Dalle veline su Csv e BPVi alle agenzie contro la banca dei vicentini e non di Zonin: sono riassunti e dettati, non giornalismo, "bellezza"
Venerdi 20 Novembre 2015 alle 23:26 | 0 commenti
«È la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente... niente!»: così diceva Humphrey Bogart, che nel film  “L’ultima minaccia†di Richard Brooks è Ed Hutchinson, il direttore che si oppone alla cessione del suo quotidiano dopo la morte dell'editore per portare a compimento l'impegno di una campagna contro un'organizzazione criminale. Ma, nell'omonimo film diretto da Mario Monicelli, c'è anche il Marchese del Grillo, che nella Roma papalina del 1809 trascorre le sue giornate nell'ozio più completo, da nobile romano alla corte di papa Pio VII, e dice agli altri «Io so’ io e voi non siete un c…o!». Impegno e ozio sono due stati dell'essere e del vivere umano che ritroviamo anche nella nostra categoria, quella del Quarto potere.
Ma impegno e ozio talvolta sono in contrasto solo apparente.
Per esempio prendiamo in esame due diversi casi che riguardano cose della nostra provincia, di enorme diversità di "peso" ma significative per il comportamento dei media fatto di un misto di grande ozio e di maggiore impegno.
Il primo è quello della vicenda finanziaria della Banca Popolare di Vicenza che il nuovo AD Francesco Iorio sta provando a traghettare verso la Spa e la Borsa per rifondarla e rilanciarla dopo la mala gestio strategica di Gianni Zonin evidenziata dalla BCE, che però se ne è potuta occupare proprio perchè col re del vino l'istituto ha assunto dimensioni di competenza della vigilanza europea.
Il secondo è quello del Centro Servizi per il Volontariato, un'eccellenza veneta del settore di fatto stoppata e paralizzata dal commissariamento imposto dal Co.Ge. Veneto.
Dov'è l'ozio mediatico per la BPVi?Â
Nel passare, brindando, solo le veline e le lodi diffuse e promosse dai vertici di allora verso la stampa compiacente prima del crollo annunciato (da noi) delle azioni nato dall'evidenza dei dati gestionali una volta che la BCE ha voluto e potuto "guardarli". E, ora, nel seguire l'evoluzione del "salvataggio", per il territorio, della BPVi e, per gli azionisti, del valore residuo da cui costruire una sua graduale, anche se magari lenta, rivalutazione, tipicamente a botte di agenzie di stampa e di gossip.
Di gossip su quando Zonin avrebbe lasciato la presidenza, come se questo passo obbligato, di fatto avvenuto in termini di potere decisionale fin da quando è arrivato Iorio, potesse risolvere uno solo dei problemi in essere.
Di agenzie su multe di qualche decina di migliaia di euro, magari significative simbolicamente ma di fatto risibili pragmaticamente, e su accantonamenti di oltre 360 milioni per rischi da azioni legali, spacciati come nuovi ma già annunciati, nero su bianco, poco meno di due mesi fa, a corollario della presentazione del Piano industriale.
Se era ed è costante l'ozio della stampa, di certa stampa, nel fare da passacarte, prima e dopo il "fattacio", dov'è il suo impegno?
Nel gonfiare pervicacemente, prima, i meriti di Zonin spingendo chi ci credeva (i lettori) a comprare azioni a tutto spiano a prezzi gonfiati, subendone poi un danno, e nell'esaltare ora i problemi della Banca Popolare di Vicenza targata Iorio, dalle mini multe ai vecchi accantonamenti, facendo il gioco, così, di chi vorrebbe che "chiudesse" per impadronirsi del suo mercato o di chi punta a comprarla ad un prezzo ancora più basso di quello presumibile oggi all'atto della sua quotazione, danneggiando così e ancora una volta chi quelle azioni le ha in pancia.
La prova dell'effetto delle veline è sotto gli occhi di tutti, l'abuso delle agenzie (a comando?), visibile nei recenti contemporanei e massivi rilanci, anche locali, delle multe piumate e degli accantonamenti datati, è comiciato da tempo.
Una prova?
Alle associazioni confindustriali di Verona e Vicenza, unite in Athesis, appartiene qui il quotidiano berico a trazione Poteri locali e lì L'Arena di Verona geopoliticamente vicina agli ambienti finanziari scaligeri storicamente ostili alla politica oggettivamente di "indipendenza vicentina" di Zonin.
Ora in un numero de L'Arena di ottobre c'è un titolo, che riportiamo nella copertina di questa nota e che lancia un articolo a quattro colonne inneggiante, in quel caso, al gossip sulle miracolose dimissioni di Zonin e sulle indagini della Procura. Sorry, non un articolo ma un "copia e incolla" integrale e senza firma (quindi di responsabilità , e di volontà , piena del direttore responsabile) di un'agenzia Ansa (qui riportata).
Se questo è giornalismo (e il caso, eclatante, non è l'unico, su quel giornale e su altri cartacei nazionali, o su web, locali e di... quartiere) e se erano giornalismo le interviste inneggianti sulla nostra stampa locale agli spot pubblicitari ("azioni BPVi, what else?") di Sorato, Zigliotto & c. sulla convenienza a comprare a 62,50 euro azioni che ora sullo stesso quotidiano vengono valutate tra i 12,50 e i 15 ero (che faccia di br...!) , allora è da Pulitzer di plastica ricevere, prima, oziosamente le veline del Co.Ge. Veneto, virgolettare frasi della presidente, che poi si rifiuta di ripeterle a una platea indipendente come la nostra per la... privacy, e montarci, quindi, con impegno diuturno, un caso sostanzialmente gonfiato dal gossip per il normale stipendio di una dipendente, ex presidente del Csv, e che ha generato molto probabilmente vantaggi per enti di volontariato non vicentini...
Se, poi, aggiungete che la collega 'autrice dell'inchiesta (?) Csv, che rispettosamente e ossequiosamente emula lo schema dei riassunti e delle fotocopie delle agenzie, usuale, sembrerebbe, sui fogli Athesis (A-Thesis, con l'alfa privativa iniziale a voler significare "senza" Thesis, senza tesi alias dimostrazioni, ma ricca di ipotesi), oggi ha detto a un nostro nuovo collaboratore, affascinanto dall'idea di praticare il giornalismo, che da noi non si fa giornalismo, capirete i salti di gioia di questo giovane quando leggerà la parte finale di questo esercizio.
Di stampa. Bogartiana e non da Marchese del Grillo...
P.S. Mi aspetto "terrorizzato", vista l'aria locale, ricca di ipotesi ma povera di tesi, una lettera di un altro aneuronico come il re degli ex, alias Giulianuccio, che ora ci dirà che difendiamo la Banca Popolare di Vicenza (vero, ora serve!) dopo aver attaccato la gestione Zonin (verissimo, serviva, anche se allora eravamo soli!) perchè ci danno i soldi!
Ebbene sì, lo ammetto, è vero. Solo che non sappiamo su quale conto ce li versano i nostri finanziatori, a meno che non sia lo stesso dove non ce li ha versati Raimondino quando i nostri spazi democratici gli facevano comodo... perchè non avevamo evidenziato il suo stato confusionale attuale.
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