Dò atto a Gervasutti
Giovedi 3 Gennaio 2013 alle 10:48 | 0 commenti
«Io, che dei miei errori ho imparato a non fare mistero ...» scrivevo anche venerdì 28 dicembre commentando i comportamenti dell'ex direttore de Il Giornale di Vicenza, Giulio Antonacci, che nel suo libro 2550 giorni dà di sè una visione idilliaca dimenticando azioni che potrebbero definirsi di killeraggio mediatico tra cui, nel piccolo, quella verso il sottoscritto, per il quale cui riportò sempre e solo le accuse a lui rivolte per il caso volley senza mai sentire il dovere di ascoltarmi, magari mentre mi condannavo ancora più di quanto facesse il suo cronista di giudiziaria.
Chi ci legge sa che non siamo teneri con le politica dell'informazione seguita da Il Giornale di Vicenza: sono lecitissime le sue interpretazioni dei fatti, non è condivisibile, per noi, ignorare fatti che, guarda caso, riguardano chi fa parte, direttamente o indirettamente, della sua catena di controllo.
Perchè noi, nel nostro grande piccolo (scusateci l'orgoglio) mai ignoriamo i fatti, che spesso io stesso ricordo anche sulle mie tristi vicende legate alle sponsorizzazioni del club di volley femminile di Vicenza che ho avuto l'onore e l'onere (che onere!) di dirigere. Finchè, per quelle vicende, l'ho dovuto cedere gratuitamente, pensando di salvare non solo la serie A ma anche le attività giovanili, a 5 soci subentranti, tutti suoi sponsor, piccoli e grandi: Mario Novello, Angelo Mapelli, Franco Ferappi, Fabrizio Padrin e Piero Di Stefano.Â
Nulla mi fu pagato, come da accordi, per quote che al nominale valevano (è tutto scritto e documentato) 279.500 euro oltre ai valori patrimoniali dei diritti sportivi e dei cartellini, enormemente superiori all'indebitamento che quelli che subentravano, e che erano già soci oltre che da tempo amministratori operativi, si accollavano.Â
E nulla fu pagato neanche a me nè alla mia famiglia per competenze anche quelle concordate con i nuovi "padroni" all'atto del passaggio di proprietà , marginali per loro imprenditori danarosi, da sopravvivenza per me, che avevo perso tutto (e anche questo è documentato!) per tenere in piedi il club da solo.
Il passaggio di proprietà che doveva salvare il volley di serie A e quello giovanile sanno più o meno tutti che fine ha fatto dopo solo un anno, visto che chi è subentrato ama riempirsi le tasche e non certo alleggerirle anche solo un po' per lo sport.Â
Tornando a Il Giornale di Vicenza devo dire (me lo impongono il mio essere e lo stile che ho dato ai miei media) che, riportando oggi una consenguenza dell'inchiesta sul volley, il quotidiano diretto da Ario Gervasutti è stato sostanzialmente corretto nel riferire dei fatti a lui noti (una condanna penale pecuniaria da me opposta per andare a processo, come rileva lo stesso GdV), salvo errori ed omissioni ammissibili.
E soprattutto chi ha scritto il pezzo è stato rispettoso di ipotesi diverse da quelle dell'accusa pura e semplice tanto da concludere con una frase che riporto non tanto per me (anche se rispecchia da sempre il mio pensiero, finalmente riportato) ma perchè direttori alla Antonacci se ne ricordino nelle prossime loro memorie: «In merito alle accuse, il diretto interessato si è sempre difeso con forza, professando la propria buona fede».
Quanto ho appena scritto lo devo al direttore del giornale meno amato da noi e al quale ho inviato questa mail che rendo nota ai nostri lettori a cui amiamo dire sempre tutto, se non di Più: «Egr. direttore Ario Gervasutti, apprezzo il garbo della notizia odierna che mi riguarda, garbo che merita più delle varie, ammissibili, inesattezze. Le dò atto che in passato mi fu usato ben diverso trattamento, cosa che, per altro, ho sempre scritto, anche recentemente, su chi l'ha preceduta. Buon lavoro e buon anno, sperando in relazioni migliori. Giovanni Coviello».
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