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Da BPVi al Fontego dei Tedeschi, i Benetton si riprendono il Veneto

Di Rassegna Stampa Martedi 4 Ottobre 2016 alle 09:36 | 0 commenti

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Chissà cosa si sono detti al Fontego dei Tedeschi Gilberto Benetton ed Enrico Marchi. Chissà, cioè, se i presidenti di Edizione, la «cassaforte» di Ponzano, e di Save, oltre i sorrisi di circostanza, si sono confrontati sul senso da dare al blitz di metà settembre, con cui la Atlantia controllata da Edizione s'è presa il 21% della società aeroportuale veneta. Non secondo chi c'era: il tourbillon della serata, giovedì scorso, che inaugurava il centro dello shopping di lusso a Rialto non avrebbe permesso di approfondire.
In ogni caso il faccia a faccia al Fontego, che fa coincidere le due partite, basta da sola a testimoniare il ritorno al centro della scena veneta della famiglia trevigiana. Come non si vedeva da tempo.

Complice la voragine creatasi con il crollo dei due sistemi, finanziari e di relazioni, imperniati su Popolare di Vicenza a Veneto Banca, i Benetton si trovano nella posizione di chi sta riempiendo quel vuoto. Grazie anche agli 1,6 miliardi di euro in cassa dopo la vendita dei duty free Wdf e del 4,6% della Pirelli passata ai cinesi, valsa oltre 300 milioni.
Soldi da spendere anche in Veneto, se ci sono buone occasioni, al pari di quanto Edizione sta facendo altrove, come con l'acquisizione dell'aeroporto di Nizza a fine luglio, per 1,2 miliardi di euro, in tandem con la francese Edf Invest.
Niente di sentimentale, ovvio, dietro al ritorno d'interesse per il cortile di casa. Ma resta che i segnali di attivismo si moltiplicano. In rapida successione, si possono mettere in fila l'arrivo di Gianni Mion in Popolare di Vicenza, il blitz in Save, l'apertura del Fontego dei tedeschi a Venezia, l'acquisizione delle Cartiere Fedrigoni a Verona. Così mentre tra Treviso e Ponzano attendono di poter fissare sul calendario la visita del premier Matteo Renzi, slittata di nuovo ieri alla prossima settimana, che conferma il ruolo a livello nazionale dei Benetton, il Veneto potrebbe in parallelo aggrapparsi al loro nuovo attivismo a Nordest, orfano com'è di riferimenti dopo la crisi delle due popolari. In un ribaltamento del rapporto con la famiglia, di cui si era parlato negli ultimi anni semmai per la ritirata dallo sport e la crisi dell'abbigliamento, tra esuberi e il taglio di quel che era rimasto dei contratti con i subfornitori.
Dei segnali di attivismo si è detto. A partire da quello di Gianni Mion, chiamato a luglio dal fondo Atlante a guidare da presidente la svolta del risanamento in Popolare di Vicenza. Chiaro che l'arrivo in via Battaglione Framarin del manager che ha dettato per trent'anni le fortune dei Benetton è questione personale, legata alla sua progressiva uscita da Edizione, già iniziata con le sue attività imprenditoriali come il fondo Space. Uscita il cui completamento dovrebbe avvenire entro fine anno, con la scelta del nuovo amministratore delegato, in parallelo all'uscita dalla presidenza dello stesso Gilberto Benetton, secondo le anticipazioni sostituito dal presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai.
Ma resta che l'arrivo di Mion a tentare di raddrizzare la barca di Popolare di Vicenza è una sorta di spin-off intellettuale da Edizione. Da dove, a Vicenza, il manager padovano ha portato un'esperienza, estranea al galateo strettamente bancario, e la volontà di decidere tagliando i tempi, riconoscibile nella linea di insistere su una fusione con Veneto Banca (secondo il principio che si può ripartire solo avendo una quota di mercato significativa), che gli ha tirato dietro anche qualche problema diplomatico.
Oltre Vicenza, ci sono poi le partite più propriamente in casa Edizione. Da quelle appena chiuse, come il Fondaco dei Tedeschi, l'apertura del Mall con 65 boutique a Rialto destinato a cambiare lo shopping di lusso a Venezia, in tandem con i francesi di Dfs-Lvmh, costata un investimento di 100 milioni di euro. A quelle date ormai per chiuse, come l'acquisizione entro fine anno a Verona, insieme alla Investindustrial del finanziere Andrea Bonomi, del gruppo Fedrigoni. Le trattative sul colosso cartario (977 milioni di ricavi nel 2015), che ha nella cartamoneta uno dei suoi punti di forza, sono date in accelerazione. E c'è chi scommette su una possibile chiusura già a novembre.
E poi ci sono le partite appena iniziate, come l'ingresso in Save di Atlantia. Il mantra che derubrica a «operazione finanziaria» un investimento da 174 milioni di euro, è percepito come poco credibile dal mercato. Che legge nella mossa una presa di posizione che può attendere con pazienza di verificare se il tandem di comando di Finanziaria Internazionale, Enrico Marchi-Andrea De Vido, potrà risolvere i problemi con le banche del secondo senza metter mano alle quote di controllo nella società aeroportuale. Aprendo un'opportunità di aggiungere il polo Verona-Treviso-Venezia alla catena che già può contare su Roma e Nizza.
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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