Detto: Quod deus vult perdere,dementat prius. Cultura: Lazzari vs Quero, polemica virtuale
Sabato 24 Luglio 2010 alle 09:32 | 0 commenti
Già che dobbiamo parlare di cultura, allora buttiamola subito sul difficile, con una bella citazione latina, che fa sempre la sua figura. "A coloro che vogliono distruggere, gli Dei prima tolgono il senno": così dicevano gli antichi, e se vogliamo capire immediatamente cosa significhi questa perla di saggezza, senza tante spiegazioni, basta che guardiamo il comportamento della Sinistra in Italia in questi anni.
Invece che unirsi, coalizzarsi, progettare per battere la peste morale (e pure economica) del berlusconismo, la (cosiddetta) Sinistra ha profuso ogni sua energia per distruggere se stessa. Scissioni, cambi di etichetta e di programma, guerre intestine feroci e senza quartiere, sabotaggi: non c'è stata ‘idiozia' politica che i capi della Sinistra non abbiano messo in campo per farsi del male, inducendo il suo ‘popolo' a pensare che essa - non la Lega - sia il miglior alleato dell'Onto del Signore. Dalle stelle alle stalle, con rispetto parlando: perché i comportamenti dei suoi dirigenti nazionali li troviamo ripetuti pari pari dai dirigenti periferici: cosa logicissima, naturalmente, perché dove altro, se no, dovrebbero andare a prendere i loro modelli?
Esempio da manuale di questo stile è la querelle che in questi giorni, anche sulla testata web ladomenicadivicenza.it, divide (sembra dividere, come vedremo) Matteo Quero, ex Assessore alla Cultura della Giunta Variati, da Francesca Lazzari, che gli è succeduta nella delega da settembre 2008. I due non solo si combattono, invece di unire le loro belle intelligenze e passioni per il bene della città , ma, cosa ancor più assurda, sembra si stiano combattendo sul niente, senza accorgersi della loro sostanziale identità di vedute.
Cultura ‘alta', come sarebbe quella propugnata da Lazzari, o cultura ‘bassa', quale invece sarebbe, sempre secondo Lazzari, quella che aveva cercato di attuare Quero? Nessuna delle due, naturalmente: solo Cultura, magari con la ‘c' maiuscola, ma solo cultura. Perché chi l'ha detto che l'una esclude l'altra? Ottima cosa - e finalmente! - la rivitalizzazione del Teatro Comunale, ma perché pensare che essa debba per forza essere alternativa ad una politica musicale ‘popolare', che porti nelle strade della città artisti forse non da passerella, ma comunque noti e seguiti, anche se da ‘minoranze'? Benissimo il progetto del "nuovo Chiericati", ma perché mai questo progetto, per esempio, deve confliggere con l'importanza di un "punto biblioteca"? Affascinante l'idea del grande Polo culturale, ma perché in esso non deve trovare spazio anche un anfiteatro aperto a tutti, che funga da punto di aggregazione e magari anche di stimolo? Fondamentale la restituzione della Basilica Palladiana al suo ruolo di "volano dell'immagine innovativa della città ", ma anche un'area wi-fi, in cui chattare all'ombra (ma quelle piante crescono o le vogliamo sostituire con dei platani veri?!) e in santa pace, serve a collegare Vicenza al mondo.
E potremmo continuare ad usura. Perché, l'abbiamo detto all'inizio, il punto è questo: che invece di farsi la guerra tra loro - una guerra che rischia, almeno agli occhi della gente, di assumere delle connotazioni sgradevolmente personali - sarebbe giusto, per il bene della città , che i suoi politici che operano nella cultura unissero le forze e i sogni per operare concretamente, lasciando perdere beghe e bizantinismi per far davvero "crescere la società ". Tutta la società : alta, bassa e di mezzavia. Vogliamo concludere con un'altra citazione? Ma sì, sprechiamoci: almeno mezza. "Transit gloria mundi", cioè: gli assessori passano, ma la città e la sua memoria restano, a conservare ciò che di autentico e duraturo sarà stato fatto per lei. Al lavoro, tutti.
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