Il Segretario del PD Veneto De Menech: porte aperte ad ex M5S e sinistra radicale
Mercoledi 28 Gennaio 2015 alle 17:50 | 0 commenti
Il segretario regionale del Partito Democratico Veneto, Roger De Menech, attacca Luca Zaia sull'indagine in corso in Veneto per la "Strada del mare" definendo la vicenda "un fallimento politico, castello della Regione che crolla sotto i colpi della magistratura"; e poi analizza la vicenda dei deputati fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, rivolgendosi anche alla nuova compagnine di sinistra radicale che sta nascendo in Veneto: "se vogliono cambiare la Regione c'e' solo Alessandra Moretti, li accogliamo".
Ecco le sue dichiarazioni:
Il Pd del Veneto apre le porte agli ultimi fuoriusciti dal M5s e alla potenziale aggregazione di sinistra formata da Prc, Comunisti italiani ed ex Verdi, "a patto che vogliano davvero cambiare la Regione e spezzare la catena di 15 anni di governo del duo Galan-Zaia, guardando ad Alessandra Moretti". Il messaggio arriva dal segretario regionale dem, Roger De Menech, all'indomani della 'fuga' dal Movimento 5 stelle dei deputati veneti Tancredi Turco, Walter Rizzetto (veneziano ma eletto in Friuli) e Gessica Rostellato.
"A parte che a loro va il mio appoggio e quello del Pd per il trattamento che hanno ricevuto dai loro ex colleghi di partito- premette De Menech parlando alla 'Dire'- ma a loro rivolgo anche questa domanda: volete cambiare veramente il Veneto? Volete valorizzare il fronte del cambiamento che serve alla nostra regione? Se è così, c'è una unica soluzione, che si chiama Alessandra Moretti". De Menech, nel suo invito, guarda anche a sinistra, a tutta quella compagine che sta facendo capolino in Veneto all'indomani della vittoria di Tzipras in Grecia e che sta pensando di presentare una propria lista alle regionali di maggio. "Lo dico agli uni a agli altri: se ci state a cambiare con noi, le porte del Pd sono aperte", conclude.
L'indagine aperta ieri dai pm veneti sulla cosiddetta 'Autostrada del mare' che vede indagati sei dirigenti ed ex dirigenti della Giunta dell'ex governatore Giancarlo Galan, per turbativa d'asta "è la dimostrazione che il castello della Regione, costruito dalla coppia Galan-Zaia, sta crollando". Ne è convinto il segretario regionale del Pd e deputato, Roger De Menech, che oggi attacca l'attuale numero uno di Palazzo Balbi, Luca Zaia, decretandone "il fallimento politico" e accusandolo di "avere responsabilità politiche su quella vicenda".
L'attuale governatore, che all'epoca della gara era vice di Galan "poteva non sapere?", chiede retoricamente De Menech, parlando di tutta una serie di opere pubbliche, a partire dal Mose, "che negli ultimi 15 anni, hanno solo aumentato il malaffare nel nostro territorio". Un'altra colpa di Zaia, rincara poi il segretario dem, rivendicando la ferma opposizione del Pd all'infrastruttura, è che "ha fermato l'opera solo dopo che i magistrati hanno aperto il fascicolo, mentre doveva farlo prima". Di più, tutte le opere che sono state messe in cantiere negli ultimi anni si scontrano sempre con la Procura, che le blocca a causa dell'apertura di indagini. In questo modo, chiosa, "Galan e Zaia non hanno fatto altro che fermare la nostra regione, che da anni ha bisogno di tutta una serie di infrastrutture".
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