Due Ulss nel vicentino? Nursind: "una è trevigiana...". E sulle morti di parto: "l'ospedale non è una fabbrica!"
Lunedi 4 Gennaio 2016 alle 13:14 | 0 commenti
L’attività sindacale: un successo. Il Nursind si è ripresentato alle elezioni Rsu per la sesta volta a livello nazionale e nel comparto Sanità è risultato il sindacato con la maggior crescita percentuale (+17%), confermando lo spostamento del consenso dei lavoratori dal sindacato confederale al sindacato autonomo. In provincia di Vicenza il Sindacato delle professioni infermieristiche si è confermato il più votato per gli esercenti le professioni sanitarie (25% sul territorio provinciale, 1500 gli iscritti totali vicentini). Il 2015 è stato anche l’anno di rinnovo delle cariche, sia nazionale che provinciale, con la conferma plebiscitaria del vicentino Andrea Bottega alla Segretaria nazionale, in occasione del Congresso nazionale svoltosi a novembre 2015 a Lecce, con ben 240 voti su 251 delegati. Analogamente è stato confermato alla Segreteria provinciale di Vicenza Andrea Gregori.
Le nomine dei direttori generali. “Riteniamo positiva la divisione in due Ulss del territorio vicentino – commentano i segretari Bottega e Gregori – se non altro per le dimensioni e la specificità dell'area pedemontana. Sono interessanti da osservare alcuni movimenti dell'area trevigiana sempre più invadente sul Bassanese. Le recenti nomine dirigenziali, e non ultima quella del direttore generale di Bassano, hanno tutte un denominatore comune che fa riferimento a Treviso. Alcuni direttori di unità operativa complessa sono migrati nel capoluogo berico ed il rischio concreto è che i prossimi sostituti vengano individuati proprio nella Marca. A questo punto sembra più una colonizzazione che un vero riconoscimento di specificità ed autonomia per quest’areaâ€.
Il concorso per dirigenti delle Professioni sanitarie. “Sorprendono le modalità che hanno caratterizzato il concorso per dirigenti delle Professioni sanitarie, svoltosi a fine anno all'Ulss 16 di Padova, in cui, tra gli altri, dovevano essere individuati i dirigenti di riferimento per l'Ulss 6 di Vicenza e per l'Ulss 3 di Bassano del Grappa. Tutti i partecipanti delle Ulss vicentine – aggiungono Bottega e Gregori - avevano i titoli per concorrere, ma sono stati ritenuti inidonei dalla commissione esaminatrice. La maggior parte degli idonei provengono dalle province di Padova e Verona e ciò avvalora la tesi della colonizzazione dell'area berica da parte dei due poli universitari. La chiave di lettura è evidente: quando gli incarichi hanno un peso politico ed economico rilevanti, i poteri forti scendono in campo. Se da un lato sorge qualche dubbio sul metodo impiegato nel concorso, il Nursind non nutre certo pregiudizi, dall’altro, sulle persone incaricate, che verranno valutate per il lavoro effettivamente svoltoâ€.Â
I momenti salienti del 2015. Entrando nell’ambito del mondo del lavoro, il fatto più significativo è rappresentato dalla svolta epocale sul fronte dell’orario di lavoro, che ha riguardato tutte le strutture sanitarie a livello nazionale. “Il venir meno delle deroghe al decreto 66/2003 ha reso evidente agli occhi di tutti ciò che il Nursind va sostenendo da anni – spiegano i segretari Bottega e Gregori - ossia la carenza di personale infermieristico, tanto che per correre ai ripari per l’applicazione della norma dal 25 novembre 2015, il governo ha dovuto disporre un emendamento alla legge di stabilità per autorizzare l’assunzione urgente di medici ed infermieri. Ciò che stride rispetto alle politiche sanitarie regionali del Veneto è che la delibera 610/2014 vorrebbe mettere ordine con la sua completa applicazione definendo degli standard di personale compatibili con gli orari di lavoro, ma non con la qualità dei servizi resiâ€. In questo contesto si inserisce anche il problema delle auto-assicurazioni delle aziende, che determina il venire meno della copertura assicurativa per medici ed infermieri. “Il paradosso è che con la delibera 610 si riducono le dotazioni organiche aumentando così le condizioni organizzative che espongono gli esercenti le professioni sanitarie a maggiori rischi che devono essere coperti da assicurazione – sottolineato i segretari Bottega e Gregori - salvo poi il venir meno della copertura stessa, che è lasciata alla discrezionalità dei singoli lavoratori, costretti a fare i conti con lo sconosciuto mondo assicurativoâ€.
I nodi irrisolti. Rispetto all’unificazione delle varie Ulss, restano sul tappeto degli aspetti irrisolti sul versante organizzativo, la gestione operativa, le modalità di integrazione dei contratti decentrati aziendali, la gestione ed equa distribuzione delle risorse umane nei vari servizi. Tutte attività che richiedono grande equilibrio e programmazione e di certo non possono essere lasciate all’improvvisazione, pena il collasso del sistema.
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