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Da Grumolo a Torre Girardi, a fanghi conciari: il filotto dei silenzi ambientali vicentini

Di Marco Milioni Lunedi 7 Novembre 2011 alle 22:20 | 0 commenti

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«Tra quindici giorni la commissione avrà finito il suo lavoro. Poi vedremo come risponderanno i sindaci, che ora vanno a piangere in televisione»... «Professore, tutti hanno in mente i sindaci nei giorni dell'alluvione. Lei li attacca, perché?»... «Questo è il vero male. Dov'erano i sindaci fino a ieri? Molti già facevano politica. Dicano quello che loro si sono impegnati a fare. Parlo dei sindaci di adesso e dei sindaci del passato, che hanno dato licenze edilizie e sono andati a occupare spazi dai quali i nomi stessi dicevano di stare lontano. Invece non c'è stato limite»...

«Il sindaco di Vicenza Achille Variati ha accusato gli agricoltori perché impediscono di fare i carotaggi e dunque i lavori»... «Variati... non tiri in ballo gli agricoltori. È la politica la responsabile di questo fatto, non le categorie. E poi anche i tecnici. Tecnici che hanno sostenuto le loro idee non ne conosco tanti: la maggior parte si è piegata a idee più convincenti».

Questi sono senz'altro tra i passaggi più interessanti di un illuminante botta e risposta fra la giornalista Sara D'Ascenzo e il professor D'Alpaos in una memorabile intervista pubblicata sul portale del Corriere Veneto il 19 marzo 2011.

Il sindaco di Vicenza, è una semplice ipotesi di scuola, viene indicato de facto come modello di amministratore che non guarda al futuro e si piega ai soli interessi immobiliari. In pratica predica bene e razzola male. Non a caso dopo l'alluvione interi comuni come Vicenza, Caldogno, Costabissara si sono ben guardati dal dire "no" una volta per tutta a nuove edificazioni. Sviluppo, progresso, crisi economica, piano casa sono stati il mantra monotòno di una politica la quale svezza amministratori che non sanno fare altro: preparare il terreno agli speculatori immobiliari, pensare alle rendite sempre più esigue e sempre più una tantum degli oneri di urbanizzazione e costruzione, per chiudere un occhio, quando serve, sul mancato rispetto delle regole. Salvo lamentarsi poi dei disastri ambientali, nel momento in cui soggetti come Italia Nostra, il Fai o Legambiente stilano i loro rapporti. Ma la politica che cosa fa nel concreto? Come mai è sempre prona ai poteri forti? Perché assume sempre o quasi un atteggiamento bifronte?

A metà mese quando Legambiente regionale ha incontrato l'assessore comunale all'ecologia Dalla Pozza (vedi servizio a margine) ho chiesto proprio a lui un chiarimento sul fatto che il comune, almeno stando ai dati forniti e mai smentiti dal comitato berico contro l'abusivismo edilizio, neghi de facto l'esistenza di un vincolo fluviale nella porzione ovest della zona industriale riconosciuto invece da provincia e regione. Ho chiesto anche se Dalla Pozza fosse a conoscenza che la Corte dei Conti, avverso al comune di Vicenza, ha aperto un procedimento per un edificio denominato Torre Girardi, perché costruito in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico fluviale senza il necessario nulla osta. Qual è stata la risposta? Il silenzio. A Dalla Pozza avevo pure chiesto (ma la domanda va ugualmente girata a Pellizzari) un commento sul comportamento dell'amministrazione di Grumolo, con la quale il comune berico è in ottimi rapporti anche per via della discarica di Grumolo di proprietà di Aim; amministrazione accusata sempre dai comitati di volere dimezzare le distanze dai fiumi nell'ambito di una contestatissima delibera di urbanizzazione. Si può piangere contro il cielo quando apre le sue cateratte e poi costruire dove il mero buon senso lo sconsiglia?

Il silenzio è totale anche su questo versante. E se Legambiente veneta porta da anni avanti una battaglia fatta di studio, lotte e duro lavoro sul territorio (Bertucco infatti spara a palle incatenate sulla vicenda Grumolo) vorrei capire invece lo strano basso profilo adottato dalla presidente berica di Legambiente Valentina Dovigo (area Sel). Non è che la vicinanza del suo partito alle posizioni del sindaco Variati l'abbia declassata dallo stato di "urlatrice" durante la precedente amministrazione di centrodestra a quello di "pigolante" con una giunta più affine?

E mentre giustamente si parla di fiumi che esondano bisognerebbe ricordare che anche quando non tracimano andrebbero protetti per esempio dall'inquinamento. Magari quello delle concerie. Attualmente il distretto arzignanese della pelle sversa i suoi liquami, scarsamente trattati, nel bacino del Fratta-Gorzone. La disciplina regionale al momento gli consente una deroga che garantisce un conferimento di inquinanti superiori alla norma. Nel 2012 lo scudo ambientale scade. Bertucco, con coraggio, visti gli interessi in gioco, ha già detto che quelle deroghe «vanno ritirate e mai più prorogate». Ma in previsione delle provinciali del 2012 la politica locale e la galassia ambientalista locale che dice? O meglio, che cosa non dice? Perché nessuno parla di questo argomento?

 

Da VicenzaPiù n. 222 e BassanoPiù n. 3


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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