Decreto sviluppo, il Covepa contro Passera e Ciaccia
Venerdi 5 Ottobre 2012 alle 17:39 | 1 commenti
«Il nuovo decreto sviluppo varato ieri dal governo nazionale nasconde un vero e proprio regalo alle maxi imprese chiamate a realizzare le cosiddette infrastrutture strategiche, Pedemontana Veneta inclusa. Si tratta di fondi che vengono dirottati tramite le tasse dalle tasche dei cittadini a quelle di pochi soggetti privati».
È questo lo sfogo dell'architetto Massimo Follesa portavoce del Covepa dopo che stamani i quotidiani nazionali hanno pubblicato alcuni dettagli delle cifre messe in campo dal provvedimento fortissimamente voluto dal premier Mario Monti, dal ministro dei trasporti Corrado Passera dal suo vice Mario Ciaccia e dal ministro del welfare Elsa Fornero. Per i soggetti privati chiamati a costruire le grandi opere è previsto uno sgravio fiscale che potrà arrivare sino al 50% per quanto concerne Ires e Irap. Lo sconto è valido sino al 2015, ma Roma si vocifera di una possibile proroga già preconizzata dall'esecutivo.
Gli sconti a beneficio dei grandi costruttori valgono una quindicina di miliardi di euro. Così almeno riferiva ieri l'agenzia Agi. Un costo che obbliga l'amministrazione dello Stato «a reperire le risorse di spettanza in altri capitoli o facendo altri tagli». Ed è questo aspetto che ha mandato su tutte le furie Follesa: «Da anni in regione Veneto come a Roma si riempiono la bocca. Dicono che le grandi opere in project financing non costeranno nulla agli enti pubblici o ai cittadini. Invece è il contrario. La Spv è un caso emblematico. Anzitutto non ci mostrano le carte della convenzione economica. Poi ricevono gli sconti "ad aziendam". Non si capisce perché - attacca ancora Follesa - sgravi di tale portata non possano andare a beneficio degli operai della Vinyl che lottano per la loro esistenza sul campanile di San Marco a Venezia, mentre a lorsignori si concedono sconti da capogiro».
E l'architetto è un fiume in piena; attacca ad alzo zero il governo Monti e parla di conflitto di interesse: «A monte del project financing ci sono le banche che guadagnano bei soldoni sui prestiti erogati alle maxi imprese concessionarie dei mega appalti. Stranamente il decreto sviluppo così come lo conosciamo, ovvero con lo sconto fiscale per lorsignori, lo hanno voluto in primis Passera, Fornero e Ciaccia. Tutti soggetti con un passato in posizioni apicali nel mondo bancario, specie nella galassia Banca Intesa. Ma saranno poi i cittadini a dovere mettere mano al portafogli o a dovere patire servizi meno soddisfacenti per trovare quelle risorse». Tant'è che il portavoce del Covepa, il coordimaneto che si batte per una Pedemontana Veneta alternativa, lancia la sfida alle camere: «Se i parlamentari, veneti anzitutto, hanno a cuore gli interessi e la vita della gente per bene, in aula dovranno emendare lo sconto per le maxi infrastrutture, magari indirizzando quelle somme per le emergenze occupazionali o ambientali».
E dopo avere messo sulla graticola Passera (in foto), che tra l'altro per altre vicende è indagato per evasione fiscale, Follesa, che è anche consigliere comunale democratico a Trissino nel Vicentino, prende spunto dal Corsera di oggi in cui a pagina 9 si legge: «Come anticipato da Ciaccia arriva la detrazione per le infrastrutture strategiche che così potranno raggiungere l'equilibrio finanziario». Una frase che ha provocato un'altra dura reazione da parte dell'architetto proprio nei confronti del gabinetto Monti: «Che cosa significa raggiungere l'equilibrio finanziario? Significa che i progetti erano stati elaborati senza le adeguate coperture o che i soggetti bancari che le hanno garantite sono scoperti?. In entrambi i casi - chiosa il consigliere - saremmo di fronte ad una situazione opaca per la quale invochiamo chiarezza».
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Infine voglio dire perchè accade questo: in questo momento, come ho potuto ascoltare da Luca Martinelli di Altreconomia a Castelfranco nel convegno organizzato sabato scorso da Salviamo il Paesaggio, manca la chiusura finanziaria del PF della pedemontana lombarda, in praticanon c'è il closing ovvero non ci sarebbero i fondi pubblici e delle banche per la finanziabilità dell'opera del pirellone. Questo credo valga anche per Pedemontana veneta, poichè come risulta da dichiarazioni dello stesso Dogliani e da indiscrezioni provenienti dal mondo degli industriali vincentini è quasi impossibile che SPV ottenga i finanziamenti bancari previsti nel PEF senza rimetterci l'osso del collo.