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Dov'e sta l'orrore? Immigrati, razzismo e ricchezza del Paese

Di Citizen Writers Domenica 16 Gennaio 2011 alle 16:34 | 0 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault, delegato sindacale U.S.B (Greta Alto Vicentino), e pubblichiamo. Ricordiamo che chiunque può inviarci propri scritti a [email protected] , l'indirizzo per i Citizen Writers, gli 'scrittori di strada', quelli più vicini alla vita e alle notizie ...
Di Luc Thibault

"Ci rubano il lavoro, rendono le nostre strade insicure, mettono in discussione certezze e tradizioni religiose a cui non vogliamo assolutamente rinunciare". Ma anche: "Non hanno voglia di lavorare, le donne si vestono in maniera strana, è impossibile comunicare con loro".

Questi e altri luoghi comuni circondano l'idea di immigrato in Italia, e affermazioni del genere sono pane quotidiano sia nelle conversazioni al supermercato che in Parlamento e anche nella bocca del sindaco di Thiene. "ora basta con gli immigrati" (Giornale di Vicenza del 23.10.2010).Quando invece l'unica parola che dovremmo dire, se consapevoli dei dati reali sull'immigrazione, è: "Grazie". Perché dovremmo dire "grazie" agli immigrati? Perché in una quantità di settori essenziali della nostra economia e della nostra società, sono ormai maggioranza. Senza di loro, letteralmente, si fermerebbero pezzi indispensabili del Paese. Dalle badanti alle babysitter, dagli addetti alle pulizie a quelli delle fonderie, delle concerie. Viviamo in un Paese dove va in scena la sistematica scomparsa dei fatti. La Lega ha fatto della paura dell'altro il suo mantra elettorale. Gli imprenditori leghisti conoscono alla perfezione la realtà, e sono "grati" ai loro dipendenti stranieri, ma i politici raccontano ciò che fa più presa sull'elettorato spaventato, ovvero la storia dell'invasione degli immigrati. Peccato che, in realtà, abbiamo una delle quote più basse d'Europa di immigrati.

I precari italiani, se la loro condizione non migliora, tra una ventina d'anni prenderanno sì e no una pensione da 500-600 euro. Ma per gli stranieri che lavorano e pagano le tasse in Italia potrebbe andare ancora peggio. Nel senso che, se tornano nel loro Paese prima dei fatidici 65 anni e non c'è un accordo di reciprocità, i contributi versati qui rimarranno qui. Dal loro punto di vista li avranno buttati via. Dal nostro, sarà un gradito (quanto ingiusto) regalo alle casse dell'Inps. I conti li ha fatti, Andrea Stuppini, un'autorità in materia. (Le vittime straniere della crisi , dirigente Regione Emilia-Romagna. rappresentante delle Regioni nel Comitato tecnico nazionale sull'immigrazione).
Lui immagina che, per effetto della crisi, nei prossimi mesi 20 mila immigrati rientreranno in patria. E scrive:
Se consideriamo uno stipendio medio (dati Inps) di 12mila euro lordi l'anno, i contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti ammontano a quasi 4mila euro l'anno; per una media di due anni e mezzo di permanenza in Italia, significano circa 10mila euro. Se la stima di 20mila lavoratori rientrati sarà confermata, nel complesso si tratterà di circa 200 milioni di euro che questi lavoratori avranno perduto, a meno che non riescano in futuro a ottenere un nuovo rapporto di lavoro in Italia, e che l'Inps potrà legittimamente trattenere nel suo bilancio. Per inciso, si tratta di una cifra analoga al costo annuo sostenuto per i circa 45mila stranieri che vivono negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e dei quali tanto si parla nelle regioni settentrionali. Quando incontrate un leghista che si indigna per il fatto che anche agli immigrati danno le case popolari, ricordategli questo dettaglio contabile. Dati quotidiani (gli ultimi, del Censis, affermano che il 77% degli immigrati ha un lavoro regolare, e quasi il 50% di loro è a tempo indeterminato) confermano l'idea di uno straniero che contribuisce notevolmente al reddito del paese. Il rapporto sulle economie regionali della Banca d'Italia dice chiaramente che non c'è alcuna sovrapposizione tra i lavori che fanno loro e quelli che facciamo noi. Eppure, a forza di sostenere il contrario, la gente ci crede. Tanto più in periodi di crisi come quello odierno. La nostra è una società spaventata e quindi egoista. Bisogna fare una seria opera di informazione. Contro lo spavento ribadire che si tratta di numeri ben diversi da quelli messi in giro dalla propaganda governativa. Contro l'egoismo dare i numeri veri che dicono che gli immigrati producono il 10% del Pil e ci pagano le pensioni. La Busetti parla di "rispetto delle elementari regole", bene! Al sindaco ed ad altri componenti del "nostro"governo, vorrei ricordare che la crisi economica attuale non l'hanno fatto gli immigrati, ma le banche! E che stiamo pagando le banche per tappare i buchi spaventosi creati dalle banche!!! Se non ci sono "più soldi", ci devono spiegare come fanno a spendere non meno di 600 milioni di euro per la loro missione di "pace" in Afghanistan. Ma questo è solo un esempio! Basterebbe parlare degli stipendi dei parlamentari ... indagati o meno! Trovare nel più debole la causa della crisi è una cosa vecchia.
Di fronte all'orrore per una bambina scomparsa e probabilmente rapita, con quel che ne consegue in questi casi, abbiamo assistito all'ennesima caccia all'immigrato. Dicono che sia stata una trascrizione mal fatta, ma la verità è che tutti, magistrati, media, popolo padano, cercavano il mostro nordafricano da sbattere in prima pagina. Come assassino di una Yara Gambirasio, la nuova Milena Sutter della quale per fortuna non si conosce ancora la sorte, fin dall'inizio, non si è cercato un "biondino dalla spider rossa" ma un nordafricano con i calli alle mani. E' dunque come se quella trascrizione mal fatta fosse stata una sorta di "profezia che si autoavvera" per milioni di razzisti padani ed italiani che, ogni volta che viene commesso un crimine, sperano ardentemente e si autoconvincono che questo sia stato commesso dalla rappresentazione dei loro pregiudizi, un "perfido immigrato", un corpo estraneo impiantato in una società sana e che può pertanto essere espiantato facilmente. Sono milioni di razzisti che, ogni volta che commettono un crimine, da Erika e Omar a Olindo e Rosa, sviano consapevolmente le indagini sugli immigrati sapendo di trovare un terreno fertile, media conniventi, compaesani pronti a scommettere sulla loro innocenza e puntare il dito sul diverso, politici che capitalizzano organizzando fiaccolate. Sono milioni di razzisti fomentati nei loro istinti dai media commerciali che costruiscono criminalmente con la paura consenso politico attraverso una costruzione selettiva e tendenziosa della realtà. E' stato dimostrato in innumerevoli studi, come quelli del CENSIS. I media, nella percezione stessa degli italiani, fomentano la paura il doppio dei media francesi e il triplo di quelli britannici, statunitensi o brasiliani a volte inventando di sana pianta leggende metropolitane, come quella sulla "zingara rapitrice".
Ma non ci si inganni sull'idea di media tendenziosi che da soli corrompono un'opinione pubblica sana. Soprattutto al Nord, ma non solo, almeno un ventennio di costruzione della retorica da piccola patria ha trovato nell'opinione pubblica un terreno fertilissimo. Il vaneggiamento di una nostra comunità sana assediata da nemici che vengono da fuori, gli immigrati o "Roma ladrona", è oramai patrimonio condiviso quanto indimostrabile sul quale si è costruito tutto il consenso delle destre e della Lega in particolare. Lo ha dimostrato durante le recenti alluvioni in Veneto il governatore di quella regione Luca Zaia pronto a dare in escandescenza contro chiunque sostenesse che almeno parte dei danni fossero stati causati dal dissesto idrogeologico, dallo sfruttamento dissennato del territorio e dall'abusivismo edilizio. Quella che ha sbattuto il ragazzo marocchino Fikri in prima pagina è dunque una trascrizione mal fatta che ha messo a nudo una volta di più gli istinti sempre più bassi di una parte del paese. Quella stessa parte che, solo poche settimane fa a Roma, si è schierata a difesa di Alessio Burtone che aveva aggredito e ucciso un'infermiera rumena, con la quale aveva banalmente discusso. "Alessio sei tutti noi" sono arrivati a scrivere!!! E' un delirio collettivo che preannuncia, se non questa volta la prossima, il pogrom. Un pogrom invocato in queste ore da decine di benpensanti del paesello di Brembate di Sopra che, in decine di luride interviste di strada in tutti i TG, hanno dimostrato di desiderarlo ardentemente, per fortuna, almeno pubblicamente, non lusingati dal sindaco leghista. I pensieri, i commenti che svelano, che denunciano tale perversione sociale, della quale il paese è ammalato possono essere fatti solo a mezza bocca, condivisi tra intimi, come quelli che nella giornata di domenica e di ieri si son trovati a sperare che Fikri fosse innocente per non aggiungere all'irrisolto dramma di Yara quello di una nuova ondata razzista. Ma non c'è la forza per gridare. Non c'è la forza per additare al pubblico ludibrio chi fomenta l'odio, colpirlo, delegittimarlo nelle sue sicurezze e smantellare i suoi pregiudizi. Non c'è la forza per mettere a tacere quegli stessi giornalisti che anche la prossima volta preferiranno il modo indicativo al condizionale. Ci vorrebbe un nuovo "borghese piccolo piccolo", l'opera di Mario Monicelli con un nuovo Alberto Sordi che interpreti magistralmente le malefiche pulsioni sociali verso il deviante, vero o presunto, per raccontare il sordo odio con il quale questa società non vuole riconoscere ... il mostro tra noi!!!

Leggi tutti gli articoli su: Lega Nord, Pensioni, Inps, Luc Thibault, Andrea Stuppini

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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