Dopo Liberazione ora "chiama" anche Il Manifesto
Domenica 12 Febbraio 2012 alle 10:52 | 0 commenti
Riceviamo da Guido Zentile, segretario del Circolo PRC-FdS "Carlo Giuliani" - Vicenza Nord-est, e pubblichiamo con la nostra solidarietà verso i colleghi e i tipografi delle due testate ma anche con l'augurio che tutti i media trovino soprattutto nei propri lettori e in inserzionisti pubblicitari reali e, quindi, non condizionanti le risorse per proseguire nel loro lavoro di informazione. E' difficile, si sa, ma è possibile, come dimostra anche la nostra piccola storia quotidiana. VicenzaPiù con BassanoPiu e VicenzaPiu.com, BassanoPiu.com, MontecchioPiu.com, ScioPiu.com, ThienePiu.com
Dopo "Liberazione", ora "Il Manifesto", purtroppo la scelta scellerata del governo Monti di non rinnovare il fondo per l'editoria colpisce quei giornali che si reggono sulle loro forze. "La campagna "1000 per 1000", fu lanciata anche da "Liberazione" on-line. Ora vediamo se i compagni de "Il Manifesto" avranno più fortuna (nella foto una copertine dell'appello de Il manigesto ai lettori).
Quel che fa male è vedere che movimenti politici, e giornali anche locali, ora che il provvedimento, come del resto previsto, coinvolge anche "Il Manifesto", si stanno scatenando per la solidarietà con il quotidiano, mentre il dramma di "Liberazione" non ha colpito alcuno e sono state diffuse ingiuste accuse contro Rifondazione Comunista. Un Partito che non entra tra i privilegiati della politica, che si regge unicamente con il contributo degli iscritti e le sottoscrizioni non certo facoltose. Un Partito che grazie alla fuoriuscita di una componente che ha scelto un'altra via, componente che negli anni precedenti, quando vi era presente, ha sperperato le finanze e gestito male l'economia di "Liberazione", si è trovato a sostenere le spese del suo quotidiano e che con il venir meno del contributo all'editoria non è più in grado di sostenere.
Speriamo ora che il grido de "Il Manifesto" possa svegliare gli animi e far comprendere che è in gioco la democrazia.
Prima con i tagli di Tremonti e poi con quelli di Monti, si è cancellato di fatto il fondo che permetteva a questi giornali di sopravvivere e di informare con una voce diversa da quella del padronato, con la voce del popolo. E' in gioco la privatizzazione del sapere, la libertà di opinione e la democrazia. Reggeranno nel mercato solo quelle testate che avranno finanziamenti padronali, che sottostaranno ai ricatti dei poteri forti che garantiscono la pubblicità ; resisteranno i quotidiani e i periodici on-line. Ci sono però dei ma: primo, in Italia si viaggia ancora sul cartaceo e internet non raggiunge tutti; secondo, migliaia di posti di lavoro sono messi in discussione, sono a rischio. Giovani e meno giovani che non sono in condizione di riplasmarsi, di trasformarsi in altre tipologie di lavoro.
Piena solidarietà ai compagni de "Il Manifesto".
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