CorVeneto: Ex popolari, l’incertezza sulla riforma può pesare sui fondi per le conciliazioni
Lunedi 5 Dicembre 2016 alle 09:18 | 0 commenti
Il governo cercherà forse di tamponare con un decreto che dovrebbe chiudere le falle; per il resto si tratta di attendere che la Corte Costituzionale si pronunci. Sperando di non dover mettere sul tavolo soldi cash. Il tema che il Consiglio di Stato ha girato alla Consulta due giorni fa, comunque sia, rispetto alla presunta illegittimità , da parte degli istituti di credito, di negare o limitare la liquidazione delle azioni correlate al diritto di recesso, ha dato una scossa a tutto l’impianto del decreto di riforma delle grandi banche popolari con attivi al di sopra degli 8 miliardi. Bisogna capire come una sentenza in questa direzione possa pesare sui conti. Per restare in Veneto, di Veneto Banca (che dovrebbe liquidare i 219 soci che hanno chiesto il recesso per 14,7 milioni) e della Popolare di Vicenza (1,7 milioni).
Ma c’è anche il Banco Popolare, con un recesso di 3,15 euro che dovrebbe 119 milioni, ai quali si aggiungono gli 88 di Bpm con cui , dal 1. gennaio, sarà corpo unico. Che dovrà decidere il da farsi. In più esiste il caso della altoatesina Volksbank (che ha acquisito l’ex Popolare di Marostica), diventata Spa da pochi giorni e con i termini ancora aperti per recedere. In astratto tutti i soci che non hanno partecipato all’assemblea del 26 novembre potrebbero far valere la loro posizione. «Potrebbero davvero farlo in massa - è l’opzione che intravede Antonella Lillo, avvocato di Treviso dello studio Barel Malvestio - dato che, per chi crede poco nelle trasformazioni delle cooperative in Spa, una finestra così non passerà una seconda volta». Secondo Antonino De Silvestri, legale vicentino che segue cause legate a Bpvi, lo scenario che si apre con il rischio di dover pagare le azioni di chi è uscito dalla società «potrebbe indurre le banche ad un atteggiamento più prudente sulle risorse per le conciliazioni. Insomma, il gruzzolo che sarà previsto per far pace con i soci “imbrogliati†rischia di assottigliarsi per la necessità di rifondere chi ha esercitato il recesso». Comunque, per De Silvestri la sospensiva «sta creando un allarmismo pazzesco e ingiustificato». Renato Bertelle, avvocato di Vicenza, prevede un rapido intervento del governo per riallineare la questione perché «probabilmente le ex Popolari non potranno permettersi di impiegare altro denaro senza uscire dai parametri patrimoniali imposti dalla Bce. Ci sarà un espediente tecnico per far aspettare chi reclama i soldi dall’esercizio del recesso».
Di Gianni Favero, da Corriere del Veneto
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