Decisivi i voti del Veneto per presidenza Confindustria... E Zuccato rimane in silenzio su sua preferenza
Giovedi 31 Marzo 2016 alle 09:42 | 0 commenti
«Una sfida autentica, senza nessuno che sbirci sulla scheda per cercare di capire per chi hai votato». I grandi margini di garanzia sulla segretezza del voto, quantomeno, per chi oggi a Roma dovrà scegliere se mettere le croce su Alberto Vacchi o su Vincenzo Boccia, sono già di per sé un motivo di serenità . Dei 198 consiglieri votanti quelli dati per elettori sicuri per l’uno o per l’altro sono un’ottantina per parte. Gli altri hanno ufficialmente le idee ancora confuse ma tutto questo per quanto possano valere le congetture distillate dai rumors.
Certo è che, restringendo il campo, l’area geografica italiana più indecisa è quella veneta dove la spartizione tracciata con il pennarello grosso vede le province di Padova, Treviso e Belluno tifare per l’imprenditore metalmeccanico bolognese, le altre per il salernitano della grafica, ma dove non sarebbero sorprendenti pensieri in dissenso rispetto alle aspettative in particolare dal vicentino. Di questa provincia, ad esempio, è il presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, il quale un suo orientamento non l’ha mai dato. Il profilo di candidato, delineato il 14 gennaio, a Mogliano, quando fu tentata una sintesi con le associazioni di Friuli e Trentino, era quello di un «imprenditore manifatturiero internazionalizzato» molto più aderente a Vacchi.
Così come è percepita più naturale analoga preferenza da parte di Federico Visentin, uno dei vice presidenti di Federmeccanica e amministratore delegato di Mevis, di Rosà . Per non parlare, infine, di Stefano Dolcetta, patron di Fiamm e vice presidente di Confindustria nazionale il quale, intervistato da Repubblica a gennaio, sostenne fosse giunta l’ora di una presidenza per un «imprenditore metalmeccanico» in quanto buon rappresentante «della nostra industria manifatturiera».
Comunque vada, prendendo per buona la separazione veneta con tratti naif fra Est e Ovest, l’affermazione di Boccia piuttosto che di Vacchi darebbe luogo alla provenienza da una parte o dall’altra di uno dei sei vicepresidenti che il vincitore potrà scegliersi. Si potrebbe parlare di Giulio Pedrollo o Maria Cristina Piovesana, presidenti a Verona e a Treviso, ma storicamente le opzioni sono quasi sempre cadute su past president. E a Treviso, ad esempio, lo sguardo andrebbe ad Andrea Tomat o Alessandro Vardanega.
Di Gianni Favero, da Il Corriere del Veneto
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