Don Torta prega con tutti, Ugone, Arman e Bertorelli spronano la gente delle fu BPVi e Veneto Banca a non mollare: ma poi c'è Intesa (con) Sanpaolo e piove, governo ladro. Intanto una signora piange per i soldi dati alla BPVi e non al fratello...
Sabato 1 Luglio 2017 alle 01:06 | 0 commenti
È la prima manifestazione vera a Vicenza dei soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza e, qui in misura minore, da Veneto Banca, che ora non ci sono più, e c'è da riflettere se per vederne una con 500 persone in piazza dei Signori secondo la questura, il doppio per gli organizzatori "Noi che credevamo nella BPVi", Coordinamento banche di don Enrico Torta e La Casa del Consumatore di Schio, non è bastata la rabbia storica contro Gianni Zonin ma è servita quella recente contro il Governo e il suo decreto legge lampo, da convertire, che ha girato il buono delle due ex banche a Intesa Sanpaolo per un euro conservando il resto nelle due società (non sono più banche) in liquidazione coatta amministrativa (leggasi fallimento) e nella SGA.
La Società di Gestione delle Attività è stata acquistata dallo Stato (lo hanno denunciato gli oratori che ne hanno evidenziato la sospetta vicinanza temporale con la decisione di far saltare il banco anzi le... banche col DL del 25 giugno scorso) sempre da Intesa il 7 maggio scorso per farvi confluire i crediti non in bonis, quelli rifiutati da Carlo Messina.
Mille o cinquecento manifestanti di venerdì 30 giugno, poco importa che siano stati pochi rispetto alla massa dei danneggiati ("ma i media ci hanno dato poco spazio e in 4 giorni più di così non si poteva fare", hanno detto gli organizzatori) o molti se confrontati con i manipoli sparuti dei sit in del passato, hanno urlato la loro disperazione più che rabbia contro una decisione che "azzera le fondamenta del diritto in molti, così tanti passaggi da far pensare che lo Stato si sia autospeso di fronte agli interessi di una sola banca", ma soprattutto sembra prendersi beffe di loro, i risparmiatori volutamente confusi da sempre con degli investitori di mestiere e rimasti col cerino in mano, lo stesso che brucerà fra le dita di chi ha aderito alla transazione che però potrebbe (dovrebbe) essere sottoposta a revocatoria.
Tante le proteste, composte, frequenti le urla, scandite in coro, contro l'assenza di Achille Variati, diventato il bersaglio politico locale della protesta mentre ai, soli, otto amministratori presenti in rappresentanza di 8 comuni del territorio devastato sono andati gli applausi fragorosi e il compito gravoso di rappresentare le istituzioni politiche assenti, a parte l'on. Filippo Busin della Lega Nord e il senatore Enrico Cappelletti del Movimento 5 Stelle-
Oggi in piazza era assente lo Stato e don Enrico Torta ha prima tuonato contro l'abbandono delle istituzioni e contro chi ha usato il potere per far suo il denaro e toglierlo agli altri, poi ha recitato, con i credenti e, lo ha chiesto lui, con i "meno credenti" il Padre nostro.
La Piazza dei Signori a quel punto è diventata la Piazza dei poareti che, però, non molleranno.
Li hanno arringati con decisione e informati con rispetto, aggrappati alla colonna in fondo alla piazza e armati solo di megafono, Luigi Ugone, Andrea Arman, Elena Bertorelli, altri rappresentanti di associazioni e alcuni esperti, che hanno denunciato i disegni della finanza e le responsabilità dei media, con Gianluigi Paragone a rincarare la dose e a fare da capopopolo che invitava a bloccare, sia pure pacificanente, alcuni gangli viitali del Paese.
Ma poco dopo la partenza del corteo è arrivato un presagio negativo da combattere insieme a tutte le altre iniquità : ci si ricorda che c'è Intesa (con) Sanpaolo e... piove, governo ladro.
Il corteo con candele accese viene frammentato e scoraggiato dal mini temporale ma poi per chi non molla torna il sereno e sono tutti lì ad ascoltare l'appello di Ugone e Arman che, colpa della rabbia contro la pioggia e il governo, cambiano di tono rispetto al'inizio. "verremo a Roma nei giorni in cui proverete a convertire il decreto legge ammazza risparmiatori dopo che i tribunali ci stavano cominciando a dare ragione. Verremo ma di certo non con rami di ulivo in mano...!".
A domani per video e altre informazioni e osservazioni ma una, che racchiude le sensazioni di gran parte dei depredati, ve la anticipiamo stanotte a rappresentare il dolore della gente.
Una donna ci dice: "Ho perso 62.500 euro, la mia liquidazione messa in mille azioni perhè le pensavo sicure. Ma quello che mi tormenta ogni giorno è che quei soldi non li ho dati a mio fratello che me li chiedeva per certe sue necessità perchè temevo che non me li avrebbe restituiti. Ora quei soldi non mi sono stati restituiti dalla BPVi in cui avevo più fiducia che in mio fratello...". E qui la signora scoppia a piangere.
Don Enrico, va bene recitare il Padre nostro con tutti in piazza, ma perchè alcuni altri "don" consentono che lo declami Gianni Zonin senza neanche provare un minimo di vergogna facendo, provocatoriamente, shopping in Via Montenapoleone con i denari di un novello Giuda che ha tradito quelli che dovevano essere i suoi signori, visto che credevano in lui più che nei propri fratelli?
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