Elezioni? Non c'è tempo
Mercoledi 9 Novembre 2011 alle 20:33 | 0 commenti
Notizia del 31 Maggio 2011 - "La numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, ritorna sul tema della riforme e sulle priorità che il governo deve fissare per accompagnare il Paese verso la crescita. E' ottimista sulle possibilità che ha l'Italia per risollevarsi dalla crisi, affermando che "il peggio è alle spalle". Dopo il ballottaggio delle amministrative, su cui il governo ha concentrato tutte le sue attenzioni, ora la Marcegaglia interviene per ricordare che prima della fine della legislatura è necessario superare i conflitti e passare alla fase operativa con la riforma fiscale". Notizia del 9 Novembre 2011 - "Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, esprime forte preoccupazione per il nostro paese. L'Italia sta vivendo, in queste ore, un momento drammatico, siamo nel baratro, denuncia la Marcegaglia".
La signora Emma Marcegaglia solo qualche mese fa era ottimista. Negava o sottovalutava la drammaticità della crisi. Oggi non lo è più. La situazione oggi è tragica. Vero. Ma lo era anche sei mesi fa. Lo era anche prima, quando Confindustria sosteneva il governo. Un governo di perfetti incapaci (o peggio). Gli imprenditori italiani non avevano capito? Non sapevano? Non erano in grado di prevedere? Possibile che fossero così "sprovveduti"?
Oggi ci dicono che bisogna fare manovre da lacrime e sangue. Loro le chiamano "riforme" ma sono ben altro. Intanto nel maxi-emendamento presentato oggi spuntano modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in materia di licenziamenti e all'articolo 8 della manovra. Licenziare sarà più facile. Ce lo chiede l'Europa, sostengono ipocritamente lorsignori. È chiaro: a pagare saranno sempre gli stessi. Quelli che pagano le tasse e che lavorano e fanno fatica ad arrivare a fine mese. Saranno loro a non andare in pensione, ad essere licenziati, a pagare per tutta la ricchezza accumulata da chi ha provocato la crisi. Devono accettare tutto senza lamentarsi. Devono stare zitti e non protestare. Lo devono fare senza esprimere un voto, neppure un parere. Lorsignori vogliono un governo tecnico, di "larghe intese", dove comanderanno quelli che la crisi l'hanno provocata. Tanti parlamentari della (ex)maggioranza e della (ancora per poco) opposizione sono d'accordo. "Non c'è tempo per le nuove elezioni" dicono.
E noi, per quanto tempo dovremo ancora subire un sistema capitalista spaventoso senza poterci esprimere un voto democratico?
Giorgio Langella, segretario provinciale di PdCI FdS
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