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Eni, rinnovo a rischio per Scaroni

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 13 Febbraio 2011 alle 18:09 | 0 commenti

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Fonte Andrea Greco, La Repubblica di sabato 12 febbraio
Gelo con Berlusconi per gli attriti in Russia su prezzi del gas e South Stream La presidenza fa gola ai leghisti che puntano su Ponzellini. In pista anche Galan I tentativi di ridurre l´onerosità dei contratti con Mosca dividono manager e premier
Il suo mandato tris fino a gennaio pareva scontato. Oggi lo è meno, per le angustie del suo grande elettore Silvio Berlusconi, e l´insoddisfazione che a Mosca monta verso «gli italiani».

Che là è spesso un sinonimo per l´Eni. Paolo Scaroni, ad dal 2005, fa il suo meglio per miscelare interessi contrapposti, tra scacchiere geopolitico ed esigenze industriali del gruppo. Ma gli esiti non sono particolarmente apprezzati a Palazzo Chigi, né al Cremlino. Ed è lì - piaccia o no - che il manager vicentino deve conquistarsi il rinnovo. Un episodio illustra uno dei problemi aperti. Il 25 gennaio Scaroni ha visitato Berlusconi, a Palazzo Grazioli. Un´ora di colloquio nervoso, parlando anche delle forniture di gas russo. Contratti del 2007 che allora parevano un successo e attualmente sono un boomerang. La clausola take or pay (impone di pagare anche i volumi non ritirati) sta costando "agli italiani" 1,2 miliardi di dollari l´anno. Ogni anno Eni compra 28,5 miliardi di metri cubi da Mosca, secondo stime attendibili ne lascia al fornitore 4 miliardi, per il ribasso del prezzo del gas dovuto alla crisi e ai nuovi metodi di estrazione dalle rocce profonde. La penale media impone di pagare l´85% del prezzo di mercato (350 dollari per 1.000 metri cubi) della quantità non ritirata: significa 1,2 miliardi. Eni e il suo management più volte sono stati a Mosca per rinegoziare, e sembrano in procinto di ottenere uno "sconto" del 10%, similmente ai tedeschi di E. On. Proprio un mese fa, italiani e tedeschi hanno chiesto ai loro governi di scrivere una lettera al Cremlino, chiedendo un compromesso meno penalizzante sui contratti lunghi di fornitura. Pure, il tira e molla degli italiani e le lamentele che ne sono giunte a Berlusconi (dall´amico Vladimir Putin) hanno sfilacciato i rapporti tra Scaroni e il premier, già resi più distanti dal gasdotto South Stream sotto il Mar Nero. Sono mesi che i russi premono (su Berlusconi) perché il consorzio paritetico con Eni cominci a costruire. Tuttavia lo studio preliminare di fattibilità che un´azienda di San Pietroburgo è stata incaricata di fare è appena slittato ancora, da marzo a settembre 2011. Eni e Gazprom si rimpallano le responsabilità dei ritardi e a Mosca molti ritengono che Scaroni faccia melina. Ne avrebbe donde: pochi vedono l´utilità per l´Eni, già oppressa da tubi e gas che non consuma (e senza poterne vendere ancora in Italia, per motivi antitrust), di imbarcarsi in un´impresa temeraria per sforzi ingegneristici, costi - una ventina di miliardi - ed effetti sui già irritati rivali americani. «Gazprom lo farà comunque il South Stream - dice un finanziere moscovita - ma vuol sapere da Eni fino a che punto sarà della partita: Berlusconi è bravo a barcamenarsi tra Russia e Usa, ma al Cremlino le sue promesse pesano sempre meno, si teme che la sua fine politica sia vicina. E Scaroni ci va di mezzo». La nomenklatura mediterebbe, addirittura, di invitare esponenti di punta del Pd italiano per cicli di conferenze a Mosca, e smarcarsi dall´elevata personalizzazione dei rapporti tra i due paesi. A smarcarsi, con la nota abilità di networking, forse pensa anche Scaroni, che come molti ha difficoltà a capire se davvero entro la scadenza del 4 aprile questo governo avrà titolo e forza per imporre le "sue" nomine. D´altro canto Berlusconi si è fatto intemperante. Scosso dall´agenda personal-giudiziaria va in contropiede, qualcuno lo dice perfino tentato dal blitz per cambiare Scaroni con un manager di più duttile fiducia, specie nei capitali affari russi. E affiancarlo a un presidente altrettanto amico di Roberto Poli, in uscita. Berlusconi starebbe sondando il ministro dell´agricoltura Giancarlo Galan, benché sappia che su quella poltrona sono lunghi gli occhi di Giulio Tremonti e dei leghisti, che vi sognano Massimo Ponzellini. A via XX settembre c´è poca fretta, e un appetito sull´Eni crescente, come l´astro dell´asse Tremonti-Lega. Al punto che si rammenta con rispetto il precedente di Romano Prodi, che con eleganza istituzionale lasciò le nomine pubbliche al governo eletto dopo le politiche 2008.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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