Diritto del lavoro: un emendamento e non c'è più
Domenica 4 Settembre 2011 alle 20:25 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI, FdS Vicenza - La maggioranza di governo ha fatto approvare, in commissione bilancio, un emendamento alla manovra che cancella i diritti dei lavoratori. Secondo questo emendamento le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possono derogare ai contratti ed alle leggi nazionali sul lavoro. Così viene cancellato, di fatto, lo Statuto dei lavoratori. In pratica, ed è solo il risultato più emblematico, le aziende oltre i 15 dipendenti potranno licenziare senza giusta causa chiunque. Basta l'accordo con i sindacati che sono maggioritari nell'azienda stessa.
Nulla impedirà di costituire ad hoc sindacati compiacenti e con gli stessi interessi del padrone.
Oggi è giorno buio per il diritto del lavoro e per la democrazia stessa. Chi lavora potrà perdere qualsiasi diritto, non esisteranno leggi dello Stato che varranno nella stessa maniera per tutti i cittadini. Le norme contenute nell'emendamento sono profondamente ingiuste perché creano differenze tra lavoratori a seconda di dove lavorano. Tolgono tutele e cancellano diritti universali.
Diritti che sono le fondamenta della nostra Costituzione. In questa maniera le leggi dello Stato e la stessa Costituzione vengono lasciate fuori dai cancelli delle fabbriche. I normali diritti di ogni cittadino spariranno quando lo stesso varcherà la porta del luogo dove lavora. Queste norme sono eversive. Sono un regalo a quei padroni che non vogliono regole. Che sono gli stessi che portano i capitali nei paradisi fiscali, che non pagano le tasse, che corrompono, che sfruttano i lavoratori, che fanno enormi profitti con il lavoro sommerso.
L'Italia non merita di essere umiliata in questa maniera.
Da una parte i continui richiami leghisti alla secessione della fantomatica padania, dall'altra il governo (con il ministro Sacconi in testa) persegue la frammentazione del mondo del lavoro. Lo fanno per poter comandare, per restare seduti nelle loro comode poltrone. A lorsignori nulla interessa dei diritti di chi lavora. Vogliono dividere paese e lavoratori per avere la libertà di fare i propri affari personali.
A quei sindacati e a quelle forze politiche che non hanno visto (o non hanno voluto vedere) quali erano i reali obiettivi che si nascondevano dietro gli accordi separati o gli accordi-ricatto imposti da Marchionne da loro approvati, vogliamo ricordare che bisogna contrastare con fermezza questa manovra resa ancora più ingiusta e iniqua da queste norme sul lavoro. Martedì 6 settembre scioperiamo, manifestiamo, scendiamo in piazza. Lottiamo uniti per riportare la democrazia nei luoghi di lavoro e cacciare il governo che vuole cancellare i diritti dei lavoratori e ci rende sempre più poveri.
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