Silenziati 14 emendamenti Piano casa, Sgreva: Pdl approva Cangini e Variati lo "emenda"!
Martedi 29 Novembre 2011 alle 15:16 | 0 commenti
Riceviamo da Silvano Sgreva (Idv), consigliere comunale, e pubblichiamo.
All'intervento da me fatto al Consiglio comunale di ieri, 28 novembre, sul piano casa e di seguito riportato* vorrei aggiungere alcune considerazioni politiche.
Il partito che rappresento intende nella sua attività governare i vari processi che un'amministrazione comunale si trova a gestire, nell'intento di lavorare per il bene comune di ogni singolo cittadino, rispettandone la propria dignità . Non è mia e nostra intenzione proporsi in modo disfattista come fatto dal movimento No Dal Molin che presenta 1000 emendamenti fine a se stessi dove, all'interno, ne vengono inseriti alcuni di valore sotto il profilo del contenuto (tra le altre cose condivisibili).
Noi ci siamo proposti presentando 14 emendamenti (di cui nessuno ha parlato sui media) tesi a limitare in modo sostanziale rispetto a quanto fatto nella delibera, l'impatto del Piano Casa sul nostro Comune e soprattutto sul nostro Centro Storico (siamo città UNESCO), restringendo alla prima casa gli interventi previsti nella legge regionale. Lascia perplesso il fatto comunque che la delibera proposta sia gradita all'opposizione, ed allo stesso tempo il fatto che la stessa venga emendata dal Sindaco dichiarando così l'incapacità dell'Assessore nella gestione tecnica ma soprattutto politica della delibera stessa. A mio avviso se invece di una commissione e mezza fossero state dedicate più commisssioni territorio come fatto in altri comuni dove con 5000 abitanti ne hanno fatto ben dieci di approfondimento, forse la delibera avrebbe preso un'altra piega e si sarebbe evitato quanto sta accadendo con il rischio di scadenza dei termini perentori previsti dalla Regione. Quest'ultima cosa la dice lunga sulla considerazione in cui vengono prese le commissioni e sulla possibilità del consigliere comunale di portare la voce degli elettori e soprattutto le loro preoccupazioni ed opinioni. Questo modo di fare politica non coincide con le regole del nostro partito che sotto il suo simbolo lascia spazio ad una frase che recita così: " dalla parte dei cittadini".
*Intervento di Silvano Sgreva
Cari colleghi, vorrei ricordarvi, che in Consiglio Regionale, le forze politiche di centro sinistra, hanno fatto in modo che il piano casa fosse un'opportunità per quelle famiglie che hanno bisogno di ampliare la propria abitazione per necessità familiari, e non uno strumento di selvaggia speculazione edilizia. Il Piano Casa deve essere un'opportunità di sviluppo e riqualificazione, un'occasione per usare forme di risparmio energetico e tecniche edilizie a basso impatto, ma non lo strumento per eludere le norme e dare il via alla cementificazione selvaggia dei nostri comuni e soprattutto dei nostri centri storici. La proposta di Lega e PdL prevede che anche i centri storici diventino aree di applicazione della legge, e questo è un grave pericolo per le nostre città , piccole e grandi che siano. Una scelta sbagliata e pericolosa, che non rispetta i centri storici, la nostra storia, cultura e tradizione, che mette a rischio importanti realtà architettoniche e storiche. Noi siamo fermamente contrari ad allargare le maglie del Piano Casa a parti così delicate e sensibili della nostra comunità . Per zone così delicate e ricche di storia, ci vogliono regole su misura, per evitare il rischio di interventi dagli esiti disastrosi. Il fatto che sia stato inserito il "governo" del Piano Casa in capo ai comuni, dopo una dura battaglia in aula, soprattutto dell' IdV, garantisce tutti i cittadini. Sia coloro che potranno utilizzare le nuove norme edilizie, sia quei cittadini che non vedranno lo sconvolgimento urbanistico di aree delicatissime, come i nostri Centri Storici. In tal senso in regione si è bloccato la scellerata proposta che consentiva interventi senza il controllo dei comuni, proprio nei centri storici. Va inoltre detto che finora il Piano Casa ha avuto un impatto economico molto modesto, lontano anni luce da quello che il centrodestra si aspettava. L'amara verità è che il Piano Casa è un palliativo, che non risolve i problemi del lavoro e dell'edilizia, che sposta in avanti le scelte senza affrontare i veri nodi dell'urbanistica in Veneto. Dovremmo, invece di ampliare le possibilità di intervento, concentrarci su una politica edilizia differente, pensando al recupero degli edifici esistenti e favorendo la scelta di soluzioni di bio-edilizia e di energie alternative. L'urbanistica veneta dei prossimi anni deve guardare al reale sviluppo sostenibile. Siamo inoltre convinti, che il Piano Casa non sia la strada giusta per ridare smalto e vitalità ad un settore, quello edilizio, che deve piuttosto guardare verso forme di qualità architettoniche ed urbanistiche, piuttosto che a nuovi milioni di metri cubi di cemento e mattoni, destinati a rimanere scatoloni vuoti nelle campagne e nelle periferie delle città venete. Bisogna cominciare a valorizzare le forme di partecipazione della società civile, annodare un dialogo vero con le università e gli studi di urbanistica, avere più umiltà ricominciando dai servizi essenziali, osservando i buoni esempi che vengono dall'Europa. Questa legge, usata da 25mila veneti, deve essere un'opportunità per chi vuole migliorare le proprie condizioni abitative, magari con la famiglia che si ingrandisce o i figli da sistemare, ma non può diventare una scorciatoia per eludere regole che fanno l'interesse di tutti. I criteri individuati dall'amministrazione devono essere validi, snelli e chiari. Devono garantire i cittadini per "ampliamenti e ristrutturazioni di necessità ", preservando le famiglie dall'incorrere in spiacevoli contenziosi legali. Questa delibera non è coraggiosa, ma apre la strada nei centri storici a progetti in essere fermi perché inconcepibili nella nostra città Unesco. Apre la strada a quel partito del mattone che vi ricordo cari consiglieri della vera maggioranza non ha vinto le elezioni nel nostro comune. Non si può trattare il centro storico di Vicenza come merce di scambio per far rivivere l'edilizia. Rischiando che più che un piano casa diventi una sanatoria. Il piano casa nella delibera è un copia incolla di quanto dettato dalla regione, non vedo in esso nessun vero atto di coraggio. Il tutto con ogni probabilità per risolvere i problemi legati ai BID (non tutti) e situazioni come quella di Busa San Michele. E la mobilità , i posti auto e l'inquinamento dove li mettiamo. Non so cosa Lei intendesse assessore, nell'intervista che ha rilasciato con la parola "coraggio". Per me la parola coraggio significa fare qualcosa di diverso, fuori da un sistema consolidato e non più attuale. Lei in commissione ha detto di aver studiato il piano casa, forse però doveva anche rileggere le linee programmatiche di questa amministrazione, ne avrebbe tratto sicuramente qualche spunto. Bisogna lavorare sulla riqualificazione e messa in sicurezza del territorio per incrementare l'edilizia. Fare ciò che finora non è stato fatto seppur in certi casi previsto, programmato e spesso finanziato. Come ad esempio le infrastrutture. C'è necessità di buon senso per governare il territorio. Non possiamo come amministrazione limitarci a tamponare l'emergenza edilizia, in quanto l'economia è cambiata ed il mattone, come inteso finora, non è più tra le esigenze principali della nostra società .
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.