Emergenza morti bianche tra i lavoratori stranieri
Martedi 28 Febbraio 2012 alle 16:55 | 0 commenti
Sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro il dato che emerge nelle statistiche del primo mese del 2012 sul numero di vittime straniere è davvero allarmante: delle 31 morti registrate a gennaio in Italia, un lavoratore su cinque, il 20 per cento del totale, era straniero. Un indicatore che evidenzia l'emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro, recentemente affrontato anche nella relazione intermedia redatta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle "morti bianche".
La relazione cita la preoccupazione, soprattutto nel settore edilizio, "per l'alto numero di operatori extracomunitari, non preparati e non formati, che stanno arrivando in queste aree di lavoro e che sono maggiormente esposti ai rischi in assenza di un'adeguata formazione".
Per tale ragione - prosegue la commissione - occorrerebbe coinvolgere maggiormente i datori di lavoro".
Le note critiche coinvolgono in particolare il settore delle costruzioni e soprattutto le aziende più piccole. La conferma, del resto, giunge dai dati dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre: sono stati 123, infatti, i lavoratori che hanno perso la vita in edilizia nel 2011. E, sebbene si tratti di un numero di infortuni mortali inferiore rispetto al 2010 (erano 148 i casi), non possiamo sottovalutare l'emergenza così come il fatto che la contrazione degli incidenti sia dovuta anche alla crisi economica del settore.
Significativa e sconfortante, poi, la proiezione dei lavoratori stranieri che perdono la vita nelle costruzioni: erano 25 nel 2010 e sono diventati 29 nel 2011.
Numeri che assumono maggior rilevanza se confrontati con il totale delle vittime nei due anni sopra citati: gli stranieri che hanno perso la vita nel 2010 erano 59 e sono saliti a 72 nel 2011. Delle 131 morti bianche straniere del biennio, 51 erano di origine rumena, 21 gli albanesi. Cinque le vittime sul lavoro marocchine e altrettante senegalesi. Quattro morti bianche di origine tunisina e stesso numero per quelle moldave.
E ancora: puntando la lente d'ingrandimento sull'economia del mattone si osserva che la caduta dall'alto è una delle cause principali di morte. E non si tratta sempre di altezze elevate.
Nel 2010 in 88 casi di morte per caduta dall'alto, 17 lavoratori hanno perso la vita da un'altezza inferiore o uguale a 3 metri; nel 2011, poi, è andata peggio: delle 83 vittime, 22 sono perite da un'altezza inferiore o uguale a 3 metri.
Questo a riprova del fatto che non servano grandi altezze per morire.
Ma è anche e soprattutto la dimostrazione concreta di come sia sempre più indispensabile richiamare l'attenzione di chi è coinvolto nel problema sulla necessità di agire non solo con le normative che già esistono e sono esaustive, bensì anche con un sistema di controllo diffuso e intenso che non ne trascuri gli aspetti sanzionatori. E tutto questo ricordando che i dati suddetti rilevano gli incidenti mortali verificatisi in un luogo di lavoro ordinario e quindi sono esclusi quelli in itinere e quelli dovuti alla circolazione stradale.
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