sindaco l'esito delle primarie, quanto misurare i voti che il suo candidato, perdente in partenza, poteva mettere sul piatto. Furono ben 700, perse, ma i due vincitori, nonostante qualche dichiarazione di rito, non potevano non tenerne conto.Â
Così passa un giorno, passa l'altro ma ecco che il vicesindaco è sempre insieme agli altri due. Certo dovrà rinunciare alla carica di vicesindaco in caso di vittoria della compagine, questa è già virtualmente assegnata al Possamai, ma un assessorato glielo si potrà trovare e magari, come è d'abitudine, senza nemmeno correre alle elezioni, oppure un qualche incarico, una AMCPS è sempre una buona opzione. Non è strano che alla presentazione della sede elettorale il vicesindaco sieda alla destra del candidato sindaco, quasi a ben dichiarare che lui è un ben preciso riferimento. Non si voglia sospettare, anche con i politici e loro clienti, alla latina, si fa sempre bene. In quella famosa riunione dal sindaco, irrituale, che avrebbe dovuto svolgersi nella sede del Partito Democratico che per Variati, in realtà , conta poco, si è forse stabilito il patto di unione comunque delle tre anime del Partito Democratico stesso: quella buonista, quella giovanile e infine quella della continuità con Variati, naturalmente a prescindere dai risultati delle primarie. Non importa se vinceranno, vista l'aria che tira anche a Vicenza per il partito che lui ha sempre silenziato negli ultimi dieci anni, Moretti a parte. Quello che importa è che si garantisca, in caso di vittoria, magari per 38 voti, la continuità , facendo finta che non ci sia, nel perfetto stile dei tempi che furono.
Povera città , bellissima un tempo, oggi ostello di manovre e manovrine, che vendono la pelle dell'orso prima di averlo preso.
Ma mi sa che i vicentini non vogliono fare la fine dell'orso, ne hanno già avuto abbastanza di chi, in certa relazione con i politici degli ultimi anni, gli ha rasato il pelo dei schei.
La pelle, pensano, sarà meglio comunque impegnarsi a conservarla!
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